Rivedere il modello agricolo dell’Europa allargata


Il punto sullo stato di integrazione dei nuovi Stati membri nella PAC
L’allargamento del 2004 ha aumentato in misura considerevole la superficie agricola (di circa il 27%), il numero delle aziende (di circa il 60%) e il numero dei lavoratori agricoli (di circa il 57%) dell’Unione Europea. Una trasformazione che la PAC sembra non abbia tenuto nella giusta considerazione. Il Parlamento, sostiene infatti che l’attuale politica agricola europea non è in grado di risolvere una parte considerevole dei problemi agricoli o connessi all’agricoltura nell’UE allargata. Più in particolare, pur riconoscendo che il disaccoppiamento accentui in generale l’orientamento al mercato dell’agricoltura europea, rileva che i pagamenti diretti disaccoppiati non contribuiscono efficacemente alla creazione di un settore agricolo e di una società rurale sostenibili, né nei nuovi Stati membri né in gran parte dell’UE-15. Sottolinea pertanto che sono necessari ulteriori provvedimenti o un’applicazione su misura del regime dei pagamenti diretti. Per gli europarlamentari, inoltre, soprattutto negli Stati membri in cui le aziende agricole specializzate svolgono un ruolo decisivo, l’attuale sistema dei pagamenti diretti promuove in misura eccessiva le colture a seminativo, non contribuisce in modo adeguato ad un allevamento sostenibile e non promuove né facilita i necessari cambiamenti strutturali. Sottolineano poi che la PAC deve essere mantenuta a livello comunitario e che si dovrebbe evitare qualsiasi rinazionalizzazione di tale politica, ma osservano tuttavia che occorre applicare misure specifiche basate sul principio di sussidiarietà. Il Parlamento, più in generale, ritiene che sia necessario rivedere l’ambito, gli obiettivi, le finalità e i principi della PAC, compreso il “modello agricolo europeo”. In questo esercizio, insistono i deputati, si dovrà tenere conto degli obiettivi e delle esigenze dell’agricoltura, delle zone rurali, degli agricoltori, dei consumatori e di tutta la società dell’UE allargata a 27 Paesi, in modo da definire le risorse finanziarie necessarie e garantire che la loro ripartizione sia adeguata, equa e pienamente giustificata. Sottolineano inoltre che è essenziale evitare decisioni dettate unicamente dall’esigenza di ridurre il livello del finanziamento comunitario o di mantenere lo status quo finanziario tra gli Stati membri.

Il sistema dei pagamenti diretti
Più in particolare, le esigenze specifiche degli Stati membri, compresa la soluzione dei problemi e delle difficoltà nei nuovi Paesi, dovrebbero continuare ad essere soddisfatte sulla base della sussidiarietà e applicando una serie di strumenti ad hoc. Il Parlamento chiede quindi l’introduzione di un sistema rivisto dei pagamenti diretti, che preveda anche nuove misure quali opzioni di riaccoppiamento volontarie ad uso esclusivo degli Stati membri che le considerano necessarie per realizzare i loro obiettivi sociali, occupazionali e di sostenibilità. Ma sollecita anche l’estensione dei pagamenti a nuovi settori e nuovi beneficiari, ad esempio frutti in bacche destinati alla trasformazione, nel quadro del sistema rivisto di dotazioni finanziarie nazionali e finanziamento comunitario integrale. Inoltre, il Parlamento chiede l’introduzione di misure di mercato aggiuntive, facoltative, regionali o temporanee con finanziamento comunitario e l’applicazione del sistema di dotazioni finanziarie nazionali a titolo del bilancio dell’UE nei settori da riformare (vino e prodotti ortofrutticoli). Sollecita poi un migliore sostegno e forti incentivi alle organizzazioni dei produttori e l’abrogazione delle normative nazionali che ostacolano tali iniziative, nonché la promozione della cooperazione transfrontaliera tra organizzazioni dei produttori e l’introduzione di un efficace sistema di gestione dei rischi e delle crisi in agricoltura, che preveda l’assistenza finanziaria della Comunità e sia pagato dalle dotazioni nazionali. Per i deputati, infine, sono necessari il rafforzamento del mercato interno con norme comuni in materia di qualità, commercializzazione, concorrenza, sicurezza alimentare, tutela ambientale e benessere degli animali, il rafforzamento dello sviluppo rurale e del relativo finanziamento, e una maggiore flessibilità delle norme sugli aiuti statali (in particolare estendendo l’ambito delle esenzioni per categoria e aumentando il livello minimo).

Produzione di biomassa e bioenergia
Il Parlamento sottolinea, inoltre, che la produzione di biomassa e di bioenergia svolgerà un ruolo strategico nel futuro del settore agricolo dell’UE. Chiede pertanto che vengano assegnati adeguati finanziamenti per promuovere la produzione di biomassa su terreni non più utilizzati per la produzione di alimenti destinati all’alimentazione umana e animale. Esprime poi l’auspicio che la futura PAC diventi anche più facile da gestire, riducendo l’onere amministrativo gravante sugli agricoltori e sulle autorità nazionali, promuovendo prodotti sani, orientandosi al mercato e migliorando la sua compatibilità ambientale, per assicurare il futuro di un’agricoltura sostenibile. (Fonte pe)