Bollettino Colture Erbacee n. 29 del 9.4.19 – DI DISERBO MAIS

LA DIFESA INTEGRATA A PUNTATE
PRINCIPI E APPLICAZIONI PRATICHE PER LE COLTURE ERBACEE
DISERBANTI/INFESTANTI/MAIS

L’applicazione dei principi base della Difesa Integrata (DI) dalle infestanti deve innanzitutto considerare gli interventi proattivi (quelli che riducono la consistenza dei semi e delle gemme presenti nel terreno, e che rendono più difficile l’insediamento delle malerbe e ne riducono la competizione) che vanno messi in atto con attenzione e continuità es. avvicendare le colture, evitare il più possibile la diffusione di infestanti da altri appezzamenti (mietitrebbia “sporca”, distribuzione di sostanza organica ricca di semi non devitalizzati, asportazione tempestiva di focolai di infestanti (perennanti e non), falsa semina per quanto possibile. In tal modo si può ridurre la necessità complessiva di interventi diserbanti in ciascun appezzamento. Successivamente, l’applicazione degli altri due grandi principi della DI, allo stato delle conoscenze, può essere impostata come segue:

A) VALUTAZIONE APPLICABILITA’ DELLA INDIVIDUAZIONE DI APPEZZAMENTI SOTTO LA SOGLIA DI DANNO E SOPRA LA SOGLIA DI DANNO
L’infestazione, in particolare la densità, non può essere conosciuta; solo la composizione botanica può essere prevista sulla base dell’infestazione presente negli anni precedenti.
Per la gran parte degli appezzamenti la densità delle infestanti è tale da influenzare negativamente le produzioni; la possibilità di escludere appezzamenti da interventi di controllo delle infestanti, allo stato delle conoscenze, è molto bassa, a meno che con la falsa semina  non si eliminino i primi flussi di emergenze. Questa possibilità invece può essere sfruttata negli eventuali trattamenti successivi di post-emergenza, monitorando l’infestazione.

B) VALUTAZIONE DELLA DISPONIBILITA’ DI SOLUZIONI FISICHE (MECCANICHE) OLTRE CHE AGRONOMICHE (AVVICENDAMENTO), BIOLOGICHE, FISICHE O COMUNQUE NON CHIMICHE, PER SOSTITUIRE IL TRATTAMENTO CHIMICO OVE NECESSARIO INTERVENIRE   
Il controllo delle malerbe nel mais si esegue prevalentemente in pre-emergenza; successivamente, valutate le necessità, si può intervenire in post-emergenza con modalità differenziate sulla base dell’infestazione.
In pre-emergenza si interviene in concomitanza con la semina, quindi su terreno sgombro da malerbe. Dal punto di vista della gestione integrata delle malerbe è consigliabile intervenire in pre-emergenza localizzata, in modo da ridurre l’impiego di erbicidi su terreno nudo. Con l’utilizzo dell’agricoltura di precisione il risparmio di erbicida può arrivare fino al 90%. La localizzazione è particolarmente consigliabile nell’alta pianura, dove il rischio di contaminazione delle falde profonde è più elevato.
Successivamente bisognerà monitorare l’infestazione per valutare se è sufficiente intervenire con sarchiature/rincalzature da sole o combinate con interventi di post-emergenza, ove sono presenti malerbe specifiche.
Il controllo sostenibile delle malerbe nel mais si basa quindi sulla localizzazione in banda e su un attento monitoraggio dell’infestazione nelle settimane successive all’emergenza della coltura. Nel mais gli erbicidi a disposizione sono numerosi e consentono di risolvere gran parte delle problematiche. Il risultato degli interventi di controllo delle infestanti nel mais si decide nei primi 30 giorni dall’emergenza.

Nei terreni a sodo bisogna seminare dopo avere disseccato l’infestazione presente. Questa operazione viene normalmente eseguita con il glifosate (ma in futuro l’uso di questo erbicida dipenderà dalle prossime decisioni che, sia a livello europeo che italiano, verranno prese). Per quanto riguarda gli interventi successivi si possono immaginare i seguenti scenari:
a)    Fase di transizione da agricoltura convenzionale ad agricoltura conservativa. In questa fase la priorità è di ridurre fortemente lo stock di semi nello strato superficiale del terreno. In questa situazione si consiglia di trattare anche in pre-emergenza.
b)    Fase di mantenimento con uno stock di semi ormai consistentemente ridotto, a motivo della mortalità naturale dei semi e della limitata disseminazione. Si consiglia di seminare e di demandare i successivi interventi in post emergenza, una volta monitorata l’infestazione. La fase di transizione dura diversi anni.
In entrambi gli scenari a) e b) bisogna circoscrivere da subito, con interventi idonei, le macchie delle infestanti perennanti (Cirsium arvense, Sorghum halepense, Cyperus spp, Equisetum spp…). Lasciare che dette malerbe costituiscano nel terreno un consistente stock di semi compromette in prospettiva l’applicazione della DI ed è in contrasto con il principio della prevenzione.

L’arrivo della pioggia dopo mesi consentirà l’attivazione degli erbicidi utilizzati in pre-emergenza, garantendo un buon controllo delle malerbe. L’eventualità di ulteriori interventi di post-emergenza dovrà essere quindi valutata con un apposito monitoraggio dell’infestazione presente ad emergenza della coltura completata.

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