19.11.2015 Florovivaismo veneto ancora in difficoltà: calano i consumi interni, peggiora il commercio con l’estero

 

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Il saldo commerciale con l’estero dell’import/export nazionale di piante vive e prodotti della floricoltura (fiori, fronde, bulbi, ecc.) nel 2014 è stimato in 200 milioni di euro. Un dato certamente positivo, ma non è tutto oro quello che luccica, anzi, per restare in tema, non tutti i fiori sono senza spine. Il saldo positivo è infatti in calo del 7% rispetto al 2013, in virtù di minori esportazioni (642 milioni di euro, -1,8%) a fronte di un aumento, seppur lieve, delle importazioni (442 milioni di euro, +0,6%). Per quanto riguarda i consumi nazionali di piante e fiori, le stime effettuate da Veneto Agricoltura su dati Ismea, che monitora con continuità la spesa e la domanda interna, indicano che nel 2014 c’è stata una leggera flessione della spesa complessiva di prodotti florovivaistici in Italia, attestatasi su circa 2,037 miliardi di euro (-1,2% rispetto al 2013).

Queste e altre indicazioni emergono dall’analisi degli esperti di Veneto Agricoltura che hanno messo sotto la lente il commercio con l’estero e i consumi di prodotti florovivaistici nazionali e del Nord-Est.

Ad incidere negativamente sugli scambi italiani con l’estero sono soprattutto i fiori recisi, il cui saldo negativo è salito da 80 a 85 milioni di euro, e in misura minore gli altri prodotti (bulbi, tuberi, radici, ecc.) che generano un saldo negativo di circa 40 milioni di euro. A risollevare la bilancia dei pagamenti con l’estero sono soprattutto le piante vive, che nonostante un incremento delle importazioni pari a 227 milioni di euro, hanno registrato un saldo positivo di 277 milioni di euro, in leggera flessione (-2%) rispetto al 2013. Positivo anche il contributo del comparto foglie e fogliame, che presenta un saldo attivo di circa 50 milioni di euro. Il Veneto, purtroppo, come da tradizione registra un saldo negativo del commercio con l’estero di piante vive di circa 28 milioni di euro, in crescita del +4% rispetto al 2013, in conseguenza di un incremento delle importazioni (50 milioni di euro, +8,7%) più rilevante in termini assoluti rispetto alla crescita delle esportazioni (22,7 milioni di euro, +15%).

Per quanto riguarda la domanda interna di fiori e piante, il maggior numero di acquirenti si trova nelle regioni del Sud Italia e Sicilia (32,9%), dove tuttavia la quota relativa di spesa in valore è stata del 27,4%, la stessa osservata nelle regioni del Nord-Ovest. Il resto della spesa viene effettuato per il 23,8% nel Nord-Est e per il 21,3% nelle regioni del Centro e Sardegna. La spesa in fiori, stimata in circa 1,2 miliardi di euro (-2,9%), rappresenta il 59,3% della spesa totale del comparto ed è prevalentemente a carico delle regioni del Sud e Sicilia (34,8%). La spesa in piante invece, stimata in circa 830 milioni di euro (+1,5%), viene realizzata prevalentemente nelle regioni del Nord-Ovest (33,7% della spesa totale nazionale) e Nord-Est (28,7%).

I canali di acquisto rimangono principalmente il negozio tradizionale (59%) e il chiosco attrezzato lungo la strada (22%) per i fiori, mentre la vendita di piante ha registrato nel 2014 un cambiamento epocale, poiché la quota di vendite effettuata nei garden center/vivai ha per la prima volta pareggiato quella del negozio tradizionale (34,6%). In calo le vendite nei Super/Ipermercati (-12,6%). Per quanto riguarda le occasioni di acquisto, i fiori vengono comperati principalmente ad uso cimiteriale o in particolari ricorrenze (Festa della donna, Festa della mamma, ecc.) rispettivamente dal 39% e dal 34% degli acquirenti. Le piante invece vengono acquistate prevalentemente per abbellire la casa (62% dei casi) o, in misura inferiore, in particolari ricorrenze.

In conclusione l’andamento del mercato nel 2014 è stato altalenante: nel confronto periodo su periodo rispetto al 2013 si è registrato prevalentemente un calo della spesa, ad esclusione dei mesi di marzo, aprile e ottobre quando invece la spesa è stata superiore a quella del 2013. È interessante l’analisi del profilo degli acquirenti: i prodotti florovivaistici sempre più vengono acquistati da donne (64%), da persone di oltre 55 anni di età (50% circa degli acquirenti, dieci punti percentuali in più rispetto al 2012), mentre si riduce in maniera rilevante la quota di acquirenti nelle fasce di età più basse (meno di 44 anni), scesa da 37,4% nel 2011 a 31,6% nel 2015. Prevalgono i consumatori pensionati (25,9%) e ancor di più le casalinghe (28%): insieme la loro quota è passata da 42,5% nel 2012 al 54% del 2015. Infine sale la quota di acquirenti di livello socio-economico medio alto (18,7%) e medio basso (33%), a scapito di quelli con reddito medio (26,9%) o basso (16%).

Nel primo semestre del 2015 la spesa ha mantenuto il trend registrato negli anni precedenti: si stima che la spesa cumulata in fiori e fronde, piante, alberi e arbusti in Italia si attesti su circa 919 milioni di euro, sostanzialmente gli stessi livelli dell’anno precedente (-0,4%). Nel dettaglio la spesa in fiori rispetto allo stesso periodo del 2014 risulta stabile (circa 510 milioni di euro), mentre la spesa in piante registra un lieve calo a circa 409 milioni di euro (-1%). Nel Nord-Est la spesa complessiva viene stimata in circa 223,5 milioni di euro, sostanzialmente invariata, come risultante di una dinamica contrapposta: mentre la spesa in piante registra un calo del -1,7% (circa 120 milioni di euro), il valore degli acquisti di fiori è aumentato di quasi il 2%, essendo salito a circa 104 milioni di euro.

 

UN FV nov2015 Spesa complessiva fiori e piante nel Nord-Est