Flavescenza dorata della vite


Recupero e conservazione di vecchie varietà di vite e varietà diffuse nel Veneto a rischio di contaminazione del fitoplasma “flavescenza dorata”. Il progetto prevede: il recupero di biotipi di vecchie varietà a rischio di estinzione e la loro salvaguardia presso un campo di conservazione situato presso l’Azienda pilota e dimostrativa “Sasse-Rami” di Ceregnano (RO); la conservazione in sanità di cloni e varietà di vite selezionate esenti dal fitoplasma, presso una screen house appositamente costituita presso il Centro Sperimentale “Pradon” di Porto Tolle (RO)

La flavescenza dorata della vite si è manifestata nel Veneto, con tutta la sua virulenza, agli inizi degli anni novanta, specialmente su varietà economicamente importanti (es. Prosecco e Garganega), al punto tale da rendere problematica la gestione di molti vigneti ubicati in alcune aree di maggior interesse viticolo-enologico.
La Regione Veneto, con apposita legge, ha predisposto un “Programma di intervento per la moltiplicazione di materiale vegetale della vite non contaminato dalla flavescenza dorata” articolato nelle seguenti misure:

– Misura 1: “Ricostruzione di vigneti colpiti da flavescenza dorata”.
– Misura 2: “Attuazione di programmi di ricerca, divulgazione e di controllo necessari a difendere la viticoltura veneta dallo sviluppo della flavescenza dorata”.

Nella Misura 2 del Programma rientrano, tra l’altro, iniziative che riguardano i seguenti punti:
PUNTO A) salvaguardia e conservazione in sanità di cloni di vitigni coltivati e biotipi locali in via di estinzione;
PUNTO C) attività di divulgazione;

L’attuazione delle iniziative previste dai due punti precedenti è stata affidata all’Agenzia Veneto Agricoltura, che ha operato nei propri Centri Sperimentali e Aziende Pilota, con la collaborazione del C.R.A. Istituto Sperimentale per la Viticoltura di Conegliano (ISV) ed il controllo da parte del Servizio Fitosanitario Regionale.
Di seguito si descrivono le iniziative specifiche ed lo stato dell’ attività nell’ambito dei punti elencati.


VitignoPUNTO A): Salvaguardia e conservazione in ambiente controllato di vitigni coltivati e biotipi locali in via di estinzione.
L’azione prevedeva l’identificazione di vitigni e/o cloni esenti dal fitoplasma e la loro conservazioni in apposite strutture di “sicurezza”.
Le viti sono state selezionate sanitariamente dal C.R.A. Istituto Sperimentale per la Viticoltura di Conegliano e sono conservate in purezza presso il Centro Sperimentale frutticolo “Pradon”, ubicato a Porto Tolle in provincia di Rovigo.
Dal Luglio 1998 sono presenti al Centro “Pradon” 97 cloni (Tabella 1), allevati in una serra-tunnel a doppia rete a tenuta di insetti appositamente costituita, come “repository” dei vitigni selezionati. La struttura è stata fornita di impianto di irrigazione e termoidrografo per il controllo di temperatura ed umidità interna.
All’interno del programma regionale a Veneto Agricoltura è stato affidato anche il compito di assicurare la salvaguardia del germoplasma viticolo autoctono, cioè delle varietà locali di vitigni e loro biotipi, anche se non ancora dichiarate esenti da flavescenza dorata.
Il problema della variabilità genetica è un argomento di grande interesse a livello nazionale e da diversi anni è in corso un lavoro da parte del C.R.A. di Conegliano che ha portato al recupero di un certo numero di varietà autoctone , raccolte in diversi campi di conservazione dislocati nel territorio nazionale.
I biotipi, di interesse per il Veneto, sono stati recuperati e messi a dimora in un campo di conservazione presso l’Azienda Pilota Dimostrativa “Sasse Rami” di Ceregnano (RO), gestita da Veneto Agricoltura.
Già nel 1998 sono stati individuati circa 138 biotipi (Tabella 2), diffusi nelle province di Treviso, Padova e Vicenza e messi a dimora nel 1999 (4 ceppi per biotipo).
Nel 2000 e 2001 l’impianto è stato ulteriormente ampliato con l’introduzione di altri 130 biotipi diffusi nella nostra regione (Tabella 3).
La salvaguardia ed il recupero del germoplasma viticolo è un lavoro in continua evoluzione considerato che il Veneto possiede una grande base ampelografica, Per tale motivo nel 2004 sono stati inseriti alcuni biotipi reperiti in provincia di Belluno, e soprattutto quelli della provincia di Verona (Tabella 4) caratterizzata da una viticoltura che si basa su varietà autoctone locali.
Le varietà ed i biotipi recuperati sono in confronto con gli stessi dislocati nel campo di conservazione a Spresiano (TV), presso l’Azienda del C.R.A – Istituto Sperimentale per la Viticoltura di Conegliano.


Interno serraPUNTO B) Attività di divulgazione.

Con la partecipazione di tutte le Unità Operative che collaborano al Programma di intervento, è stato prodotto dal Settore Divulgazione e Formazione Professionale di Veneto Agricoltura un CD –rom di carattere pratico dal titolo “Flavescenza dorata e giallumi della vite”.
La produzione multimediale, oltre ad una descrizione del progetto e degli Enti attuatori, è correlato da una notevole fototeca che riguarda sia la sintomatologia indotta sulle viti che gli agenti vettori della malattia.
Il percorso ideato prende il via dalla storia della comparsa della patologia. Si affrontano quindi le tematiche relative agli agenti patogeni responsabili dei giallumi della vite, ai loro vettori e ai metodi di trasmissione. Vengono anche descritte le metodologie di diagnosi del fitoplasma.
La parte sintomatologia viene trattata in maniera comparativa, rapportando i sintomi indotti da flavescenza dorata con quelli indotti da altri agenti.
La sezione riguardante il controllo della malattia è divisa nelle modalità di lotta al vettore e considerazioni sulle strategie di contenimento della patologia.
Un’analisi dell’evoluzione della fitoplasmosi nei vigneti colpiti conclude questa ricca iniziativa divulgativa.