20.04.09 VR, VI, PD: 10.000 predatori in più



Domani e mercoledì 22 aprile, Veneto Agricoltura libera nei fiumi delle province di Verona, Vicenza e Padova 10.000 avanotti di luccio autoctono, in ottemperanza agli obblighi ittiogenici. La minaccia del luccio danubiano.

 


Veneto Agricoltura

provvederà domani e mercoledì ad immettere nei fiumi regionali oltre 10mila avannotti di una delle specie più pregiate e utili alla salvaguardia dell’equilibrio naturale dei nostri corsi d’acqua: il luccio (esox lucius). Questa preziosa specie autoctona, apprezzata soprattutto per la bontà della sua carne (può superare i 130 cm e pesare oltre 20 kg), contribuisce a riequilibrare l’ecosistema di fiumi e laghi grazie alla sua natura di agguerrito “predatore”, ghiotto non solo di insetti, ma di rane, topi e altri pesci che compongono la catena alimentare.

Il materiale utilizzato per la semina è prodotto nel Centro Ittico di Valdastico (Vi) di Veneto Agricoltura, i cui tecnici stanno portando avanti anche un interessante progetto di “Conservazione genetica delle popolazioni di luccio in Regione Veneto”. La sopravvivenza del luccio autoctono è infatti minacciata dalla presenza del “cugino” danubiano, più forte e numeroso: grazie all’immissione di novellame di luccio autoctono di circa 4/7 cm nei fiumi delle province di Verona (6.180 esemplari), Vicenza (1.880) e Padova (2.655), gli esperti di Veneto Agricoltura contribuiranno a preservare la specie locale dal rischio estinzione, studiandone il patrimonio genetico e le dinamiche di popolazione, così da individuare e monitorare le due varietà e utilizzare, nelle future pratiche di riproduzione artificiale, solo novellame indigeno.

Inoltre, la presenza del luccio è indice di salubrità delle acque, poiché la riproduzione avviene solitamente in ambienti poco inquinati e ricchi di vegetazione.

L’immissione di novellame nei fiumi, da parte di Veneto Agricoltura, avviene in ottemperanza ai cosiddetti “obblighi ittiogenici”: infatti, l’Azienda Regionale, per conto dei concessionari di derivazioni di acque pubbliche come ad esempio i Consorzi, le Aziende e gli Enti che utilizzano l’acqua dei fiumi regionali, introduce ogni primavera grandi quantitativi di avanotti nei corsi d’acqua, compensando così il prelievo involontario di materiale ittico da parte degli stessi concessionari.

 

 

 

Ufficio Stampa