19.03.09 Agricoltura veneta: crisi si, crisi no? si vedrà!



Riduzione delle macellazioni di vitelloni

(di cui il Veneto è leader produttivo a livello nazionale), forte calo degli occupati, crescita del numero di aziende agricole che sono uscite dal mercato nel quarto trimestre del 2008, minori superfici investite a causa della perdita di redditività da parte degli agricoltori.

Nonostante sia ancora presto per rilevare tutti le ripercussioni che potranno esserci sull’agricoltura regionale, sono questi i primi effetti che la crisi economica in atto sta avendo sul comparto agricolo veneto e che emergono dalle analisi degli esperti dell’Osservatorio Economico di Veneto Agricoltura. Nel 2008, secondo le stime realizzate in collaborazione con l’Inea, il valore della produzione agricola è rimasto praticamente invariato rispetto al 2007 (4,7 miliardi di euro, -0,7%). L’incremento dei costi di produzione (costi energetici, mangimi, concimi, antiparassitari, sementi…), a causa dell’aumento dei prezzi delle materie prime e del petrolio, ha influito negativamente sul valore aggiunto agricolo veneto (saldo tra la produzione e i consumi intermedi), che per la prima volta si stima possa scendere sotto i due miliardi di euro, un calo a due cifre rispetto al 2007. Ciò significa che, dopo due anni in cui i prezzi dei prodotti agricoli erano schizzati verso l’alto, raggiungendo livelli mai visti nell’ultimo ventennio e permettendo agli agricoltori di ottenere una redditività più che soddisfacente dall’attività agricola, nel 2008, per qualche coltura, non per tutte, può non essere stato conveniente l’investimento fatto.

Al terzo trimestre del 2008 (dati Istat) il numero di occupati nel settore agricolo regionale era diminuito di circa 28 mila unità rispetto alla fine del 2007(-38%), scendendo a circa 45.000 unità (il 2% del totale occupati regionale). Anche se mancano ancora i dati del quarto trimestre, si stima che nel complesso ci potrà essere una perdita di occupati in agricoltura nell’ordine del 20% annuo.

Il numero di aziende agricole attive iscritte alla Camera di Commercio si è attestato nel 2008 a circa (82.000, il 18% del totale regionale); il calo (-3% rispetto al 2007), pur essendo fisiologico per il settore, ha registrato una accelerazione nell’ultima parte dell’anno.

Difficoltà anche per l’export, in particolare per i prodotti forestali, la carne e il pesce fresco e trasformato e il lattiero caseario.

Dall’analisi sul clima di fiducia delle imprese alimentari italiane realizzata dall’Ismea, emerge un peggioramento consistente e diffuso in tutti i comparti alimentari nel quarto trimestre del 2008 rispetto al trimestre precedente (vedi grafico).

 


Variazione dell’indice dei prezzi alla produzione dei principali comparti agricoli in Italia (confronto febbraio 2009 rispetto a febbraio 2008)

grafico

Fonte: elaborazione Veneto Agricoltura su dati e stime Ismea

 

Il crollo dei prezzi dei prodotti agricoli registrato a partire dal secondo semestre 2008 è rilevante: la variazione degli indici dei prezzi alla produzione a febbraio 2009 rispetto allo stesso mese dell’anno precedente indica perdite di oltre il 45% per i cereali, del 23% per gli olii, del 19% per i vini, del 17% per i semi oleosi, del 10% per il latte e derivati e gli ortaggi. Questo ha già indotto molti agricoltori a ridurre gli investimenti e non coltivare le terre, piuttosto che farlo in perdita.

Tutto ciò lascia prevedere un 2009 ancora più critico rispetto all’anno scorso, anche se bisogna considerare che alcuni cambiamenti possono avere anche un risvolto positivo. Il fatto che diminuiscano gli occupati, può significare un recupero di efficienza e di produttività del lavoro da parte delle aziende agricole, attraverso, ad esempio, la meccanizzazione di alcune lavorazioni. Allo stesso modo, la fuoriuscita dal mercato delle aziende marginali e meno remunerative, permette, a quelle che rimangono, di ampliare il proprio mercato aumentando la scala dimensionale e diventando più consistenti dal punto di vista produttivo ed economico.

Allo stato attuale, l’aspetto critico è costituito dalle difficoltà legate alla liquidità, nel corso del 2009, invece, si potranno probabilmente far sentire in maniera più consistente eventuali difficoltà economiche che incidano anche sui redditi delle imprese agricole.

Molto dipenderà però, come sempre in campo agricolo, dalle condizioni atmosferiche stagionali e dall’andamento del mercato: tra qualche mese, di fronte ad una ripresa dei prezzi, potremmo ritrovarci a commentare una situazione completamente diversa e più favorevole per gli imprenditori agricoli!


 


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