29.11.2016 RIDURRE I COSTI, MIGLIORARE LA QUALITÀ. ORTICOLTURA, PORTAINNESTI, LUCI E OMBRE


Domani a Rosolina (RO, ore 10) Veneto Agricoltura, presso il proprio Centro “Po di Tramontana”, presenta i risultati delle ricerche sull’innovazione basata sui portainnesti per alcune colture orticole di punta: pomodoro, melanzana, anguria, melone, ecc.

Da diversi anni (precisamente dal 2009) Veneto Agricoltura a Rosolina RO, presso il proprio Centro Sperimentale Ortoflofloricolo “Po di Tramontana”, realizza prove con i portainnesti (che Wikipedia definisce ”pratica agronomica per la moltiplicazione agamica delle piante realizzata con la fusione anatomo-fisiologica di due individui differenti”, ovvero innestare una pianta in un’altra per avere un nuovo “individuo”, che sarà quello innestato). Si è partiti – come sottolinea Alberto Negro, Direttore di Veneto Agricoltura, che domani introdurrà a Rosolina (RO) i lavori di un workshop apposito sull’interessante argomento (inizio ore 10:00) -, con la coltura più diffusa, il pomodoro, fino ad arrivare all’esperienza 2016 in cui si sono state prese in considerazione anche le specie orticole ove l’utilizzo del portainnesto è poco conosciuto e quindi meno utilizzato. È opportuno sottolineare che la sperimentazione dell’Agenzia sui portainnesti è stata realizzata non solo presso il Centro Po di Tramontana, ma anche presso aziende esterne (quindi direttamente presso i produttori), al fine di capire ancor meglio difficoltà/criticità degli orticoltori professionali. L’incontro di domani però tenderà a sottolineare “luci e ombre” di questa innovazione.
Luci: dove abbiamo orticoltura intensiva, quindi terreni facilmente stanchi per la presenza al suo interno di troppi patogeni/parassiti, l’uso del portainnesto può essere vantaggioso specie se inserito in una strategia integrata; in questo contesto, precisano i tecnici di dell’Agenzia regionale per l’Innovazione nel settore primario, diventa quasi indispensabile per la coltivazione di alcune specie come pomodoro, melanzana, melone e anguria.
Ombre: per introdurre l’utilizzo dei portainnesti su altre specie vanno studiate le caratteristiche tecniche di coltivazione e gestione delle stesse piante innestate oltre, ovviamente, alle caratteristiche organolettiche dei frutti raccolti; non secondario, infine, ribadiscono i tecnici di Veneto Agricoltura, l’aspetto economico: l’obiettivo è sempre quello di cercare di ridurre i costi di produzione.
Il Programma della giornata formativa/informativa che sarà coordinata dal prof. P. Sambo (Università di Padova), prevede dopo l’intervento del Direttore di Veneto Agricoltura), un approfondimento sul “Registro Nazionale dei portainnesti di piante Ortive: aspetti normativi, fitosanitari ad applicativi” (M. Montanari CREA-SCS Bologna, Ilaria Alberti CREA-CIN Rovigo); seguito dalla presentazione di alcune “Esperienze regionali e nazionali: – area orticola alto veneziano, colture in serra (D. Rolvaldo, Consorzio ort. COOP Bibione); – area orticola veronese, colture in serra e di pieno campo (D. Boscaini, Resp.Tec. APO Scaligera e N. Accordi Tecnico APO Scalig.) – area orticola CentroSud Italia (M.V. Dal Grosso, G. Nicotra, Ass.ne ANTESIA)”.
L’”Incidenza dei portainnesti sulla qualità del prodotto commerciabile” (C. Nicoletto, Ricercatore Univ. di Padova); e gli approfondimenti sulla “Sperimentazione varietale sui portainnesti” (F. Tosini, Resp. Centro Sperimentale “Po di Tramontana”), chiuderanno l’interessante workshop.