02.11.2015 Cereali, Veneto, i prezzi non aiutano gli agricoltori


Raccolto 2015: causa meteo male mais (-25%) e soia (-15%). Il frumento duro invece triplica gli ettari coltivati; ottima annata anche internazionale, che però vuol dire prezzi al ribasso; un’altalena negativa che coinvolge tutte le produzioni.

Annata a due marce per le colture cerealicole in Veneto.Bene i cereali autunno-vernini, frumento in testa, favoriti da un andamento climatico primaverile nella norma;male le colture a semina primaverile(mais, soia, barbabietola da zucchero) penalizzate dalle prolungate ondate di caldo torrido durante l’estate. Sono queste le prime indicazioni fornite dagli esperti di Veneto Agricoltura che hanno interpellato gli operatori locali e analizzato l’andamento del mercato delle principali commodity agricole (mais, frumento e soia).

Ilfrumento teneromigliora leggermente le rese rispetto al 2014 (6,5 t/ha, +2%), ma complice il calo degli ettari seminati (-4,5%, 80.000 ha), la produzione finale si riduce a circa 530mila tonn. (-2,5%). Risultati simili per il frumento duro, la cui resa migliora rispetto alla precedente annata agraria (6,2 t/ha, +3%), ma considerando che gli ettari coltivati sono quasi triplicati (da 4.300 ha a 11.300 ha), anche la produzione risulta notevolmente aumentata, raggiungendo le 70 mila tonn. Bene pure l’orzo, la cui resa dovrebbe salire a 4,8 t/ha (+6%).

Male invece le colture primaverili: ilmais, dopo il raccolto record del 2014, ha sofferto i prolungati periodi siccitosi con temperature molto elevate dei mesi estivi. Di conseguenza la resa, secondo le prime indicazioni raccolte, potrebbe scendere del -15% rispetto all’annata precedente, cioè a circa 10 t/ha. Considerando che le superfici coltivate sono diminuite a circa 210.000 ettari (-10% circa), il raccolto finale atteso viene stimato a circa 2,1 milioni di tonn., in significativo calo del -25%. Anche lasoiaè stata penalizzata dal pessimo andamento climatico estivo (resa 3,3 t/ha, -20/25% sul 2014); quindi, nonostante gli ettari coltivati vengano stimati in crescita per questa coltura, raggiungendo circa 135-140 mila ettari (+10/15%), la produzione finale si prevede possa scendere a circa 440-450mila tonn., in calo di circa -15% rispetto all’annata precedente.

E piove sul bagnato… le analisi di mercato dei future quotati alla Borsa merci di Chicago evidenziano che i prezzi a livello internazionale continuano amuoversi verso il basso. Le previsioni rilasciate dallo Usda, stimano infatti una produzione mondiale record di frumento per la campagna commerciale 2015-2016 con un ulteriore aumento delle scorte finali di prodotto, cosa che inevitabilmente spingerà verso il basso i listini; e anche per la soia i fondamentali di mercato (domanda, offerta, consumi, commercio) sono impietosi… fa eccezione il mais, che presenta consumi in crescita a fronte di un calo della produzione, che potrebbe comportare una continuazione del trend di rialzo delle quotazioni.

Sul mercato nazionale: i listini quotati alla borsa merci di Bologna hanno avuto un andamento decrescente più costante e con una minor volatilità dei prezzi rispetto alle principali piazze di contrattazione internazionali, toccando i valori minimi a settembre/ottobre, quando le quotazioni sono scese a circa 180 euro/t per il frumento tenero (varietà fino), 330 euro/t per la soia, mentre le quotazioni del mais nazionale si sono mantenute sostanzialmente stabili attorno ai 160 euro/t.

Maggiori informazioni nell’ultimo numero della Newsletter “I mercati del frumento, mais e soia n. 57 – Ottobre 2015”, scaricabile al seguente link: http://bit.ly/1PfX0tp

 

Ufficio Stampa