Bollettino Colture Erbacee n.17/2017 del 21 febbraio


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LA DIFESA INTEGRATA A PUNTATE
PRINCIPI E APPLICAZIONI PRATICHE PER LE COLTURE ERBACEE

NEMATOCIDI-FUNGICIDI/PARASSITI DEL TERRENO/DIVERSE COLTURE

I parassiti legati al suolo come nematodi e funghi possono diventare, in specifiche condizioni, importanti fattori limitanti la produttività e particolarmente difficoltosi da controllare, considerato anche quanto sia limitata la conoscenza concreta sull’utilizzo delle tecniche di difesa.

Come controllare i parassiti legati al suolo (funghi e nematodi) nelle specie orticole e seminativi e come migliorare le sinergie tra diverse combinazioni di piante e sistemi colturali?

Anche per queste malattie la Difesa Integrata prevede due fasi.
 
A) INDIVIDUAZIONE AREE CON POPOLAZIONI SOPRA E SOTTO LA SOGLIA DI DANNO: VALUTAZIONE RISCHIO, MONITORAGGIO, CONFRONTO CON LE SOGLIE DI DANNO

Particolarmente a rischio sono le zone litoranee del Veneto, caratterizzate da terreni generalmente sabbiosi e da “stretti” avvicendamenti, dove l’incidenza dei nematodi del genere
Meloidogyne e
Heterodera è più elevata. Anche se sono stati registrati casi di danni significativi di nematodi su una coltura molto diffusa come la soia, le colture maggiormente a rischio sono quella della carota (coltivata per oltre 2000 ha nel litorale veneto-emiliano) e quella del radicchio (con oltre 8000 ha solo nel Veneto), in modo particolare nella zona costiera, per le strette rotazioni ed i terreni per lo più sabbiosi.
Nell’entroterra con terreni più a medio impasto e in successione a frumento gli attacchi di nematodi si verificano più raramente.
Per quanto riguarda le orticole in serra, le colture che presentano più frequentemente problemi sono: melone, zucchino, cetriolo, lattuga e solanacee; soprattutto dove si avvicendano in stretta successione due famiglie di ortaggi, entrambe suscettibili, cucurbitacee e solanacee.

Individuati gli appezzamenti con fattori di rischio, è possibile procedere in questi con dei campionamenti (abbastanza onerosi in termini di tempo): si veda per i dettagli il bollettino 12/2016.

B) VALUTAZIONE DELLA DISPONIBILITÁ DI SOLUZIONI AGRONOMICHE, BIOLOGICHE, FISICHE O COMUNQUE NON CHIMICHE PER SOSTITUIRE IL TRATTAMENTO CHIMICO OVE NECESSARIO INTERVENIRE

Le potenziali strategie di difesa “non chimica” si possono raggruppare in diverse categorie:
•   
Tecniche agronomiche

Avvicendamento: con interruzione della specie considerata variabile a seconda della malattia e del livello di infestazione;

Innesto erbaceo (diffuso soprattutto per Solanacee e Cucurbitacee);

Sovesci con piante trappola (
Raphanus sativus, Eruca sativa, Sinapis alba) attrattivi verso i nematodi, che non riescono a completare il ciclo; ciclo colturale 40-60 gg;

Sovesci ad azione biofumigante (
Brassica juncea, Eruca sativa) ad elevato contenuto in glucosinolati, che una volta trinciati producono isotiocianati, sostanze volatili con effetto disinfestante nel suolo;

Aumento in generale del livello di sostanza del terreno;

Coltivazioni fuori suolo o idroponiche.
•   
Mezzi fisici

Solarizzazione – surriscaldamento del terreno per un periodo di 30-50 gg, applicabile solo in estate, nei mesi di luglio-agosto con stesura di polietilene in serra, previo inumidimento del terreno (efficace solo nei primi 10-15 cm di terreno);

Surriscaldamento del terreno – con vapore a 100°C per pochi minuti, costi elevati, giustificabile solo da colture ad alto reddito, IV gamma.

Allagamento (Flooding) – può provocare l’asfissia e morte dei nematodi liberi nel suolo, il danneggiamento delle uova e la schiusura delle cisti.
•   
Trattamenti biologici pre-impianto o con coltura in atto

Nematocidi biologici/naturali (
estratti di aglio: da incorporare nel suolo alla semina o trapianto;
Azadiractina A: non più autorizzata in fertirrigazione ma solo per controllo degli insetti;
pellet di farine disoleate di semi di
Brassica carinata: liberano isotiocianati);

Biostimolanti e prodotti a base di miscugli di vari microrganismi.

Per i dettagli si veda bollettino 13/2016.



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