Cantiere PAC post 2013


Il Comitato delle Regioni sottolinea la necessità di eliminare tutti gli squilibri che oggi sfavoriscono la crescita delle piccole imprese agricole

L’agricoltura è un elemento fondamentale dell’economia di molte regioni europee e la PAC ha un ruolo vitale per 30 milioni di persone che lavorano nel settore agricolo in tutta l’UE. Secondo Luis Durnwalder, Presidente della Provincia autonoma di Bolzano e relatore del Comitato delle Regioni (CdR) sul tema “La PAC verso il 2020”, la riforma dovrà eliminare gli squilibri che persistono nelle modalità con cui la stessa PAC sostiene il settore agricolo, cioè sulla base dei pagamenti storici, in modo da assicurare un sostegno più equo e mirato, in particolare alle imprese più piccole o a quelle con determinati svantaggi geografici. Per esempio, i pagamenti diretti disaccoppiati devono continuare a rappresentare lo strumento di base per la stabilizzazione dei redditi degli agricoltori, a titolo di remunerazione per i beni pubblici messi a disposizione e di compensazione per gli standard più elevati che vigono nell’UE. I periodi storici ai quali si fa ancora riferimento per molti pagamenti falsano però il mercato, continuando a favorire le aziende più grandi e non quelle più piccole che più ne avrebbero bisogno. Appare dunque fondamentale introdurre un sistema più equo.

Il ruolo della politica di Sviluppo rurale e di Coesione

Durnwalder ribadisce inoltre l’invito del CdR ad adottare un approccio più coerente in materia di PAC, in particolare definendo meglio il ruolo della politica di Sviluppo rurale e la sua compatibilità con la politica di Coesione. Il secondo pilastro della PAC si concentra sullo Sviluppo rurale e riconosce che il ruolo degli agricoltori di oggi non si limita soltanto alla coltivazione di prodotti alimentari ma include anche la promozione del turismo e la lotta al cambiamento climatico. Il settore agricolo può contribuire in modo decisivo al conseguimento degli obiettivi definiti nella Strategia “Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva”. Tuttavia, questo sarà possibile unicamente prendendo in considerazione un utilizzo più efficace degli aiuti previsti nel secondo Pilastro e disponendo di una migliore conoscenza delle altre misure di sostegno tra gli aiuti provenienti dal Fondo di Coesione.

La Confederazione italiana agricoltori giudica positivamente il percorso che si sta seguendo nelle stanze dei bottoni a Bruxelles e che porterà alla riforma della PAC

La Cia giudica positivamente gli emendamenti approvati dalla Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, anche se non mancano elementi di perplessità come, ad esempio, la questione quote latte. “Siamo in presenza di input politici molto importanti e che, nel complesso, giudichiamo positivi”. Lo sostiene la Cia-Confederazione italiana agricoltori in merito agli emendamenti approvati dalla Commissione Agricoltura del Parlamento europeo alla Comunicazione della Commissione europea sulla riforma della PAC post 2013 (si veda notizia a pagina 1). In particolare sottolinea la Cia – sono stati ripresi diversi punti contenuti nel documento unitario sottoscritto nelle scorse settimane dalle Organizzazioni agricole italiane, come la centralità dell’agricoltore.

La giusta direzione

Nella direzione giusta vanno anche tutte quelle misure che riguardano gli strumenti di mercato (fondo anticrisi dell’ortofrutta, sistema di stoccaggio dell’olio d’oliva, gestione crisi del vino, protezione e promozione per i prodotti di alta qualità). Assume così una notevole rilevanza il fatto che la Commissione Agricoltura del Parlamento europeo abbia ribadito l’importanza di mantenere finanziamenti forti, non inferiori agli attuali, sia per il primo (aiuti diretti, misure di mercato) che per il secondo Pilastro (Sviluppo rurale). Tra gli emendamenti della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo si riscontrano, però, anche elementi di perplessità, come ad esempio quello di riprendere la questione relativa alle quote latte. Ora – conclude la Cia – è importante che il “pacchetto” approvato dalla Commissione Agricoltura venga approvato definitivamente a giugno in seduta plenaria dal Parlamento europeo e sia recepito dalla Commissione europea nelle sue proposte legislative, che si auspica possano essere presentate entro il prossimo autunno.