Bollettino Colture Erbacee n. 12/2016 del 11 febbraio



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LA DIFESA INTEGRATA A PUNTATE
PRINCIPI E APPLICAZIONI PRATICHE PER LE COLTURE ERBACEE


Nematocidi-fungicidi/parassiti del terreno/colture diverse (2)

Fornite le informazioni generali sulla problematica delle malattie delle piante derivanti da parassiti del terreno, anche per queste malattie la Difesa Integrata prevede due fasi.

A) INDIVIDUAZIONE AREE CON POPOLAZIONI SOPRA E SOTTO LA SOGLIA DI DANNO: VALUTAZIONE RISCHIO, MONITORAGGIO, CONFRONTO CON LE SOGLIE DI DANNO

Particolarmente a rischio sono le zone litoranee del Veneto, caratterizzate da terreni generalmente sabbiosi e da “stretti” avvicendamenti, dove l’incidenza dei nematodi del genere Meloidogyne e Heterodera è più elevata. Anche se sono stati registrati casi di danni significativi di nematodi su una coltura molto diffusa come la soia, le colture maggiormente a rischio sono quella della carota (coltivata per oltre 2000 ha nel litorale Veneto-Emiliano) e quella del Radicchio (con oltre 8000 ha solo nel Veneto), in modo particolare nella zona costiera, per le strette rotazioni ed i terreni per lo più sabbiosi.

Nell’entroterra con terreni più a medio impasto e in successione a frumento più raramente si verificano attacchi di nematodi.

Per quanto riguarda le orticole in serra, le colture che presentano più frequentemente problemi sono: melone, zucchino, cetriolo, lattuga e solanacee; soprattutto dove si avvicendano in stretta successione due famiglie di ortaggi, entrambe suscettibili, cucurbitacee e solanacee.

Individuati gli appezzamenti con fattori di rischio è possibile procedere in questi con dei campionamenti (abbastanza onerosi in termini di tempo):

Campionamento del suolo per la stima del livello delle popolazioni dei parassiti

I parassiti legati al suolo hanno distribuzione in genere eterogenea, ad esempio a macchia di leopardo nell’ambito dei singoli appezzamenti, anche su piccola scala. Pertanto la scelta del tipo di campionamento per la valutazione in campo è d’importanza vitale e potrebbe essere specifica per ciascun parassita. Per alcuni di questi un tracciato standard come quello a ‘W’ è spesso considerato il più adatto. Nel caso dei nematodi si suggerisce, per un’indagine generale dell’appezzamento, un tracciato a ‘W’ per il campionamento del suolo, costituito da 30-40 sub-campioni (carotaggi del suolo) che costituiranno il campione complessivo (idealmente circa 70 sub-campioni per ettaro costituiscono il campione rappresentativo dell’area).

Una volta adottata la strategia ottimale di campionamento, è importante la scelta della corretta dimensione del campione per esprimere appieno le potenzialità di rilevazione del parassita. Ad esempio il peso dell’unità di campionamento del suolo ai fini dell’estrazione dei nematodi è di 200g, che risulta il più adatto sia a metodi di estrazione classici che di tipo molecolare (estrazione del DNA). Con la sempre maggior carenza di professionisti esperti in nematologia in Europa, i test basati sul DNA si sono sviluppati ad uso dei non specialisti per soddisfare le esigenze dell’industria agro-alimentare che ha l’urgenza di determinare in tempi rapidi la presenza o meno di una determinato nematode o patogeno. I test diagnostici genetici sono di due tipologie: quello di assenza/presenza con il metodo PCR standard o quelli più sofisticati (qPCR), che quantificano il grado di presenza del parassita. Sono test molto veloci ed hanno alta sensibilità in confronto con quelli classici.


SOGLIE DANNO: le informazioni sono allo stato limitate
e
variano al variare del parassita, ad esempio per nel caso di nematodi galligeni come Meloidogyne sono considerate
infestazioni medio-alte
un numero di larve di 2° stadio L2 = 500-2000 ogni 100 cc di terreno. Mentre la soglia di tolleranza per il nematode cisticolo della carota è di 0,3-0,8 uova/ cm3 di terreno e per il nematode cistiforme della patata è invece di 2 uova/g di terreno.

Per quanto riguarda i nematodi galligeni (Meloidogyne e Heterodera) la valutazione a coltura in atto dell’infestazione radicale, si basa su un campionamento degli apparati radicali, nel corso della coltura (ad esempio a luglio sul pomodoro da mensa) e sull’attribuzione delle classi d’infestazione alle radici campionate, secondo la classificazione di Lamberti (1971) da cui si calcola l’indice galligeno (IG da 0 a 3) secondo la formula:

IG = Σ (n.radici × classe di infestazione)/n. radici totale.

 

i dati meteorologici


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