Bollettino Colture Erbacee n. 17/2015 del 26 febbraio


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LA DIFESA INTEGRATA A PUNTATE
PRINCIPI E APPLICAZIONI PRATICHE PER LE COLTURE ERBACEE
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GEODISINFESTANTI/DIABROTICA-ELATERIDI/MAIS

Nel processo di decisione in merito all’effettuazione o meno del trattamento geoinsetticida alla semina del mais (o in merito all’acquisto o meno semente conciata con insetticidi) si devono considerare i rischi da virosi, nottue, diabrotica, elateridi. Per quanto concerne le virosi la Difesa Integrata (DI) non prevede l’utilizzo di geodisinfestanti (insetticidi microgranulari o concianti) bensì la valutazione del rischio (ristretto a limitate zone definite) e l’utilizzo ove necessario di ibridi resistenti come descritto nel bollettino 9. Altrettanto per le nottue, la DI non prevede l’utilizzo di geodisinfestanti (insetticidi microgranulari o concianti) bensì si basa su interventi di post-emergenza una volta accertato con il modello previsionale, eventualmente integrato dallo “scouting”, la presenza di popolazioni sopra la soglia di danno come descritto nel bollettino 15. Altrettanto per la diabrotica, che ha evidenziato la sua dannosità nella trascorsa stagione 2014 nella parte più settentrionale della regione, la DI non prevede l’utilizzo di geodisinfestanti (insetticidi microgranulari o concianti) bensì l’applicazione della strategia di difesa largamente più efficace di ogni altra l’avvicendamento colturale (la rottura della monosuccessione che si può realizzare anche seminando il mais dopo che tutte le uova si sono schiuse – ad es. con mais come seconda coltura dopo un cereale autunno-vernino). In base alle conoscenze e alla normativa sopra citata la DI dalla diabrotica non può che basarsi su strategie agronomiche (avvicendamento colturale) eventualmente integrate da trattamenti biologici come descritto nel bollettino 14. Per gli elateridi tutti gli elementi per l’applicazione della DI sono disponibili e la loro applicazione non può che portare alla necessità della protezione con geoinsetticidi su una superficie molto limitata come descritto nel bollettino 12. Di fatto quindi il processo decisionale, tenendo conto di tutte le potenziali avversità e dei fattori di rischio non può che portare a una gran parte della superficie non trattata e al ricorso all’uso di geodisinfestanti o di seme conciato con insetticidi su limitate superfici. Tali superfici saranno quelle con popolazioni di elateridi sopra la soglia di danno ed eventualmente, nella fase di passaggio alla piena applicazione della DI, quelle ancora a mais in prolungata monosuccessione con popolazioni di diabrotica sopra la soglia di danno. Si veda lo schema relativo al processo decisionale.

Quali insetticidi per queste limitate superfici?

La sperimentazione e le estese osservazioni evidenziano un apprezzabile rischio che il geoinsetticida/conciante non garantisca la protezione della coltura; la probabilità che il trattamento riesca a controllare in modo efficace l’infestazione varia da poco più di zero a oltre il 70% a seconda di numerosi fattori tra cui il tipo di geodisinfestante o conciante, l’epoca di semina, il tipo di terreno e le condizioni climatiche, soprattutto i livelli di piovosità, che hanno un ruolo primario. Nel 2013 in oltre il 90% delle sperimentazioni parcellari o a parcelloni nessun insetticida (neppure il clothianidin neonicotinoide caratterizzato da elevata efficacia) ha protetto le piante significativamente rispetto al testimone. Con ogni verosimiglianza l’eccezionale piovosità ha determinato la lisciviazione delle sostanze attive (distribuitesi nelle acque superficiali/sottosuperficiali e negli strati più profondi del terreno). Tra i principi attivi disponibili e da lungo tempo sul mercato, il teflutrin ha avuto larga diffusione ed è stato a lungo tempo sperimentato in molte località per molti anni consecutivi; nei confronti degli elateridi questo geodisinfestante utilizzato come microgranulare ha determinato un numero di fallimenti significativamente maggiore rispetto alle protezioni soddisfacenti. Un comportamento analogo è stato osservato anche nelle sperimentazioni in cui lo stesso principio attivo è stato utilizzato come conciante del seme. In generale il rischio di fallimento dei piretroidi, nessuno escluso, è superiore al 50% anche nelle stagioni ordinarie. Il rischio di insuccesso è in qualche misura inferiore per il fosforganico ancora disponibile (clorpirifos) pur rimanendo elevato. Il minor rischio di fallimento è allo stato garantito da thiacloprid (Sonido®, conciante del seme).

Analoghe considerazioni valgono per quanto riguarda eventuali interventi per la protezione da diabrotica. Nel 2014 nella zona con grossa incidenza della monosuccessione (province Treviso, Vicenza e Belluno) sono state fatte osservazioni sistematiche relative all’incidenza dei danni visibili (allettamenti e ginocchiature) in appezzamenti in monosuccessione con elevate popolazioni di diabrotica e analogo potenziale livello di rischio. Teflutrin (Force®) e lamba-cialotrina (Ercole®) hanno rappresentato oltre l’80% dei terreni trattati con geodisinfestanti e quindi solo per questi due fitofarmaci si è potuta esperire una solida analisi statistica. Come evidenziato nella sottostante tabella, Ercole® non ha ridotto la probabilità di avere un danno grave in azienda (nessuna differenza significativa rispetto al non trattato). Force® invece ha ridotto, a un livello molto prossimo alla significatività (p=0.06) il rischio di danno grave: di circa il 50% rispetto al testimone (Tabella 1). Analogo trend ma con differenze meno marcate e non significative si è osservato considerando tutti i casi di danno con allettamenti e ginocchiature > del 5% (Tabella 2).

Tab.1 boll16

Tab. 1. Incidenza dei casi di danni gravi (n° e % di casi con oltre il 20% di piante con ginocchiature e allettamenti) da diabrotica nel 2014 nelle province di Treviso, Vicenza e Belluno. Valori percentuali senza alcuna lettera in comune sono significativamente diversi (P=0,05, test Chi-Quadrato).

 
Tab. 2 boll16

Tab. 2: Incidenza dei casi di danni visibili (n° e % di casi con oltre il 5% di piante con ginocchiature e allettamenti) da diabrotica nel 2014 nelle province di Treviso, Vicenza e Belluno. Valori percentuali senza alcuna lettera in comune sono significativamente diversi (P=0,05, test Chi-Quadrato).

Considerando tutti i casi di presenza di danni visibili, anche minimi, non si evidenza alcuna differenza significativa nell’incidenza dei casi di danno tra appezzamenti non trattati e trattati.

In alcune prove a parcelloni su terreni ad elevata densità di larve di diabrotica teflutrin ha evidenziato una apprezzabile (per quanto incompleta, con presenza comunque di piante ginocchiate e allettate) capacità di protezione da diabrotica anche come conciante del seme mentre thiacloprid (Sonido®) e methiocarb (Mesurol®) non hanno ridotto il danno rispetto al testimone.

Al momento della semina non si conoscono le condizioni climatiche successive; oltre alla mancata protezione, il geoinsetticida può essere causa anche di effetti fitotossici tali da ridurre l’investimento (in alcuni casi anche la produzione). In generale i trattamenti insetticidi comportano sempre una qualche riduzione di emergenza (di entità variabile a seconda di diversi fattori).

A maggior ragione la convenienza di un trattamento va riservata alla effettiva presenza di popolazioni sopra la soglia di danno dopo aver valutato ogni altra possibile opzione. A differenza dei trattamenti insetticidi il fondo mutualistico funziona con qualsiasi andamento climatico

Per richieste di chiarimento in tempi stretti si può scrivere a (bollettino.erbacee@venetoagricoltura.org).

 

 
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