17.08.10 In crescita la zootecnia biologica veneta


Il comparto biologico è una piccola nicchia dell’agricoltura veneta, ma vivace e in continua espansione, basti pensare che il numero dei produttori dall’inizio degli anni ’90 a oggi si è decuplicato e i punti vendita con prodotti bio sono ormai diverse centinaia. In Veneto ha sede la maggiore impresa di distribuzione italiana di prodotti biologici con circa 60 supermercati e sono presenti storici e consolidati produttori con marchio proprio. In questo contesto inizia ad assumere una certa importanza la zootecnia biologica che sta esprimendo sia nel filone lattiero-caserario che in quello da carne alcune realtà in crescita. I prodotti zootecnici biologici, soprattutto il miele e le uova, pur essendo una nicchia nella nicchia, stanno ampliando la loro notorietà e fiducia tra i consumatori.

Veneto Agricoltura ha svolto un’approfondita analisi del comparto zootecnico biologico veneto e sono ora disponibili i risultati dell’indagine nel volume, appena edito, dal titolo “Biostudio: la zootecnia biologica in Veneto”. Lo studio è riuscito a rilevare la quasi totalità delle aziende venete presenti nei diversi filoni: bovini da latte, bovini da carne, caprini, ovini, suini, avicoli e apicoli, per un totale di 95 aziende censite di cui 15 con più di 1 allevamento attivo. I filoni più numerosi sono quelli dell’allevamento da latte (quasi il 40% delle aziende) e avicolo (25%).

L’80% delle aziende sono concentrate nelle province di Vicenza, Belluno e Verona, ossia quelle con maggior territorio montano o collinare. Infatti oltre il 65% delle aziende hanno sede in montagna (44%) e collina (22%), a conferma che questi ambienti offrono superfici più idonee, ma soprattutto presentano aree marginali in cui l’agricoltura biologica più difficilmente entra in competizione con l’agricoltura convenzionale e quindi viene meglio valorizzata.

Complessivamente la SAU delle aziende bio censite occupa oltre 2.400 ettari, che per circa l’80% sono coltivate a foraggere. Circa il 42% degli allevamenti ha avviato la conversione dopo il 2000, successivamente al riconoscimento comunitario della zootecnica biologica, mentre un altro 20% è in fase di conversione. Si tratta quindi per la maggior parte di aziende giovani, molte delle quali ancora in fase di stabilizzazione. Le principali motivazioni al passaggio dal tradizionale al biologico sono state di ordine economico (soprattutto nel caso degli allevamenti da latte), ambientale e salutistiche. La stima del giro d’affari del totale delle aziende zootecniche biologiche per i prodotti certificati si avvicina ai 9 milioni di euro (a valori del 2007).