CONSERVAZIONE DELLE RAZZE OVINE

L’attività di conservazione delle quattro razze venete viene fatta attraverso la gestione di due centri di conservazione pubblici (conservazione ex situ in vivo), capaci di preservare le caratteristiche morfologiche e funzionali tipiche della razza, anche attraverso dei piani di accoppiamenti mirati ad aumentare la variabilità genetica intra-popolazione. I due centri di conservazione sono gestiti uno nell’Azienda pilota dimostrativa di Veneto Agricoltura a Villiago (Bl) e uno dall’Istituto Agrario “A. della Lucia” di Feltre.

Presso i centri di conservazione sono allevate delle “Unità minima di conservazione” e cioè un gruppo di animali, scelti al fine di massimizzare la variabilità genetica tra loro tale che possa essere garantito il mantenimento in purezza della risorsa genetica.

L’unità di conservazione per le razze ovine è rappresentata da 30 capi adulti più rimonta: 24/26 pecore, distinte in 2 famiglie (o gruppi di monta) e almeno 4-6 maschi-arieti. La rimonta suggerita pari a 20% del gregge e quindi circa 6 capi.

Tutti i capi sono iscritti al registro anagrafico degli ovini.

Programma riproduttivo

La gestione della riproduzione rappresenta la parte più importante dell’attività di conservazione dei nuclei allevati.

In assenza del piano degli accoppiamenti predisposto dall’Associazione Italiana Allevatori (AIA) / Associazione Nazionale Pastorizia (AssoNaPa) il centro di conservazione comunica all’Associazione Regionale Allevatori del Veneto (ARAV) (Delegata alla gestione del registro anagrafico), per il tramite di AIA / AssoNaPa, il piano degli accoppiamenti (piano di riproduzione) utilizzato annualmente.

La riproduzione viene pianificata su base annuale (1 parto per anno), senza forzature; la sincronizzazione farmacologica ormonale degli estri è permessa solo in casi particolari, come ad esempio, quando sia necessario effettuare l’inseminazione artificiale allo scopo di aumentare la variabilità genetica del nucleo. Gli accoppiamenti, presso il Centro di conservazione di Villiago (Veneto Agricoltura), avvengono di norma tra settembre e novembre (eventuali periodo diversi sono accettati se motivati da esigenze organizzative del centro) vengono monitorati e prevedono l’utilizzo in periodo diversi di almeno 2 arieti per famiglia. Le gravidanze sono confermate e monitorate con indagine ecografica.

Al parto tutti gli agnelli vengono individuati con marca auricolare e pesati alla nascita, e successivamente a circa 30, 60, 90 giorni di età e/o al momento dello svezzamento.

Presso il Centro di Conservazione di Feltre (I.I.S. “A.Della Lucia”) le fattrici, a giugno, sono divise in due gruppi all’interno dei quali sono usati due maschi per ciascun gruppo con un tempo di sospensione di 15 giorni tra uno e l’altro. I maschi sono tolti ad ottobre e i due gruppi di femmine sono riuniti. I parti si hanno a novembre.

Al momento dello svezzamento, può essere fatta una prima valutazione dei giovani riproduttori da parte dei tecnici del centro di conservazione, che sarà ripetuta formalmente in collaborazione con gli esperti di razza indicati dalle Associazioni allevatori (ARAV) all’età di almeno 6-7 mesi. A tale età sono effettuati i rilievi biometrici. I soggetti non conformi allo standard di razza e quindi non iscrivibili al Registro Anagrafico, saranno avviati alla macellazione; quelli idonei (agnelle e giovani arieti) vengono iscritti e marcati con bolo ruminale dotato di microchip a lettura passiva a distanza.

Parte dei giovani riproduttori viene utilizzata dal centro come rimonta e la rimanente messa a disposizione degli allevatori interessati all’allevamento di queste razze.

Tutti i dati sono trascritti nel Registro Rilevazione dati tecnici dei nuclei di giovani riproduttori – RRDT2.

Formazione dei gruppi di monta

Nel periodo di asciutta, le pecore e gli arieti sono allevati in aree separate, senza possibilità di contatto, anche visivo, per permettere successivamente al momento della formazione del gruppo di monta la sincronizzazione naturale degli estri (effetto del maschio).

I gruppi (2 per razza) sono formati al momento delle monte imbrancando le pecore con un montone, al quale viene applicato un tampone di gesso colorato a livello sterno-ventrale mediante cinghie retroscapolari, questo permette di individuare e registrare sul Registro Rilevazione dati tecnici dei nuclei di riproduttori adulti – RRDT1-, le pecore che presentano una striscia di colore sul dorso a seguito della monta; tale registrazione è utile a monitorare l’attività dell’ariete.

L’indicazione presunta di monta, insieme alle date di attività dell’ariete nel gruppo, permetteranno al momento del parto, la determinazione della paternità; comunque verificabile nei casi dubbi, mediante analisi molecolari del DNA (attività non riconosciuta nella quantificazione delle tabelle standard di costi unitari).

Per ogni gruppo di monta vengono impiegati 2-3 arieti in periodi successivi; ogni turno di monta dura indicativamente 8-12 giorni per i primi due, e 20-25 per l’ultimo, questo al fine di poter intercettare le pecore con estro ritardato o eventuali ritorni in calore. Questo per ottenere una prole da almeno 4-5 padri per ogni razza/anno. Tra l’uscita di un ariete e l’entrata nel gruppo del successivo, si consiglia di effettuare un periodo di “vuoto” di almeno 5 giorni; questo permetterà al momento dei parti di demarcare la paternità tra arieti successivi.

Risulta inoltre utile, per tutte le razze, al fine di limitare la crescita del livello di consanguineità, l’interscambio parziale di riproduttori maschi, esenti da patologie, con altri centri di conservazione, da effettuarsi sulla base dei dati morfologici o eventualmente genetici (l’attività di individuazione della base genetica non risulta riconosciuta nella quantificazione delle tabelle standard di costi unitari).

Anche la sostituzione e interscambio di arieti con altri allevamenti iscritti al Registro Anagrafi co concorre a limitare il livello di consanguineità nella popolazione.

Diagnosi di gravidanza

Terminato il periodo degli accoppiamenti programmati, e comunque già dopo 35-40 giorni dall’inserimento del primo ariete, si procede alla diagnosi di gravidanza attraverso un esame ecografico. Semplice e poco costoso, permette di effettuare la diagnosi di gravidanza già dopo un mese dal presunto accoppiamento, consentendo così di conoscere se si tratta di gravidanza singola o gemellare.

I vantaggi di una diagnosi precoce sono diversi:

– separare le pecore gravide da quelle non gravide, e continuare la monta solo con queste ultime;

– prevedere la probabile data di parto;

– suddividere le pecore per gruppi omogenei in base al tipo di gravidanza (singola, gemellare o trigemina) ed effettuare un’alimentazione idonea ai fabbisogni dei diversi gruppi.

L’ecografia permette inoltre di monitorare tutta la gravidanza e in particolare lo sviluppo del feto e dei placentomi, ovvero i punti di scambio del sangue a livello placentare tra la madre e il feto. Una buona vascolarizzazione del feto è infatti fondamentale per fornire i nutrienti necessari per lo sviluppo e l’ossigeno necessario per i processi metabolici.

Attraverso successivi esami ecografi ci (a 60, 90 e 120 giorni dall’accoppiamento) è possibile valutare lo stato di salute del/dei feto/i, e il loro corretto sviluppo; ciò avviene attraverso l’osservazione del battito cardiaco (ecografo con funzione doppler) e la misurazione del diametro della testa (diametro biparietale a livello delle orbite del feto).

Tali osservazioni permettono di acquisire importanti informazioni sull’andamento della gestazione, così da poter valutare eventuali correzioni dell’alimentazione delle pecore nel caso lo sviluppo del feto non risulti adeguato. Infatti, le pecore con gravidanze gemellari necessitano spesso di un supplemento alimentare, in modo da ottenere agnelli con un peso sufficiente alla nascita; questi soggetti risulteranno più vitali nelle prime ore di vita, quando è più importante iniziare a succhiare velocemente il colostro dalla madre. Agnelli sottopeso, con ridotta vitalità, in assenza di adeguata assistenza da parte dell’allevatore, assumeranno una ridotta quantità di colostro e in un tempo più prolungato, con il rischio di essere maggiormente esposti nei primi giorni di vita all’insorgenza di patologie intestinali, principale causa di mortalità neonatale.

 

PROGRAMMA BIONET 2017-2022

Elenco generale specie ovine in conservazione (clicca sul nome per accedere alle schede)

Alpagota, Brogna, Lamon e Foza/Vicentina