ALTO ADRIATICO, GORO E PORTO GARIBALDI: NUMERI IN CALO, MARINERIE IN RISTRUTTURAZIONE

Il Report dell’Osservatorio Socio Economico della Pesca e dell’Acquacoltura dell’Alto Adriatico di Veneto Agricoltura analizza l’intera filiera ittica di due delle più importanti flotte dell’Emilia-Romagna, con numeri preceduti dal segno meno. Bene l’acquacoltura. Sotto la lente le dinamiche del settore.

La flotta peschereccia di Goro (Fe) conta 249 imbarcazioni, in calo nell’ultimo decennio del -27,4%, come anche la stazza e la potenza motore dei pescherecci. Di pari passo, anche la flotta di Porto Garibaldi (Fe), con i suoi 122 pescherecci registrati nel 2017, segna una perdita nello stesso periodo del -10,9%. Alla flotta marittima si associa anche una miriade di piccole imbarcazioni, definite di V Categoria, adibite alla manodopera degli impianti di vongole filippine in laguna e di mitili a mare.

L’ultimo Report prodotto dall’Osservatorio Socio Economico della Pesca e dell’Acquacoltura di Veneto Agricoltura (sorto nel 2004 nell’ambito del Programma europeo ADRI.FISCH con l’obiettivo di raccogliere ed elaborare dati economici e sociali sulla pesca di Veneto, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Slovenia e Croazia) ha preso in esame tutte le componenti che caratterizzano la filiera ittica di due delle maggiori marinerie dell’Emilia-Romagna, appunto, Goro e Porto Garibaldi. Località in cui, oltre alla comune pesca marittima, si associa anche una fiorente attività di acquacoltura che vede il suo fulcro produttivo nella Sacca di Goro. Nell’area vi si ritrova anche una ingente quota di pesca valliva effettuata nelle rinomate Valli di Comacchio, famose per l’anguilla, componente sostanziosa della pesca dell’areale di Porto Garibaldi.

Per quanto concerne le imprese attive nella produzione ittica primaria di Goro, nell’ultimo anno risultano registrate alla Camera del Commercio di Ferrara ben 1.286 unità, l’81% delle quali opera nell’acquacoltura. Nell’area di Porto Garibaldi, invece, le aziende impegnate nel primario ittico sono 449, con il boom nel lungo periodo di quelle dell’acquacoltura.

Nei mercati ittici di Goro e Porto Garibaldi confluiscono i prodotti alieutici tipici dell’area Nord Adriatico, con una buona quota di pesce di valle. Il grosso della produzione di pesce azzurro per la marineria di Porto Garibaldi, tra le più importanti nell’area Alto Adriatico per tale tipologia di pesce, viene venduto però direttamente in banchina ai grossisti dalla locale Associazione Produttori Pesca – DOMAR.

Va comunque sottolineato che il vero e proprio fiore all’occhiello dell’area gorese è rappresentato dall’acquacoltura, in particolare dalla venericoltura che viene effettuata nella Sacca di Goro da 68 imprese, che complessivamente occupano circa 1.700 persone. Le vongole filippine nel corso dell’ultimo anno hanno totalizzato oltre le 13.000 tonnellate, presentando una variazione negativa dei quantitativi, rispetto al 2013, del -30,3%. Anche la mitilicoltura off-shore in pieno mare è fiorente nell’area, infatti le 18 imprese attive nel settore hanno prodotto nel 2017 oltre 6.780 tonnellate, con un calo rispetto al 2013 del -12,4%. Ricordiamo che il Report completo di Veneto Agricoltura può essere scaricato da: http://www.venetoagricoltura.org/wp-content/uploads/2018/07/Le-marinerie-di-Goro-e-Porto-Garibaldi-2018.pdf. Nei prossimi giorni, l’Osservatorio pubblicherà un nuovo Report dedicato alle marinerie di Rimini, Cesenatico e Cattolica.