Lippia



Lippia citriodora

lippia

DESCRIZIONE
Arbusto con fusto striato di 1,5 m di altezza e più, di portamento leggero; foglie verticillate, di 3 in tre per ogni nodo, ellittiche quasi sessili, con una nervatura centrale molto sporgente nella lamina inferiore; fiori piccoli a stella di 4 punte, raccolti in un infiorescenza terminale a pannocchia, violacei o di colore lilla pallido, frutto secco con semi piccoli e nerastri. Le foglie emanano un gradevole odore di limone.
DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA
Zone con inverni miti, Europa, Messico, America del Sud, Antille, Stati Uniti.
ORIGINE
Perù e Cile.
HABITAT
E’ coltivata nei giardini, si acclimata facilmente.
ALTITUDINE
0-800 m.s.l.m.
CLIMA
Pieno sole, è una specie termofila. Nelle zone fredde posizionarla di fronte ad una protezione esposta a sud o est, per ripararla dal vento del nord. La danneggiano le nebbie. Relativamente resistente alle gelate (tollera fino a –7 °C). Preferisce un clima temperato, temperato-caldo, resistendo male ai rigori dell’inverno.
SUOLO
Profondo, leggero, permeabile, soffice, fresco; terra ricca, fertile, di consistenza media. L’umidità eccessiva produce il marciume delle radici. In estate il suolo deve essere umido, la siccità fa cadere le foglie.

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PROPAGAZIONE
Si può riprodurre per semente seminata sotto una campana di vetro ad inizio primavera, o per talea, in agosto o a fine estate, con materiale verde dello stesso anno, utilizzando le diramazioni del tronco principale, provenienti da individui vecchi, di 10-30 cm di lunghezza, si piantano in luogo fresco a 5-6 cm di profondità privandoli delle foglie, e successivamente si irriga. Le piante si affermano, al massimo, nei 2 mesi seguenti. Per aumentare la percentuale di radicazione si possono immergere le talee in un prodotto radicante. Quando si usano germogli verdi erbacei, si può raggiungere l’affrancamento piantandoli in marzo in terra con abbondante sostanza organica, sotto una campana di vetro o utilizzando un letto caldo. Il trapianto definitivo in campo avviene in marzo. La moltiplicazione per divisione del cespo si effettua fine inverno. Si divide il cespo vecchio in più parti, ciascuna costituita da una porzione fusto e una di radici, si piantano in primavera, verso marzo. La radice principale dovrà essere posta a 5-10 cm di profondità. Il sesto d’impianto adeguato ha come interfila di 100-200 cm e come distanza lungo la fila 60-80 cm; nelle più nelle zone calde si possono aumentare le distanze. Meno frequentemente si ricorre alla riproduzione per propaggine a causa della scarsa percentuale di radicamento. Si effettua in marzo, consiste nell’interrare a 15-20 cm i rami basali di 3-5 anni curvandoli e ricoprendoli di terra. Ritarda la radicazione di 2 o 3 mesi. La divisione della pianta madre si effettua in autunno e si trapianta alla fine dell’inverno o in primavera in pieno campo. E’ necessario mantenere la terra umida.
DENSITA’ D’IMPIANTO

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FERTILIZZAZIONE
Concimare con 25-30 t/ha di letame maturo. Alla ripresa vegetativa apportare 30 kg di N (150 kg/ha di solfato ammonico), 40 kg di P2O5 (200-270 kg/ha di superfosfato calcico) e 50 kg di K2O (100-115 kg/ha di solfato o nitrato potassico), riducendo l’apporto di solfato ammonico nelle quantità apportate eventualmente per gli altri sali. Durante giugno, luglio e agosto apportare ogni mese 40 kg di N (120 kg/ha di nitrato ammonico). Come pianta utilizzata per la produzione di olio essenziale richiede una grande quantità di zolfo.
LAVORI COLTURALI
Si effettua una sarchiatura a fine inverno, si rincalza la parte basale e si interrano i concimi. In estate irrigare soprattutto in caso di siccità per evitare la caduta delle foglie, dopo le fertilizzazione e dopo il taglio. All’arrivo dell’inverno pacciamare intorno al fusto con paglia o foglie secche, smuovere il terreno nell’interlinea secondo la naturale pendenza del suolo per facilitare lo scolo delle acque piovane. E’ necessaria la sarchiatura e l’erpicatura, almeno 3, così come le irrigazioni nel momento del trapianto, prima del taglio e quando le foglie lo segnalano, manifestando l’avvizzimento.
PARTI UTILIZZATE
Foglie e sommità fiorite.

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EPOCA DI FIORITURA
In giugno-settembre.
RACCOLTA
La raccolta delle foglie si effettua a pieno sviluppo, poco prima della fioritura, si possono tagliare i rami e sospenderli sotto una tettoia; si tolgono subito le foglie secche. Si eseguono 2 tagli l’anno: giugno-luglio e settembre-ottobre. Durante il primo anno di coltivazione si effettua un solo taglio. Se la pianta cresce bene si possono effettuare 3 tagli: alla fine di giugno, di agosto e di ottobre. L’ultimo taglio non va ritardato troppo per permettere alla pianta di riprendersi prima dell’inverno. Il secondo taglio si fa più basso del primo. Le foglie tagliate la mattina possiedono più olio essenziale di quelle tagliate in tardo pomeriggio.
ESSICCAZIONE
Essiccare all’ombra. Conviene maggiormente usare la pianta fresca.
MALATTIE
L’eccessiva umidità produce il marciume delle radici. Le irrigazioni non devono essere eccessive e il suolo deve avere un buon drenaggio. La ruggine può presentarsi in settembre, si combatte con un preparato di Maneb (trattamento 3 settimane prima della raccolta), in dosi di 2 kg/ha di prodotto commerciale distribuito in 2-3 settimane.
DURATA DI UNA COLTIVAZIONE
Più di 15 anni.
RESA
Dal secondo anno 9-12t/ha di peso fresco; con l’essiccazione si ha una riduzione del 55.5% e dopo la mondatura del 20-25% rispetto al peso iniziale.
COMPOSIZIONE:
Limonene, b-cariofillene, r-cimene, canfora, linalolo, a-pinene e timolo, citrale, cineolo, geraniolo. Composti fenolici derivati dall’acido r-cumarico e dall’acido ferulico (Pascual, 2001).
USI
Fitoterapia, industria farmaceutica e profumeria.
OSSERVAZIONE
Con buone concimazioni e irrigazioni abbondanti, si possono ottenere 3 tagli; è importante non ritardare troppo l’ultimo e fare attenzione alle prime piogge di settembre che favoriscono lo sviluppo di funghi sulle foglie.

Testi a cura del Dipartimento di Agronomia e Produzioni Vegetali dell’Università degli Studi di Padova