07.10.11 Analisi di bilancio delle OP ortofrutticole: Veneto un passo indietro

 

Il Veneto Cenerentola in un benchmarking con Emilia-Romagna e Campania. Negli ultimi due anni, partita la rincorsa per recuperare il gap.

È questo quanto emerge da una approfondita analisi dei bilanci delle OP venete autorizzate per la categoria ortofrutticoli (escluse quindi quelle dei comparti agrumi, ortaggi, funghi, frutta secca e prodotti destinati alla trasformazione) realizzata dagli esperti di Veneto Agricoltura. Sono stati presi in considerazione gli esercizi compresi tra il 2005 e il 2009 (ultimo disponibile) e gli indici ricavati dai dati di bilancio sono stati messi a confronto con le realtà della Campania e dell’Emilia Romagna, per un benchmarking tra regioni che presentano analogie con il Veneto per dimensioni e tipo di produzioni del ramo ortofrutticolo.

Il settore ortofrutticolo veneto negli ultimi anni sta attraversando una fase di profonda metamorfosi strutturale delle Organizzazioni di Produttori che lo costituiscono. Nonostante il calo del fatturato nel biennio ‘08-’09 (200 milioni nel 2009, -8% in due anni), il settore ha continuato ad investire a un ritmo più sostenuto in immobilizzazioni (26 milioni, +82% dal 2007 al 2009) e ha intrapreso un’azione di incremento della capitalizzazione, puntando perciò a un rafforzamento della solidità patrimoniale e delle strutture stesse. Naturalmente, all’interno del settore ortofrutticolo veneto permangono delle differenze tra le realtà esistenti, per dimensioni e organizzazione, che sembrano perseguire finalità differenti, ma il trend generale rimane quello di un percorso verso una maggiore strutturazione.

Rispetto alle altre regioni considerate, il Veneto si colloca in fondo, nella posizione di follower, soprattutto per quanto riguarda il processo evolutivo che sta coinvolgendo le OP. Il comparto ortofrutticolo campano, pur presentando molte analogie con quello veneto – in termini di fatturato, dimensioni e indici di bilancio – appare più strutturato e orientato al cambiamento e sembra essere un passo avanti rispetto alla nostra regione. È invece notevole il divario con le OP ortofrutticole dell’Emilia Romagna che mostrano, per la maggior parte dei casi, una consolidata capacità organizzativa.

Ci si aspetta che il proseguimento di questa tendenza nei prossimi anni possa trasformare le OP venete da organismi di coordinamento degli imprenditori agricoli e delle cooperative aggregate a organizzazioni strutturate in modo più efficiente ed efficace per la commercializzazione dei prodotti, con un orientamento improntato a perseguire e raggiungere obiettivi e finalità imprenditoriali. Si tratta di un cambiamento necessario per la crescita e la competitività a livello nazionale e internazionale e indispensabile per raggiungere al meglio quelle che sono le priorità delle OP: l’aggregazione dell’offerta per valorizzare al meglio le produzioni e le eccellenze del territorio locale.

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