Controllo attività della pesca



La Commissione europea ha adottato una relazione sul controllo dell’applicazione della politica comune della pesca (PCP) da parte degli Stati membri nel periodo 2003-2005
La relazione presenta i risultati delle missioni di ispezione svolte dalla Commissione negli Stati membri per valutare le procedure di controllo applicate nonché un’analisi delle relazioni di attuazione presentate dagli Stati membri. La conclusione è che, malgrado i progressi significativi osservati nel corso del periodo, la situazione dei controlli resta in generale insoddisfacente. Gli Stati membri non hanno destinato risorse umane sufficienti al controllo delle misure previste dalla PCP, non hanno preso misure adeguate per garantire la qualità delle ispezioni svolte e solo una parte di essi ha predisposto strategie volte ad ottimizzare l’uso degli strumenti a disposizione. La relazione sottolinea inoltre l’impossibilità di operare confronti accurati fra le prestazioni degli Stati membri sulla base delle informazioni fornite nelle relazioni di applicazione nazionali e propone misure che verranno adottate nella prossima edizione della relazione per ovviare a questo problema.
Nel corso del periodo 2003-2005, le missioni di ispezione condotte dalla Commissione si sono concentrate su una serie di settori sensibili giudicati ad alto rischio di inadempienza, fra cui la pesca di stock oggetto di piani di ricostituzione e di altri piani di gestione a lungo termine nonché l’uso di sistemi di controllo dei pescherecci via satellite (VMS). Le missioni di ispezione hanno evidenziato una serie di gravi carenze e discrepanze nell’applicazione della PCP, tra cui il numero insufficiente di ispezioni e la mancata realizzazione di controlli incrociati fra i dati VMS e quelli registrati nei giornali di bordo. Fra le conseguenze osservate vi è il persistere dell’uso di attrezzi vietati, come le reti da posta derivanti, e la presenza di notevoli differenze fra le catture dichiarate e quelle osservate, ad esempio nell’ambito della pesca del merluzzo bianco nel Baltico. L’efficacia del sistema VMS è stata compromessa dal suo uso inadeguato da parte dei pescatori e dall’apparente riluttanza degli Stati membri ad impiegarlo come strumento per la gestione dello sforzo di pesca. Di conseguenza, le norme sulla gestione dello sforzo sembrano essere applicate in modo da arrecare il minor disturbo possibile alle attività di pesca esistenti.
Le relazioni annuali presentate dagli Stati membri sulla rispettiva applicazione delle norme di controllo della PCP sono in genere di difficile valutazione, data la mancanza di un formato standard e di un elenco di informazioni da fornire. La lunghezza delle relazioni presentate variava da una a cento pagine. I dati in esse contenuti si prestano difficilmente al confronto, data l’assenza di una chiara definizione dei termini utilizzati. In particolare, non esiste una definizione uniforme delle caratteristiche di un’ispezione, malgrado i precedenti tentativi della Commissione di standardizzare questo aspetto delle relazioni.
La questione verrà affrontata nel quadro della rifusione del regolamento sul controllo prevista per il 2008.
A parte i difetti intrinseci all’elaborazione delle relazioni, resta chiaro che le risorse impiegate sono inadeguate e che la loro destinazione non è certo ottimale. Il problema dell’assegnazione delle risorse è aggravato dal fatto che, in molte attività di pesca, il costo dei controlli risulta già elevato rispetto al valore delle catture.
La relazione si conclude con una serie di proposte relative a possibili misure volte a migliorare l’applicazione delle norme di controllo della PCP, fra cui l’attribuzione di risorse umane maggiormente qualificate, la destinazione di un maggior numero di risorse al controllo degli sbarchi effettuati da pescherecci che operano in acque internazionali, una formazione sistematica per tutti gli ispettori, un maggiore coordinamento e una più stretta collaborazione fra gli Stati membri nonché l’irrogazione di più adeguate ed efficaci sanzioni. La relazione non affronta nel dettaglio la questione delle sanzioni applicate dagli Stati membri in caso di violazioni gravi, poiché essa sarà oggetto di una relazione separata di imminente adozione.
Antecedenti
Nell’ambito della PCP, la responsabilità dei controlli spetta agli Stati membri. Il ruolo della Commissione è di assistere questi ultimi nell’applicazione delle norme di controllo, valutare nella pratica i loro sistemi di controllo e, ove del caso, intentare un’azione legale contro di essi qualora vengano meno ai propri obblighi in questo settore. I diritti e i doveri degli Stati membri in materia di controllo, ispezione e sorveglianza delle attività di pesca dell’UE sono stabiliti dal regolamento 2847/93 del Consiglio (regolamento sul controllo) e dai pertinenti articoli del regolamento 2371/2002 (regolamento di base della politica comune della pesca).