08.04.2013 Florovivaismo veneto 2012: un anno di evoluzioni

 

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Diversificazione in attività extra-agricole, cambiamento della produzione e maggiore spinta verso l’esportazione: così cambia il florovivaismo veneto nel 2012

Prosegue il calo del numero di aziende venete attive, sceso a fine 2012 a 1.621 unità (-1%). Le perdite maggiori si registrano soprattutto nelle province più vocate: Padova (491 aziende, -2,4%) e Verona (244 aziende, -2,8%), che insieme a Treviso (337 unità, -0,3%) concentrano oltre il 66% delle aziende venete. Nonostante l’ulteriore diminuzione delle imprese, è aumentata la superficie destinata al florovivaismo in Veneto, che nel 2012 si è attestata su circa 3.750 ettari (+18%). In crescita soprattutto gli investimenti in coltura protetta (circa 1.050 ha, +62%): in particolare sono triplicate le superfici coltivate in serre fredde e sono cresciute del 64% quelle in serre calde. Le superfici coltivate in piena aria sono aumentate in misura meno rilevante (2.700 ettari, +6,5%). Tale dinamica in crescita, tuttavia, appare legata più alla possibilità di sfruttare le serre per la realizzazione di impianti fotovoltaici per la produzione di energia elettrica che alla reale capacità del settore di attrarre investimenti. A livello provinciale, Padova fa segnare un lieve incremento (1.100 ha, +6,5%) ma perde per la prima volta la propria leadership regionale a favore di Verona (1.200 ha), che aumenta le superfici coltivate di quasi il 60%. Rilevanti incrementi anche in provincia di Venezia (564 ha, +22%) che sorpassa Treviso (532 ha, +12%). La produzione complessiva regionale si stima superi i 2 miliardi di piante (+16%): per la prima volta negli ultimi cinque anni diminuisce la produzione di materiale vivaistico (-9%), la cui quota sul totale scende al 67% (nel 2011 era del 79%), mentre la produzione di piante finite si stima possa essere più del doppio rispetto all’anno precedente. È il segnale di un cambiamento negli orientamenti produttivi degli imprenditori, che si stanno “spostando” da una produzione vivaistica a quella di prodotto finito: diverse le possibili cause, legate tanto ai minori rischi degli investimenti quanto ad un più rapido ritorno degli stessi, piuttosto che alla stagnazione della domanda e alle difficoltà del mercato e al conseguente poco soddisfacente ritorno economico.

Un altro dato interessante che spiega un maggior orientamento verso l’esportazione da parte degli operatori del comparto, riguarda il numero di aziende accreditate in base alle norme di qualità sui materiali di moltiplicazione e che hanno ottenuto la CAC (Conformità Agricola Comunitaria), condizione necessaria per la commercializzazione in ambito europeo. Nel 2012 tale numero è salito a 280, in crescita del 37% rispetto al 2011. Aumentano in particolare le aziende con CAC frutticola (110 aziende, +34%) e con CAC ornamentale (74 aziende, +90%).

A conferma di ciò, per la prima volta dal 2005, la quota di prodotto commercializzata dalle aziende florovivaistiche venete fuori dei confini regionali supera il 5%, attestandosi al 5,8% (+21% rispetto al 2011).

 

Figura aziende florovivaismo per CAC ottenuta