11.09.09 Bene l’export florovivaistico veneto, ma il saldo resta negativo


Confermato anche per il 2008 il trend positivo del saldo commerciale italiano di import-export di piante e prodotti florovivaistici, che raggiunge i 150 milioni di euro incrementando del 10% il dato del 2007.

Ad incidere in modo particolare è stata la riduzione delle importazioni (357 milioni di euro, -10%) a fronte di una sostanziale tenuta delle esportazioni (506 milioni). In termini di quantità prodotte, il saldo, sempre positivo, rimane di poco invariato rispetto a quello del 2007 (276 mila tonnellate)

È questo quello che emerge dalle analisi degli esperti di Veneto Agricoltura dei dati Istat (banca dati Coeweb sul commercio estero) pubblicate nell’ultimo numero della newsletter “Florovivaismo veneto”, disponibile sul sito internet aziendale (www.venetoagricoltura.org).

Le maggior parte delle importazioni è costituita da piante vive (46%) e fiori recisi (39%); le prime in particolare sono il punto di forza dell’export italiano, di cui costituiscono oltre il 75% in valore.

Il dettaglio regionale, disponibile solo per le piante vive, evidenzia per il Veneto una diminuzione dell’importazione del 10% in valore rispetto al 2007 e un aumento delle esportazione di oltre il 5% (un dato superiore a quello nazionale, pari al 3%). Tuttavia, nel 2008 il saldo commerciale veneto risulta essere negativo, in controtendenza con il dato italiano: le importazioni infatti si sono attestate su 28,7 milioni di euro, un valore decisamente superiore a quello delle esportazioni (13,6 milioni di euro). A livello nazionale infatti il Veneto contribuisce solo al 3% dell’export di piante vive; le principali regioni esportatrici sono invece la Toscana (con una quota del 50% del totale) e la Liguria (14%).

L’indagine sui consumi di prodotti florovivaistici realizzata da Ismea, sebbene i dati siano ancora provvisori, evidenzia per il 2008 un aumento della spesa complessiva di fiori e piante del 10% rispetto al 2007. I consumi di fiori sono stati pari a circa 1,4 miliardi di euro, mentre quelli di piante a 960 milioni euro. Tuttavia va detto che tale miglioramento è frutto di un cambiamento della metodologia di indagine più che di un effettivo andamento del mercato, il quale nel 2008 è stato negativo in termini di domanda. Se l’indagine fosse stata condotta con la stessa metodologia del 2007, si sarebbe infatti registrata una diminuzione della spesa del 10%.

Consumo di fiori e piante in Italia nel 2008 e primo semestre 2009 (dati in milioni di euro)


 
consumo di fiori e piante

L’analisi per area geografica realizzata dagli esperti di Veneto Agricoltura su dati Ismea vede ai vertici dei consumi le regioni del Sud, in particlare la Sicilia (30% del totale nazionale), e il Nord Ovest (26%). Il Veneto e tutta la zona del Nord-Est, compresa l’Emilia-Romagna, è l’area con la quota di spesa più bassa (20%), mentre Centro Italia e Sardegna, raggiungono il 24%, con un andamento in continua crescita negli ultimi anni.

I due principali canali d’acquisto di fiori e piante in termini di valore della spesa rimangono, anche nel 2008, il negozio tradizionale e i garden center/vivai.

Nel primo semestre del 2009 i dati evidenziano un calo dei consumi del 7% rispetto al 2008: conseguenza della crisi economica generale che sta riducendo la spesa media mensile per acquirente e che colpisce in misura maggiore i fiori rispetto alle piante.

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