Bollettino Colture Erbacee n. 14/2015 del 17 febbraio


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LA DIFESA INTEGRATA A PUNTATE
PRINCIPI E APPLICAZIONI PRATICHE PER LE COLTURE ERBACEE
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GEODISINFESTANTI/DIABROTICA/MAIS

Gli attacchi di diabrotica non incidono normalmente sull’investimento ma possono determinare una riduzione di produzione a causa di ginocchiature, allettamenti, danno fisiologico dovuto alla riduzione dell’apparato radicale causato dall’attività trofica delle larve. Poiché può svilupparsi bene solo sulle radici di mais (anche la deposizione delle uova avviene normalmente solo su mais) la diabrotica è favorita dalla ripetizione del mais sullo stesso terreno e in generale dalla “quantità” di superficie a mais in monosuccessione in una certa zona o azienda.

A)
INDIVIDUAZIONE AREE CON POPOLAZIONI SOPRA E SOTTO LA SOGLIA DI DANNO: VALUTAZIONE RISCHIO, MONITORAGGIO, CONFRONTO CON LE SOGLIE DI DANNO

Le superfici non soggette a danni economici sono comunque prevalenti anche in zone ove è elevata l’incidenza della monosuccessione; il rischio di danno per un appezzamento è principalmente proporzionale alla incidenza della monosuccessione nella zona, ai livelli di popolazione effettivamente raggiunti nell’area e nel singolo appezzamento considerato, agli anni di coltivazione di mais consecutivi del singolo appezzamento considerato. Tipologia dell’ibrido, epoca di semina, temperature pre-semina e post semina, il tipo di terreni possono poi influire sul reale livello di rischio purché i fattori principali sopra elencati determinino l’effettiva possibilità di una elevata popolazione. È possibile monitorare i livelli delle popolazioni con le trappole cromotropiche e la soglia di danno è pari a 6 adulti/trappola/giorno. Per valori di cattura bassi il rischio di danno è molto basso mentre per valori significativamente al di sopra la probabilità di danno si fa consistente, pur essendo risultati ancora prevalenti gli appezzamenti non danneggiati. Per i valori intermedi, a cavallo della soglia è più importante l’influenza del secondo gruppo di fattori per determinare il rischio effettivo. In pratica la valutazione del rischio con stima dei livelli di popolazione e loro confronto con la soglia, può essere così impostata per il territorio veneto:

1)
zone in cui prevale l’avvicendamento colturale e il mais in monosuccessione rappresenta una percentuale modesta di appezzamenti distribuita nel territorio. Tali zone sono largamente prevalenti nel territorio a sud della linea ferroviaria che attraversa in direzione est-ovest la Regione Veneto (principalmente province di Venezia, Rovigo, aree più meridionali delle province di Treviso e Verona); in tali areali le osservazioni e le segnalazioni ricevute relativamente ai danni degli ultimi 5 anni (quindi gli anni successivi al periodo in cui le popolazioni hanno avuto il tempo di svilupparsi e raggiungere livelli tali da fare danno in condizioni agronomiche e climatiche favorevoli) hanno evidenziato un rischio di danno,
ristretto ai soli appezzamenti in monosuccessione prolungata all’interno dell’areale con prevalente monosuccessione, complessivamente molto basso (< 1 per mille). In tali aree/aziende non è necessario procedere a specifiche strategie anti-diabrotica e l’adesione al fondo mutualistico, che copre anche il danno da diabrotica, dà garanzia per compensare eventuali danni;

2)
zone in cui è prevalente la monosuccessione di mais prolungata (province di Vicenza e Belluno e gran parte di Padova, aree settentrionali delle province di Treviso e Verona); in tali zone nel 2014, annata particolarmente favorevole a sopravvivenza e sviluppo di diabrotica, sono stati registrati danni con frequenza maggiore di sempre. L’incidenza del danno sicuramente economico (perdita di produzione) è risultata fortemente condizionata dagli anni di mais consecutivi; per i mais agli anni 1 e 2 l’incidenza è molto bassa (legata agli effetti di bordo – ovideposizioni al di fuori del mais lungo il bordo dell’appezzamento a mais). Il rischio tende poi ad aumentare progressivamente con gli anni di mais.

B)
VALUTAZIONE
DELLA DISPONIBILITÁ DI SOLUZIONI AGRONOMICHE, BIOLOGICHE, FISICHE O COMUNQUE NON CHIMICHE PER SOSTITUIRE IL TRATTAMENTO CHIMICO OVE NECESSARIO INTERVENIRE

La strategia di difesa largamente più efficace di ogni altra è l’avvicendamento colturale (la rottura della monosuccessione che si può realizzare anche seminando il mais dopo che tutte le uova si sono schiuse – ad es. con mais come seconda coltura dopo un cereale autunno-vernino). Qualsiasi coltura diversa dal mais interrompe il ciclo dell’insetto e un solo anno di interruzione della monosuccessione di mais fa sì che il terreno interessato per due anni consecutivi non contribuisca alla emergenza di adulti anche se l’interruzione della monosuccesione di mais è un anno solo. L’avvicendamento colturale risulta efficace sia come strategia di rotazione che previene il rischio di instaurarsi di popolazioni sopra la soglia di danno (Produzione integrata), sia come intervento saltuario (avvicendamento soft) quando le popolazioni monitorate si avvicinano ai livelli di soglia. Oltre alla strategia agronomica principale e decisiva dell’avvicendamento è disponibili anche una efficace strategia biologica come la distribuzione di nematodi entomoparassiti alla semina.

In base alle conoscenze/ riscontri pratici sopra descritti e a quanto indicato dall’allegato III della direttiva 128/2009 e la recente (6 febbraio 2014) Raccomandazione 2024/63/UE la DI dalla diabrotica non può che basarsi su strategie agronomiche (avvicendamento colturale) eventualmente integrate da trattamenti biologici. Le modalità/intensità delle strategie agronomiche e biologiche saranno modulate sulla base dei livelli di popolazione stimati con i monitoraggi. Il target della DI a regime non può che essere un livello di trattamenti chimici contro la diabrotica pari a zero. La copertura del fondo mutualistico può favorirne l’applicazione garantendo il reddito e proteggendo la salute e l’ambiente.

Per richieste di chiarimento in tempi stretti si può scrivere a (bollettino.erbacee@venetoagricoltura.org).

 

 
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