PAC dopo il 2013 – Franco Sotte Politecnico delle Marche – Agriregionieuropa


“Un’Agenda per la PAC del futuro. Uno sguardo 50 anni dopo”
Franco Sotte – Politecnico delle Marche – Agriregionieuropa

Sintesi
Il lavoro traccia un breve excursus delle riforme della PAC negli ultimi due decenni. Vengono analizzate le disponibilità finanziarie del capitolo agricolo dei bilanci UE, via via ridottesi nel corso degli anni, e le ricadute sull’evoluzione della stessa politica agricola europea. Politica che, per la sua impostazione, non è finora riuscita a proiettarsi nel futuro in maniera adeguata. Non solo, la PAC ha fin qui favorito in modo consistente le regioni europee più ricche, come pure le aziende agricole di grandi dimensioni.
Questi sono solo alcuni dei motivi per cui le diverse riforme della PAC adottate negli ultimi due decenni non sono mai state “conclusive”. Da qui, la necessità di una nuova riforma che dovrà questa volta essere soprattutto “sostanziale”, sapendo, comunque, che la riorganizzazione della politica agricola europea dovrà confrontarsi con le posizioni di numerosi Stati membri che non ritengono più la PAC una priorità per l’UE. La nuova riforma – che per la prima volta sarà affrontata da 27 Stati – dovrà, inoltre, tener conto di altri importanti aspetti quali: le novità introdotte dal Trattato di Lisbona a livello di nuove competenze delle Istituzioni europee (codecisione tra Parlamento europeo e Commissione europea), il ruolo del comparto agricolo nel contesto dei macro obiettivi dell’Unione Europea (“Strategia UE-2020” per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva), la crisi economica in atto, la riduzione sempre più marcata del budget agricolo, le insidie derivanti dagli accordi internazionali del Doha Round, i cambiamenti climatici, ecc.
Il lavoro presenta, inoltre, i risultati (e le diverse posizioni emerse nell’ambito del Groupe de Bruges) del forum condotto da Agriregionieuropa su riduzione del budget, pagamenti diretti agli agricoltori, rapporto tra 1° Pilastro (politiche di mercato) e 2° Pilastro (Sviluppo rurale) nel periodo 2014-2020, futuro del 2° Pilastro, struttura stessa della PAC dopo il 2013, ecc.
Alla luce di tutte queste considerazioni e delle correlazioni tra agricoltura e sicurezza alimentare, ambiente, energie, cambiamenti climatici, risorse naturali, instabilità dei mercati, ecc. la politica agricola europea potrà chiamarsi ancora PAC?
Senz’altro – sostiene l’autore – la PAC si trova ancora una volta ad un bivio: si punterà sulla conservazione o sul cambiamento?

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(Aprile 2010)