29.11.07 Veneto Agricoltura mette a focus il florovivaismo

 

Veneto Agricoltura ha recentemente organizzato un focus group sul settore florovivaistico a cui hanno partecipato quindici tra i più importanti operatori del Veneto. La discussione ha evidenziato che il settore sta affrontando una non facile situazione congiunturale, con situazioni più problematiche per il comparto della floricoltura rispetto a quello delle piante ornamentali da interno e al vivaismo da esterno.

Mancanza di una efficace programmazione della produzione, forte concorrenza estera, soprattutto olandese, aumento dei costi di produzione (in particolare energia e riscaldamento), una arretratezza per quanto riguarda l’attività di ricerca e la logistica (mancano piattaforme in grado di distribuire il prodotto a costi contenuti): queste sono le principali cause, secondo gli operatori, delle difficoltà che sta affrontando la floricoltura regionale.

Nonostante ciò, le aziende riescono quasi sempre a vendere la produzione realizzata, pur non conseguendo elevati profitti in termini economici. Il paradosso è che tanto basta per non sentire la necessità di una vera competizione che attiverebbe uno spirito di innovazione e una maggior spinta al miglioramento e allo sviluppo.

La cronica frammentazione delle aziende, con una mentalità degli imprenditori per lo più individualista, impedisce una maggior collaborazione tra gli operatori, che permetterebbe di aggregare grossi quantitativi di prodotto e di avere maggior potere contrattuale nel rapporto con i grossi fornitori e clienti. Allo stato attuale anche la cooperazione è insufficiente in tal senso, anche perché si scontra con il problema degli standard qualitativi richiesti, eccessivamente eterogenei tra le produzioni di diversa provenienza aziendale.

A queste condizioni, sottolineano gli operatori, non è conveniente per nessuno, tanto meno per i giovani, investire in strutture (serre, impianti,..) e attrezzature: viene così a mancare un opportuno ricambio generazionale.

Il sostegno pubblico è ritenuto ancora necessario, sia come fonte di finanziamento per gli investimenti, sia come garante per ottenere linee di credito presso gli istituti finanziari.

Per contro, mentre da una parte l’intervento pubblico è invocato, dall’altra viene criticato. La recente applicazione della normativa urbanistica è vista con molta preoccupazione dagli operatori: il rischio rilevato è che venga non solo impedito lo sviluppo aziendale, ma addirittura bloccata l’attività produttiva in serre o altre strutture fisse. Gli imprenditori che hanno partecipato al focus group, ritengono infatti che una riduzione dei vincoli di tipo amministrativo-burocratico sarebbe sufficiente per facilitare l’attività florovivaistica. In definitiva il messaggio lanciato ai competenti servizi e uffici pubblici (Avepa, Servizio Fitosanitario Regionale,..) è la richiesta di una maggior collaborazione e di una minore “ostilità”.

In un mercato che presenta consumi in calo, che richiede sempre più grandi numeri, qualità, servizio e logistica, l’impressione prevalente è che, come spesso accade, rimarranno solo i grandi e i bravi.

Anche il florovivaismo non fa eccezione!