Monarda


Monarda citriodora


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DESCRIZIONE
La Monarda citriodora è una pianta erbacea, perenne, rizomatosa, che da noi si trova soltanto coltivata per scopi officinali ed ornamentali.
I fusti sono quadrangolari, spesso striati da venature rossastre e raggiungono un’altezza massima di 150 cm.
Le foglie sono opposte, ovato-lanceolate, tormentose e dentellate.
I fiori sono piccoli, di colore rosa, riuniti in capolini con un diametro di 6-7 mm, sbocciano da metà giugno a fine agosto e richiamano gli insetti. Si osserva una riduzione degli stami a 2, assumendo la forma a bilanciere per la trasformazione di una loggia in un’appendice sterile che funziona da braccio di leva, mentre il fulcro è rappresentato dall’inserzione del filamento sul connettivo allargato.
La radice è robusta e di tipo fascicolato.
I semi sono tondi e di colore marrone scuro; il peso di 1000 semi è di circa 0,6-0,8 g.


DISTRIBUZIONE
Presente in Europa, in Italia è coltivata a scopo ornamentale e come pianta officinale.
ORIGINE
Regioni orientali degli Stati Uniti e del Canada.

HABITAT

Negli ambienti di origine, vive nel sottobosco ed in prossimità dei corsi d’acqua.

ALTITUDINE

0-800 m.s.l.m.

CLIMA

Si adatta a tutti i climi, preferendo i temperati con elevata luminosità. Predilige il pieno sole


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SUOLO

Preferisce i terreni profondi, ricchi di nutrienti e di humus e dotati di una buona capacità idrica. È in grado di sfruttare bene le precedenti coltivazioni.


PROPAGAZIONE
Divisione del cespo. Si adoperano gli stoloni lunghi 15 cm, con almeno uno stelo, utilizzando le porzioni esterne e scartando la parte centrale del cespo, in marzo-aprile oppure in ottobre. Le nuove piante saranno trapiantate in terreno fresco, al sole od in posizione parzialmente ombreggiata.
La semina non è praticata perché dà luogo a piante con caratteristiche variabili rispetto ai genitori.
Si effettuano sarchiature meccaniche nell’interfila per controllare sia le malerbe sia gli stoloni di Monarda che possono diventare infestanti.
A settembre poi gli steli vanno tagliati e tolti dal campo e possono essere utilizzati per la produzione di compost.


DENSITA’ D’IMPIANTO


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FERTILIZZAZIONE

Interrare con l’aratura autunnale 30  t/ha di letame maturo, o stallatico pellettato, o compost. In primavera apportare con la fresatura o l’erpicatura 1,4-1,8 kg di N; 0,6-0,8 kg di P2O5 e 1,6-2 kg di K2O.
LAVORI COLTURALI
Si effettua una sarchiatura a fine inverno rincalzando la parte basale e si interrano i concimi. In estate irrigare dopo la fertilizzazione, dopo il taglio e in caso di siccità. All’arrivo dell’inverno pacciamare intorno al fusto con paglia o foglie secche. Sono necessarie le sarchiature, l’erpicatura e le irrigare al momento del trapianto, prima del taglio e quando le foglie lo segnalano, manifestando l’avvizzimento.
Le malerbe non costituiscono un problema nella produzione della Monarda.
PARTI UTILI
Foglie e fiori.
EPOCA DI FIORITURA
Fine giugno-fine agosto. La massima fioritura è durante il mese di luglio.
RACCOLTA
Da metà giugno a fine agosto si può eseguire la raccolta manuale dei fiori singoli: prima una sola volta, poi due o tre volte la settimana.
ESSICCAZIONE
La temperatura consigliata per l’essiccazione è di 35° C.
È fondamentale che i fiori siano conservati in ambienti secchi ed in contenitori sigillati perché sono igroscopici.
MALATTIE
La Monarda è soggetta all’oidio (Erysiphe monardae) ed in misura minore all’avvizzimento (Phyllosticta monardicola).
Per quanto riguarda i parassiti, la coltura può essere attaccata dai bruchi, mentre se l’essiccazione avviene in ambienti aperti, può essere attaccata da una tignola (Plodia interpunctella) che depone le uova sui fiori.
La principale malattia della Monarda è la ruggine, Puccinia menthae, che causa defogliazione, strozzatura del fusto e degenerazione delle piante. La malattia si propaga dalle spore aeree della ruggine in condizioni di umidità elevata e freddo.


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DURATA DI UNA COLTIVAZIONE
La coltura può durare 3-4 anni, è consigliabile trapiantarla ogni anno, o almeno ogni due anni, perché è una pianta molto esigente in elementi minerali e in sostanza organica.


RESA
La resa in fiori singoli freschi oscilla dai 4-6 t/ha. La resa in prodotto secco , invece, è molto bassa: da 700-900g di fiori freschi si ottengono soltanto 100g di fiori secchi. Per ottenere 1kg di fiori secchi occorrono 8-10 ore di lavoro.

COMPOSIZIONE

Foglie e Fiori: α-pinene, β-pinene, mircene, α-terpinene, limonene, cineolo, γ-terpinene, ρ-cimene, β-cariofillene, terpineolo, timolo, carvacrolo.
USI
Per scopi officinali si utilizzano i fiori tubulosi e bilabiali e le foglie (M.d.herba) essiccate, raccolte al tempo della fioritura, con le quali si confeziona una tisana nota come “Oswego Tea”.
I fiori sono un’ottima fonte di attrazione per le api, da qui il nome di “Bee Balm”, “Balsamo di api”.
Le foglie e i fiori sono ottimi anche per produrre potpourri.
Viene impiegata in omeopatia, per aromatizzare bevande rinfrescanti, per abbassare la febbre, come digestivo e, grazie al suo colore vivo, per conferire una nota colorata alle tisane.
Dai fiori si può ricavare anche uno sciroppo dissetante e molto saporito, adatto ai bambini.

Testi a cura del Dipartimento di Agronomia e Produzioni Vegetali dell’Università degli Studi di Padova