Budget agricolo per il dopo 2013


Si delinea la PAC che punta al 2020 e c’è già chi parla di “svolta storica”. Lavoro e giovani nuovi cardini, più flessibilità per gli Stati membri, esclusi dagli aiuti chi ha costi amministrativi troppo elevati

Per Paolo De Castro, Presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, il voto di approvazione dato dalla sua Commissione alla Relazione “PAC 2020” è da ritenersi storico. In pratica, sembra che stia prendendo forma una linea che poggia su criteri oggettivi, equi e non distorsivi per la ripartizione del budget agricolo e valorizza il lavoro e i giovani che diventano elementi cardine della nuova PAC. Inoltre, anche la componente “verde” nel sistema dei pagamenti diretti non dovrebbe comportare maggiori oneri amministrativi ed economici per gli agricoltori. Ci sarà più flessibilità per gli Stati Membri, sia attraverso un necessario periodo di transizione per l’applicazione delle nuove regole, sia nell’utilizzo delle risorse accoppiate. Nell’ambito della semplificazione e della definizione di agricoltori attivi, si è ritenuto di escludere dagli aiuti europei le aziende i cui costi amministrativi sono superiori all’ammontare attuale degli aiuti ricevuti. Importante è anche l’esigenza di rafforzare e di innovare il sistema di strumenti sulle emergenze di mercato, anche attraverso fondi anticrisi e il potenziamento dei sistemi di gestione nel settore ortofrutticolo, vitivinicolo e dell’olio di oliva. Circa le risorse finanziarie da destinare all’agricoltura europea, sta proseguendo il percorso avviato con il “Rapporto Lyon” che prevede il mantenimento del budget attuale e la certezza del quadro finanziario in vista delle proposte legislative. Dal Parlamento europeo arriva dunque una risposta efficace alla Comunicazione della Commissione che, dopo il voto in Plenaria, potrà contare su una solida base su cui lavorare per costruire le proposte legislative della PAC post 2013.