25.06.2014 Primario veneto, secondo a nessuno


Segnali di tenuta di fronte alla crisi: presentato oggi da Veneto Agricoltura il Report sull’andamento 2013 del settore agroalimentare. Stoccata di Manzato al Governo che per i pagamenti accoppiati PAC non ha puntato tutto sul settore della carne bovina come aveva chiesto il Veneto. I dati: carne bovina in calo, risorgono tabacco e colture “energetiche”. Mercato ed eventi naturali incombono. Le imprese alimentari tengono, calano le manifatturiere. Sale l’export, ma anche l’import. Molto bene il vino; la vendemmia 2014 in anticipo di una settimana almeno

L’Assessore Franco Manzato era determinato stamane durante il tradizionale incontro sulla congiuntura 2013 del primario alla Corte Benedettina di Legnaro (PD). “Il settore agroalimentare veneto mostra solidità e i dati presentati oggi da Veneto Agricoltura ne sono la conferma. Ora, con i nuovi strumenti finanziari a disposizione – ovvero PAC e PSR 2014-2020 – le imprese agricole venete avranno la possibilità di rafforzare ulteriormente la loro competitività. Peccato che in fase di accordo tra Stato e Regioni, in merito alla definizione dei diversi aspetti dell’applicazione dei pagamenti accoppiati agli agricoltori, il Governo non abbia accolto la nostra richiesta di puntare tutto sul comparto della carne bovina, come ha fatto la Francia”. Così l’Assessore all’Agricoltura della Regione Veneto, Franco Manzato, ha introdotto oggi a Legnaro-PD la tradizionale conferenza stampa di Veneto Agricoltura per la presentazione del Report 2013 sulla congiuntura del settore agroalimentare regionale.

L’agricoltura veneta nel 2013 ha saputo infatti difendersi bene dalla crisi che attanaglia l’economia nel suo insieme. Un dato su tutti: il valore della produzione agricola è aumentato complessivamente di circa il 4% rispetto al 2012, sfiorando i 5,5 miliardi/€, un risultato ottenuto grazie alla buona performance di alcune produzioni quali mais, soia e vino.

La fotografia dell’agroalimentare veneto 2013 mostra però anche altri dati; su tutti l’ulteriore calo del numero delle imprese agricole attive iscritte al Registro delle Imprese delle Camere di Commercio, sceso a 67.682 aziende, legato al lento ricambio generazionale e al contemporaneo accorpamento delle proprietà (-6,5% rispetto al 2012). In calo anche il numero di occupati in agricoltura, scesi nel 2013 a 65.536 addetti (-13% rispetto all’anno precedente).

Vediamo più in dettaglio i numeri del 2013 settore per settore presentati da Veneto Agricoltura.

Cereali e colture industriali

L’eccezionale piovosità della primavera 2013 ha penalizzato i cereali autunno-vernini (frumento tenero -14% e frumento duro -40%). La quantità di orzo è aumentata invece del +26% ma solo grazie all’incremento della superficie investita (+34%). Il mais si è confermato la prima coltura regionale con una superficie di 248.000 ettari (-8%) e una produzione salita a 2,2 milioni tonnellate (+48%). Relativamente alle colture industriali, va segnalata la straordinaria performance della soia (superficie +20%; produzione 295.000 t, +88%, record degli ultimi dieci anni; +4% il prezzo medio annuo). Bene anche il tabacco (+11%) e girasole (superficie +128%, produzione +123%). In calo invece barbabietola da zucchero (-27% per superficie e produzione) e colza (-27%).

Colture ortofrutticole

Nel 2013 le superfici totali investite a orticole hanno segnato una leggera flessione (circa 31.200 ettari, -1% rispetto al 2012); di queste, quelle in pieno campo, circa l’80% degli ortaggi coltivati nel Veneto, ha raggiunto circa i 25.500 ettari (+5%). Tra le principali colture va segnalata la forte flessione della produzione di patate (-47%) e il calo produttivo della lattuga (-10%); l’aumento della superficie e della produzione di radicchio (rispettivamente +20% e +14%) e la tenuta della fragola (+1,5%). Per la frutticoltura legnosa si segnala un’annata scarsamente produttiva per melo (-11%), pero (-16%) e pesco (-4%), e moderatamente positiva per il kiwi (+8%). I prezzi medi della frutta hanno invece registrato incrementi significativi: mele +23%, pere +12%, pesche +57% e kiwi +16%.

Florovivaismo

Anche per questo comparto si segnala un calo della superficie lavorata (3.550 ettari, -5,5%) e del numero di aziende attive (1.600 unità, -1,3%). La produzione complessiva regionale ha superato comunque i 2,2 miliardi di piante (+5%). Difficoltà sono emerse per l’anomalo andamento climatico primaverile e a causa della domanda non particolarmente vivace, con conseguenti problemi di liquidità da parte delle aziende con riduzioni del fatturato tra il 10% e il 20%.

Vitivinicoltura

Il vigneto veneto ha raggiunto nel 2013 un’estensione di 77.480 ettari (+1% rispetto al 2012), con una vendemmia pari a 11,8 milioni di quintali di uva (+9%), dai quali sono stati ottenuti 9 milioni di ettolitri di vino (+11,5%). Il prezzo delle uve da vino in Veneto è diminuito (mediamente -11%), mentre il prezzo dei vini DOP ha registrato un incremento medio annuo del +5-10%. Ancora in crescita le esportazioni di vino, che nel 2013 hanno di poco superato i 600 milioni di kg (+0,5%) per un fatturato che sfiora 1,6 miliardi/€ (+10%).

Zootecnia

Il calo della produzione di latte (10,6 milioni di ettolitri, -1,1%) e del numero di allevamenti (3.662, -4,4%) hanno consentito di evitare lo splafonamento della quota assegnata al Veneto e di aumentare il prezzo del latte, salito mediamente a circa 42 €/100 litri (+7%). La produzione veneta di carne bovina è scesa a 193.200 tonnellate (-4,6%), mentre l’annata è stata sostanzialmente favorevole per la carne suina (produzione +2,4%, prezzo medio annuo +1%). La carne avicola ha subìto una flessione produttiva (-4,7%), ma ha beneficiato di un andamento di mercato favorevole (+2,6% il prezzo medio annuo).

Pesca e acquacoltura

Il pescato sbarcato nei mercati ittici veneti nel 2013 è stato di circa 17.465 tonnellate (-0,1%) per complessivi incassi pari a 41,4 milioni di euro (+1,1%). La flotta peschereccia ha subìto un’ulteriore perdita di unità, scendendo a 699 unità (-0,7%), come pure le aziende impegnate nella produzione ittica primaria (2.964 unità, -2,6%).

Industria alimentare

Nel 2013 il numero delle Industrie alimentari venete attive iscritte al Registro delle Imprese delle Camere di Commercio è rimasto sostanzialmente invariato (3.650 unità), mentre le altre imprese manifatturiere hanno subìto complessivamente una flessione del -2,6%.

Import/Export

Il deficit della bilancia commerciale dei prodotti agroalimentari nel 2013 è salito a 880 milioni di euro rispetto ai 751 milioni registrati nel 2012 (+17,2%) in seguito a un aumento delle importazioni (+7,6%) rispetto alle esportazioni (+6,1%). Nello specifico, la crescita delle importazioni è dovuta principalmente alle colture agricole non permanenti (+16,1%), granaglie, amidi e prodotti amidacei (+19,8%), prodotti delle industrie lattiero-casearie (+13,3%), prodotti da forno e farinacei (+13,2%) e carne lavorata e conservata e prodotti a base di carne (+12,7%). Per quanto riguarda l’export, i maggiori incrementi hanno riguardato oli e grassi vegetali e animali (+38,9%), prodotti della pesca (+24,2%), piante vive (+14,3%), prodotti della silvicoltura (+12%), prodotti per l’alimentazione degli animali (+11,3%) e bevande (+10,4%), in particolare vino.

Primi risultati 2014

Circa la nuova annata agraria, vengono date in calo le superfici coltivate a frumento tenero (-10/15%) e frumento duro (-20%), mentre per l’orzo si stima una crescita (+5% circa). Tra le colture a semina primaverile, in aumento la barbabietola da zucchero (+50%) e la soia (+20%); in calo invece le semine di mais (-10/15%, con punte di -15/20% nelle province di Padova e Rovigo).

Per le orticole si segnala oggi un regolare sviluppo, ma la maturazione anticipata di fragole e asparagi ha provocato la sovrapposizione con la merce proveniente da altri areali produttivi nazionali ed esteri, generando un surplus di offerta che ha penalizzato i prezzi.

Per i vigneti, la vendemmia 2014 sarà anticipata di almeno una settimana rispetto all’anno precedente, prevedendo la raccolta delle uve Pinot grigio e Chardonnay a ridosso di ferragosto e quelle di Merlot nella prima decade di settembre. Lo stato fitosanitario è giudicato buono, con una bassa incidenza delle malattie fungine, ma la resa è stimata in calo di circa il 5-10% rispetto all’anno precedente.

Nel primo semestre del 2014 le quotazioni del latte sono rimaste su livelli più elevati di circa +10% rispetto al medesimo periodo del 2013.

Il mercato della carne bovina sta subendo il calo dei prezzi degli animali da macello a fronte di un aumento del numero dei capi macellati. Le quotazioni dei suini dimostrano un andamento leggermente più favorevole rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Il Report completo può essere scaricato al seguente indirizzo: http://www.venetoagricoltura.org/basic.php?ID=5207.

 

Ufficio Stampa