31.05.2016 Semine 2016 in Veneto: in crescita il frumento, cala il mais, tiene la soia

 

“Eppur qualcosa si muove!”, oppure: “Il vento sta cambiando?”. Sono due possibili slogan che ben sintetizzano la situazione attuale nei mercati delle principali commodities agricole sia sulle principali piazze di contrattazione nazionale per che quanto riguarda i futures quotati nelle borse merci internazionali e in particolare alla borsa merci di Chicago.

La situazione non è però valida allo stesso modo per tutti i prodotti.

Il frumento sembra essere in una situazione di sostanziale equilibrio e nei mercati nazionali si mantiene in una fascia prezzo attorno ai 170 euro/t (circa -5/-10% rispetto ad inizio anno a seconda delle piazze di contrattazione). Considerate anche le buone previsioni per il nuovo raccolto della campagna 2016/17 rilasciate dallo Usda (il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti), allo stato attuale e almeno nel breve-medio periodo, non sembra che la situazione possa modificarsi in maniera repentina e con ampie oscillazioni né in aumento né in diminuzione.

Il mais sta registrando negli ultimi mesi una ripresa dei listini, risaliti a oltre 180 euro/t nelle principali borse merci nazionali (+5/+10% rispetto ad inizio anno). Le previsioni per il prossimo futuro sono in linea con quelle del frumento, tuttavia, per il mais la situazione è meno tranquilla: infatti, nonostante il livello delle scorte sia rimasto praticamente invariato nelle ultime campagna commerciali, la stima di maggiori consumi sta portando lo stock-to-use, cioè il rapporto tra scorte e consumi, alla soglia del livello critico del 20%. Sarebbe sufficiente una riduzione della produzione rispetto alla stime iniziali per mettere in tensione i mercati, come sta infatti avvenendo a causa delle difficoltà nel raccolto argentino.

La soia presenta una situazione leggermente diversa: dopo che i prezzi si sono mantenuti sostanzialmente stabili da settembre/ottobre 2015 fino a febbraio 2016, a partire da marzo le quotazioni hanno puntato decisamente verso l’alto, arrivando a superare i 1.000 centesimi di dollaro per bushel sul mercato di Chicago (oltre 330 euro/t) e a livello nazionale i listini si sono riportati a ridosso dei 400 euro/t (+10/+15% circa rispetto al mese di marzo). Poiché nelle ultime tre campagne commerciali i consumi sono aumentati più che proporzionalmente della produzione, le scorte finali a livello mondiale sono in diminuzione e il livello di stock-to-use si sta avvicinando alla soglia critica del 20% come per il mais. Tale aspetto sta influenzando i mercati, i quali, cogliendo questi segnali di tensione, hanno iniziato una ripresa dei prezzi che potrebbe essere più duratura dei rally ascendenti registrati negli ultimi due anni e avere delle oscillazioni di prezzo significative.

In questo scenario, si stanno ormai avviando a conclusione le semine delle colture primaverili come mais e soia. Le previsioni di semina per l’annata 2016 in Veneto, indicano una crescita gli investimenti nei cereali a semina autunno-vernina: le superfici a frumento tenero dovrebbe portarsi a circa 85.000 ettari, in aumento del +5/10% rispetto al 2015 e gli incrementi potrebbero essere ancora più consistenti per quanto riguarda il frumento duro (atteso a circa 17 mila ettari, con una crescita del 50%), l’orzo (14.000 ettari, +10% circa) e altri cereali minori. Per contro, le stime di semina del mais sono in ulteriore diminuzione: secondo le indicazioni raccolte presso gli operatori locali, le superfici coltivate a mais granella potrebbero scendere al di sotto dei 180 mila ettari, con una flessione compresa tra il -5/10%. Considerando anche le superfici investite a mais ceroso, nel complesso la coltura potrebbe non superare i 200 mila ettari coltivati, in calo di un terzo rispetto a dieci anni fa, quando superava i 300 mila ettari. La barbabietola da zucchero dovrebbe confermare le superfici coltivate nel 2016, poco sopra i 12.000 ettari. Per quanto riguarda la soia, attualmente le stime indicano una sostanziale tenuta delle superfici coltivate rispetto al 2015 (circa 130-135 mila ettari), o tutt’al più una lieve flessione compresa tra il -1/3%. Tuttavia, l’attuale ripresa dei prezzi sui mercati potrebbe incentivare gli agricoltori a seminare soia di secondo raccolto, limitando di fatto la leggera flessione attualmente stimata o addirittura facendo anche incrementare gli ettari seminati rispetto all’anno precedente.