23.01.2013 Il vino veneto sorride alla crisi


A Soave (Vr) Veneto Agricoltura, Regione e Avepa hanno fatto i raggi X al settore vitivinicolo. 10,8 milioni di qli di uva raccolta nel 2012, 9,257 milioni di hl di vino prodotto, 1,4 miliardi di euro la stima dell’export. Cifre da capogiro che fanno del Veneto la prima regione vitivinicola italiana. I dati provincia per provincia. La classifica delle prime dieci denominazioni venete, capeggiata dal Prosecco. I vini dell’altro mondo.

“I dati dell’ export vinicolo veneto confermano la posizione da primato nazionale dell’ enologia veneta, ulteriormente accresciuta in valore nel corso del 2012. Questo non è solo un fatto economico e di prestigio, ma è anche frutto di un impegno e di un adeguamento di produzioni, strategie, innovazioni, ed è per noi una grossa responsabilità”. Lo ha affermato questa mattina l’Assessore all’Agricoltura del Veneto, al convegno di Soave (VR) “Internazionalizzazione del vino veneto e strategie dell’altro mondo” promosso da Veneto Agricoltura, Regione e Avepa.

I numeri del settore vitivinicolo veneto 2012 parlano chiaro: oltre 77.000 ettari di vigneto; quasi 40.000 produttori (compresi i piccoli agricoltori che producono per l’autoconsumo); 10.800.000 qli di uva raccolta; 9.257.000 hl di vino, compresi i mosti e i vini acquistati fuori Regione; 1,026 miliardi di euro il valore dell’export nei primi 9 mesi dell’anno, che con un +9,6% rispetto al 2011 fa volare la proiezione finale attorno a 1,4 miliardi di euro. Cifre impressionanti che fanno del Veneto la prima regione vitivinicola italiana e uno dei principali “distretti del vino” a livello mondiale.

La fotografia del comparto è stata fatta in occasione del terzo appuntamento del “Trittico vitivinicolo veneto 2012” (i primi due incontri si sono svolti a Conegliano e a Legnaro). Con questa iniziativa i promotori intendono, ormai da alcuni anni, seguire passo passo le diverse fasi della vendemmia: dal germogliamento della vite alla quantificazione della produzione finale. Un percorso informativo, questo, voluto dagli stessi produttori vitivinicoli e messo a punto dagli Enti regionali proprio per aiutare gli operatori ad affrontare le sfide future. “Sfide che potranno essere vinte – come ha sottolineato il Commissario Straordinario di Veneto Agricoltura- attraverso la modernizzazione delle aziende vitivinicole, che dovranno cercare di non lasciare spazi di mercato ad altri paesi”. Nella splendida cornice del Borgo Rocca Sveva della Cantina di Soave il settore vitivinicolo veneto è stato posto dunque ai raggi X, a partire dall’ultima vendemmia che, nonostante le ondate di calore registrate nei mesi estivi, si è rivelata decisamente buona, sia sotto il profilo qualitativo che quantitativo, anche se in leggero calo rispetto al 2011 (-4%)

Come hanno ricordato nel loro intervento Giuseppe Catarin (Regione Veneto) e Luca Furegon (Avepa), la parte del leone nella vendemmia 2012 è stata fatta, come sempre, dalle province di Treviso (4,59 milioni di qli di uva raccolta) e Verona (3,78), che da sole coprono i tre quarti della produzione complessiva di uva nel Veneto. Ben lontane seguono le province di Vicenza (quasi 940mila qli), Venezia (872mila), Padova (596mila), Rovigo (14mila) e Belluno (poco più di 4mila).

Dei 9,257 milioni di hl di vino prodotti nel 2012 nel Veneto, ben 3,257 milioni sono dati da DOP Bianco, che ha segnato un +12,64% rispetto al 2011, mentre altri 2,378 milioni di hl sono costituiti da IGP Bianco (-2,76%). Ben distante la produzione di vino rosso: il DOP supera di poco il milione di hl (-4,77% rispetto al 2011) e l’IGP arriva a 1 milione e 460mila hl (+0,65%). Crolla invece la produzione di vino bianco non a marchio (748mila hl, -41,71%), mentre cresce quella del vino rosso non a marchio (342mila hl, +15,01%).

Molto interessante la classifica 2012 delle prime dieci denominazioni di origine venete. Il Prosecco (Glera), con i suoi 2,263 milioni di qli (38,1% del totale), guarda tutte le altre dall’alto. Seguono Valpolicella (819mila qli; 13,8%), Conegliano-Valdobbiadene (815mila qli; 13,7%), Soave (754mila qli; 12,7%), Bardolino (358mila qli; 6%), Bianco di Custoza ( 164mila qli; 2,8%), Venezia (151mila qli; 2,6%), Valdadige (112mila qli; 1,9%), Colli Berici (70mila qli; 1,2%) e Piave (56mila qli; 0,9%).

L’export del vino veneto, come si è detto, anche quest’anno sorride. Dati alla mano, Maria Teresa Coronella (Regione Veneto) ha ricordato che il 2012 ha segnato un +9,6% sul 2011, spingendo le stime finali (non ancora disponibili) vicine all’1,4 milioni di euro. La Germania rimane il nostro principale sbocco, ma altri mercati si confermano di grande interesse, a partire da Stati Uniti, Gran Bretagna e Canada.

Nel corso dei lavori, Antonio De Zanche (Veneto Agricoltura) ha presentato uno studio condotto da Veneto Agricoltura sui piani strategici “dell’altro mondo”, ossia dei Paesi produttori di vino dell’emisfero sud: Australia, Nuova Zelanda, Cile, Argentina e Sudafrica. Si tratta di realtà viticole lontane che però rappresentano dei competitors agguerriti nei confronti del vino veneto, avendo dal 1998 al 2009 raddoppiato la propria quota del mercato mondiale, attualmente pari al 25%. Dall’esame dei piani strategici pubblicati negli ultimi dieci anni da questi Paesi emergono gli obiettivi, le azioni e gli strumenti adottati per consolidare il settore vitivinicolo e aumentare la penetrazione sui mercati internazionali. Informazioni, queste, di assoluto interesse per gli esportatori di vino che vogliono conoscere come si stanno muovendo i propri “avversari”, attuali o potenziali, sul campo di battaglia del commercio globale.

Tutte le relazioni presentate a Soave possono essere scaricate dal seguente indirizzo internet: http://www.venetoagricoltura.org/basic.php?ID=4288

Ufficio Stampèa