Organizzazioni Produttori ortofrutticoli del Veneto: report 2015

 

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Nel 2015 il totale dei soci aggregati alle Organizzazioni di Produttori (OP) del Veneto ammonta a 3.726 unità (fig. 1), in calo del 6,5% rispetto all’anno precedente: è un dato che conferma l’andamento negativo in atto e che è ormai strutturale, dal momento che si registra una continua riduzione del numero di aziende associate, scese del 25% rispetto al 2010. Il numero dei soci nel 2015 è minore rispetto a quello del 2005: la base associativa delle OP venete è composta da 1.029 aziende agricole individuali e 53 persone giuridiche, sia cooperative che altri tipi di forme societarie.

 

Report OP 2015_fig 1 numero soci produttori aggregato

 

Il totale delle superfici investite nel 2015 è di 13.990 ettari (fig.2), in riduzione del -3,3% rispetto al 2014; tuttavia, è necessario distinguere tra il comparto frutticolo e quello orticolo. La superficie coltivata a frutta ammonta a 7.089 ettari, in calo del 7,4% rispetto all’anno precedente, con un andamento negativo che si protrae dal 2011. Gli investimenti ad ortaggi sono invece pari a 6.900 ettari, in aumento dell’1,2% rispetto al 2014, con un trend positivo che vede un incremento del 24% negli ultimi anni.

La quantità di prodotti commercializzati dalle OP è risalita a 400.596 tonnellate (fig. 3), in aumento rispetto al 2014 (+5%).

 


report OP 2015_fig 2 superfici investite aggregate in Veneto

 

report OP 2015_fig 3 quantità commercializzata aggregata

 

Anche il Valore della Produzione Commercializzata (VPC) è aumentato del 4,6% rispetto al 2014, attestandosi a circa 373,8 milioni di euro. Le OP attive nel 2015 sono state 17, in calo a causa della revoca del riconoscimento all’OP Camposole; nel corso dell’anno è stata autorizzata l’OP Ecor, che però non è stata considerata nell’analisi. Il VPC medio conseguito da ogni OP è pertanto aumentato del 10,7% (22 milioni di euro) e il valore della produzione mediamente riconosciuto ad ogni singolo associato ha quindi superato i 100.000euro, in aumento del 12% rispetto al 2014, un valore più che raddoppiato negli ultimi dieci anni.

Nel 2015, la quota di valore della produzione regionale aggregata dalle OP è scesa al 52,4%, in calo rispetto al 61,4% del 2014; nonostante questa riduzione essa si mantiene al di sopra del 40%, potendo così posizionarsi sui livelli dei paesi più virtuosi dell’EU-27 (fig. 4).


report OP 2015_fig 4 valore della produzione commercializzata in forma aggregata in Veneto

 

report OP 2015_distribuzione VPC aggregato per OPI primi tre posti per VPC generato a livello regionale sono occupati da Ortoromi, che mantiene la sua leadership e registra una crescita del VPC rispetto al 2014 (73 milioni di euro, +13%) aumentando così la sua quota sul totale, seguita da Apo Scaligera, che ha subito un calo del VPC del 12% (36,9 milioni di euro) e APO Ve-Friuli, che registra un aumento del VPC del 2,3% (circa 35,6 milioni di euro). Tra le OP che nel 2015 hanno registrato un significativo incremento del VPC, va segnalata la performance di Nogalba, che dopo la riduzione registrata nel 2014 (-12%) ha fatto segnare una ripresa del VPC di circa il 23%, risalendo a circa 2,1 milioni di euro. Risultati significativi anche per Geofur che, similmente, dopo un calo nel 2014 (-18%), nel 2015 ha registrato un incremento del VPC di circa il 23%. Buoni risultati anche per il Consorzio Funghi di Treviso (26,2 milioni, +14%) e Orti dei Berici (11,9 milioni, +12%). In calo invece, nel 2015, il VPC prodotto dalla OP Il Noceto (2,3 milioni, -37%) e OP.CO.FRU.TA. (8,7 milioni, -10%).

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Per quanto riguarda i canali di commercializzazione (fig. 6), la Distribuzione Moderna (supermercati/catene GDO), costituisce sempre il principale acquirente della produzione commercializzata dalle OP venete con una quota del 41% (pari a 154 milioni di euro). In leggero calo l’ammontare dei prodotti commercializzati all’ingrosso (112,6 milioni di euro, -4,6%), che comunque continuano a rappresentare una quota delle vendite pari al 30% del totale regionale. Si riconferma la terza posizione tra i canali di sbocco,quello delle esportazioni, che pesano per il 20% sul totale con 74 milioni dieuro (+3,9% rispetto al 2014). Le vendite destinate alle imprese di trasformazione sono aumentate (27,5 milioni di euro, +25,2%), mentre è in forte calo il valore dei prodotti trasformati dalle stesse OP (1,3 milioni di euro, -68,7%), che incide, assieme alle vendite al dettaglio, per meno dell’1,5% sul complessivo.

 

report OP2015_fig 6 canali di commercializzazione OP

 

Guardando il VPC aggregato persingolo prodotto (fig. 7), insalate [2] e funghi rappresentano circa il 25% della produzione complessiva. Nel dettaglio, il valore delle insalate ha subìto un leggero calo (44,5 milioni di euro,-0,9%) rispetto al 2014, mentre i funghi con 48,1 milioni di euro, confermano il trend positivo degli anni precedenti e il peso sempre maggiore occupato nel panorama regionale. Tra i principali prodotti, hanno subìto variazioni positive anche i radicchi (23,7 milioni di euro, +12,2%), i cavoli (15,9 milioni di euro, +18,2%) e i pomodori (9,8 milioni di euro,+12,6%); in forte aumento anche gli spinaci (3,2 milioni, +60,6%). Le mele con 25,1 milioni di euro di VPC confermano invece il trend negativo degli ultimi anni (-17,8%).Tra gli altri prodotti che hanno subìto variazioni negative, si segnalano le lattughe (20,3 milioni di euro, -6,9%) le fragole (18,8 milioni, -11,5%), i kiwi (14,3 milioni, -5,3%) e le pere (10,7 milioni di euro, -11,3%).
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report OP2015_fig 7 VPC aggregato per singolo prodotto

 

Confrontando il VPC aggregato dalle OP distinto per prodotto e il totale del valore della produzione generato a livello regionale (fig. 8), si può notare che i funghi mostrano il più elevato grado di aggregazione (87,5% del valore veneto), rimasto sostanzialmente inalterato rispetto all’anno precedente. Rilevante anche la quota di valore aggregata dal comparto insalate (insalata e lattuga), con un grado di aggregazione dell’84,6% del valore veneto e un aumento dell’incidenza di nove punti percentuali rispetto al 2014. Elevata anche la quota aggregata di produzione veneta registrata dai radicchi (73,7%), cipolle e scalogni (che con il 57,3% della produzione a livello regionale rientra a far parte dei principali prodotti), cavoli e cavolfiori (57,2%) e meloni, anche se leggermente in calo, essendo passati dal 40% del 2014 al 37,9%. Continua a ridursi, invece, il peso delle mele, che perdono 6 punti percentuali rispetto all’anno precedente, scendendo ad una quota aggregata inferiore al 30%, e i kiwi, che scendono al 28,6%; gli altri prodotti principali si mantengono in una quota diaggregazione compresa tra il 20% e il 30%.

 

report OP2015_fig 8 Incidenza VPC aggregato sul totale valore produzione regionale per prodotto

 

Infine, analizzando gli investimenti, i contributi ricevuti dalle OP nel 2015 ammontano a 23,5 milioni di euro (-0,7% rispetto al 2014). Le azioni rivolte alla qualità dei prodotti si mantengono al primo posto tra quelle che convogliano gli investimenti delle OP (circa 8 milioni di euro nel complesso) seguite da quelle rivolte alla commercializzazione (6,3 milioni di euro) e alla programmazione della produzione (3,9 milioni di euro). Ma entrando nel dettaglio (fig. 9), le dinamiche degli investimenti hanno avuto un andamento differenziato tra le varie voci nel corso del 2015: hanno evidenziato un calo delle risorse investite le misure relative a produzione (-8,3%), qualità dei prodotti (-4,6%), prevenzione e gestione crisi (-2,1%), azioni ambientali (-6%), sono rimaste sostanzialmente invariate quelle in altre azioni, mentre gli investimenti rivolti alla commercializzazione hanno registrato un incremento dell’8,5% rispetto al 2014. Da segnalare il consistente incremento degli investimenti nelle attività di formazione (+65,7% rispetto al 2014) e in quelle di ricerca e produzione sperimentale (+24,2%).

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report OP2015_fig 9 investimenti OP per misura


[1] Il report è stato realizzato da Deborah Buttaro, stagista dell’Università degli Studi di Padova (corso di laurea in Economia e Management) presso il settore Economia, Mercati e Competitività di Veneto Agricoltura e Renzo Rossetto.

[2] Sono comprese le insalate da taglio (baby leaf, rucola, valeriana,…); sono dunque escluse le sole lattughe a cappuccio (inserite nella voce “lattughe) e le cicorie (inserite nella voce “radicchi”)