22.05.08 Stato di salute della PAC


 


La Commissione europea ha presentato il 20 maggio 2008 la proposta di ammodernare, semplificare e snellire ulteriormente la politica agricola europea. La cosiddetta “valutazione dello stato di salute della PAC” spezzerà ancor più il legame tra pagamenti diretti e produzione, consentendo agli agricoltori di rispondere ai segnali del mercato con la massima libertà. Le proposte prevedono, tra tutta una serie di misure: l’abolizione della messa a riposo dei seminativi, il graduale aumento delle quote latte fino alla loro scomparsa nel 2015 e un’attenuazione dell’intervento sui mercati. Grazie a questi cambiamenti, gli agricoltori, potranno massimizzare il loro potenziale di produzione. Si propone anche di aumentare la modulazione, ossia il meccanismo per il quale vengono decurtati i pagamenti diretti agli agricoltori e il denaro così risparmiato verrà versato al Fondo per lo sviluppo rurale. Questo trasferimento di fondi consentirà di affrontare meglio le nuove sfide e opportunità con cui deve fare i conti l’agricoltura europea, dai cambiamenti climatici a una migliore gestione delle risorse idriche e alla protezione della biodiversità.

Di seguito gli elementi della proposta:

Abolizione della messa a riposo: abolire l’obbligo per gli agricoltori di lasciare incolto il 10% dei seminativi.

Estinzione graduale delle quote latte: le quote latte sono destinate ad estinguersi nel 2015. Per favorire una “uscita morbida”, la Commissione europea propone cinque maggiorazioni annuali delle quote nella misura dell’1% tra il 2009/10 e il 2013/14.

Disaccoppiamento degli aiuti: la riforma della PAC aveva “disaccoppiato” gli aiuti diretti corrisposti agli agricoltori, cioè i pagamenti non erano più vincolati alla produzione di un particolare prodotto. Nondimeno, alcuni Stati europei avevano scelto di mantenere una parte dei pagamenti “accoppiati” (cioè vincolati alla produzione). Ora si propone di abolire i rimanenti aiuti accoppiati e di integrarli nel regime di pagamento unico (RPU), ad eccezione dei premi per le vacche nutrici, le pecore e le capre, per i quali gli Stati membri possono mantenere gli attuali livelli di aiuto accoppiato.

Abbandono del modello storico: in alcuni Stati dell’UE gli agricoltori percepiscono aiuti calcolati in funzione dell’importo ricevuto durante un periodo di riferimento, mentre in altri i pagamenti sono calcolati su base regionale e per ettaro. Con l’andare del tempo, il modello storico diventa sempre più difficile da giustificare, per cui la Commissione propone di autorizzare gli Stati membri a forfettizzare i regimi di aiuti.

Condizionalità: l’erogazione di aiuti agli agricoltori è condizionata al rispetto di determinati vincoli ambientali, di benessere animale e di qualità alimentare. Gli agricoltori che non rispettano tali norme si vedono tagliare gli aiuti. Questo sistema, noto come “condizionalità”, sarà semplificato, ritirandone gli obblighi che non sono pertinenti o che ricadono sotto la normale responsabilità dell’agricoltore. Saranno aggiunti nuovi requisiti per salvaguardare i benefici ambientali del regime della messa a riposo e per migliorare la gestione idrica.

Sostegno ai settori con problemi specifici: attualmente gli Stati dell’UE possono trattenere, per settore, il 10% dei massimali di bilancio nazionali applicabili ai pagamenti diretti, da destinare a misure ambientali o al miglioramento della qualità e della commercializzazione dei prodotti del settore in questione. La Commissione intende rendere questo strumento più flessibile: il denaro non dovrà più essere speso necessariamente nello stesso settore, ma potrà servire ad aiutare i produttori di latte, carni bovine o carni ovine e caprine in regioni svantaggiate, oppure a sovvenzionare misure di gestione dei rischi quali polizze di assicurazione contro le calamità naturali e fondi comuni di investimento per le epizoozie.

Storno di fondi dagli aiuti diretti allo sviluppo rurale: attualmente, tutti gli agricoltori che ricevono più di 5 000 euro l’anno di aiuti diretti si vedono detrarre il 5%, quota che viene devoluta al bilancio dello sviluppo rurale. Si propone di aumentare questa percentuale al 13% entro il 2012. Le grandi aziende agricole subirebbero ulteriori tagli (un 3% in più per i beneficiari di aiuti eccedenti un totale annuo di 100 000 euro, 6% per oltre 200 000 euro e 9% per oltre 300.000 euro). I fondi così ottenuti potranno essere utilizzati dagli Stati membri a sostegno di programmi in materia di cambiamenti climatici, energie rinnovabili, gestione delle risorse idriche e biodiversità.

Meccanismi d’intervento: le misure di contenimento dell’offerta non debbono frenare la capacità degli agricoltori di rispondere ai segnali del mercato. La Commissione europea propone di abolire l’intervento per il frumento duro, il riso e le carni suine, di azzerarlo per i cereali da foraggio e di assoggettarlo ad una procedura di gara per il frumento panificabile, il burro e il latte scremato in polvere.

Limiti ai pagamenti: gli Stati dell’UE dovrebbero applicare una soglia minima di pagamento di 250 euro per azienda o una superficie minima di 1 ettaro, o entrambe.

Altre misure: una serie di regimi di sostegno minori saranno disaccoppiati e trasferiti all’RPU, con effetto immediato per canapa, foraggi essiccati, colture proteiche e frutta a guscio, e al termine di un periodo transitorio per riso, patate da fecola e fibre lunghe di lino. La Commissione propone altresì l’abolizione del premio alle colture energetiche.

Per maggiori informazioni: http://ec.europa.eu/agriculture/healthcheck/index_en.htm