Crisi del settore lattiero-caseario


foto latteLa Commissione propone alcune misure intese ad aiutare i produttori di latte
La Commissione europea ha annunciato alcune misure volte ad aiutare i produttori di latte e di prodotti lattiero-caseari a superare la crisi attuale, caratterizzata da un crollo della domanda e dei prezzi. Ma come previsto, ad esclusione di un meccanismo di riscatto delle quote inteso ad agevolare la ristrutturazione del comparto, il Commissario all’Agricoltura, Mariann Fischer Boel, non ha proposto nulla di veramente nuovo.Il Commissario ha respinto l’appello di numerosi Paesi e allevatori in favore della messa in atto di nuovi strumenti di gestione del mercato e ha avviato una riflessione su alcune misure a medio o lungo termine, tra cui il miglioramento delle relazioni contrattuali tra i produttori e l’industria lattiero-casearia.

Il commento del Commissario europeo

“Questo insieme di misure è improntato a diverse azioni che abbiamo intrapreso e che sembra diano buoni risultati”, ha commentato la Fischer Boel, ritenendo che per gli agricoltori si annuncino tempi migliori per cui “sono più decisa che mai a non ritornare in futuro alle pratiche del passato”. Il riferimento è rivolto soprattutto ai Paesi che vorrebbero mantenere dopo il 2015 le quote e/o sospendere provvisoriamente l’aumento automatico delle stesse. “Riesaminare le decisioni prese alla fine del 2008 nel quadro del bilancio di salute della PAC non è una soluzione. Il Consiglio europeo ci ha chiesto esplicitamente di non farlo”, ha aggiunto il Commissario, convinto che queste nuove “idee” procureranno un aiuto “reale e tangibile ai nostri produttori di latte”.
Misure a breve scadenza
La Commissione modificherà le regole relative agli aiuti di Stato, per permettere ai 27 di versare aiuti che potranno raggiungere i 15.000 euro per produttore su tre anni (rispetto a 7.500 euro previsti attualmente). Questa deroga sarà concessa ai sensi del quadro temporaneo per gli aiuti di Stato, adottato nel contesto della crisi.
La Commissione proporrà, inoltre, che in futuro il settore lattiero-caseario sia contemplato dall’articolo 186 del regolamento sull’Organizzazione Comune di Mercato Unica, che autorizza la stessa Commissione ad adottare rapidamente misure temporanee in caso di perturbazioni del mercato. Infatti, la proposta mirante a prorogare l’intervento per il burro e il latte scremato in polvere è sottoposta all’approvazione del Consiglio dei Ministri dell’UE, previo parere del Parlamento europeo. Una procedura lunga che richiede diverse settimane.
La Commissione propone di modificare il funzionamento dei regimi di riscatto delle quote da parte degli Stati membri. Attualmente, ai sensi della ristrutturazione del settore, i 27 possono “riscattare quote” dai produttori e inserirle nella riserva nazionale, che fa parte della quota totale dello Stato membro. Se singoli produttori superano la loro quota, ma lo Stato membro (riserva nazionale inclusa) rispetta complessivamente il limite che gli è stato impartito, non è previsto alcun prelievo supplementare (ammenda per superamento della quota). La Commissione propone che le quote riscattate, conservate nella riserva nazionale, siano escluse dalla stessa quota nazionale al momento di decidere se il prelievo supplementare è dovuto o meno. Qualora il prelievo supplementare si rivelasse necessario, la parte che corrisponde alla quota riscattata potrebbe essere utilizzata ai sensi della ristrutturazione.
Misure a medio e lungo termine
La Commissione propone di costituire un gruppo di esperti rappresentanti la Commissione e gli Stati membri. Il gruppo di lavoro avrebbe il compito di esaminare dettagliatamente una serie di tematiche quali: la possibilità di creare un quadro giuridico per le relazioni contrattuali che legano i produttori e l’industria casearia per equilibrare meglio l’offerta e la domanda nel mercato, pur mantenendo condizioni di concorrenza leali; le conclusioni della relazione che la Commissione si è impegnata a presentare prima della fine dell’anno relativamente il funzionamento della catena alimentare nel settore lattiero-caseario; i mezzi che permetterebbero di generalizzare le buone pratiche in tutto il settore lattiero-caseario europeo in materia di costi di produzione e d’innovazione.
Aspetti finanziari
Si ricorda che nel 2009 la Commissione prevede di stanziare 600 milioni di euro supplementari per misure di sostegno del mercato (intervento, restituzioni). Quest’anno, il 70% dei pagamenti diretti potrà essere versato già nel mese di ottobre. Nel quadro del bilancio di salute della PAC e del piano per il rilancio economico, sono stati stanziati 4,2 miliardi di euro per affrontare “i nuovi problemi”, in particolare quello della ristrutturazione del settore lattiero-caseario. Questi fondi andranno ad aggiungersi a quelli già disponibili nell’ambito della politica di sviluppo rurale. La Commissione ha rafforzato anche il programma di distribuzione di latte nelle scuole e le misure di promozione dei prodotti lattiero-caseari.

Da parte sua, il Parlamento europeo critica l’atteggiamento della Commissione nella gestione della crisi e chiede provvedimenti d’urgenza per ripristinare la stabilità del mercato
All’insegna del “fare di più per i produttori europei’’, l’europarlamento ha approvato una proposta legislativa volta a prorogare gli aiuti per l’acquisto di burro e di latte in polvere fino ad almeno il prossimo mese di febbraio, mentre avrebbero dovuto concludersi lo scorso mese di agosto. Secondo il Parlamento europeo, l’aiuto dovrebbe applicarsi anche ai formaggi. In una risoluzione supplementare sulla situazione che stanno affrontando i produttori lattiero-caseari, i deputati hanno sollecitato inoltre ulteriori azioni per rispondere ai problemi di medio e lungo termine del settore ed esortano ripetutamente la Commissione europea a fare di più per affrontare la crisi. Secondo gli eurodeputati, la Commissione europea dovrebbe adottare misure immediate per stimolare la domanda di prodotti lattiero-caseari, sulla scia del programma di distribuzione del latte nelle scuole. Chiedono la creazione di un fondo UE per i prodotti lattiero-caseari con una dotazione di 600 milioni di euro per aiutare le organizzazioni di produttori e le cooperative a modernizzazione le aziende.
Risposte insufficienti
Le risposte portate finora per aiutare il settore del latte e dei prodotti lattiero-caseari sono insufficienti, e bisogna fare di più, altrimenti migliaia di aziende agricole falliranno. È questo, in sintesi, il contenuto della risoluzione sulla crisi del latte che il Parlamento europeo ha adottato nei giorni scorsi a Strasburgo. Come già accennato, il Parlamento ha approvato la proposta volta a prorogare fino al 28 febbraio 2010 il periodo d’intervento per il burro e il latte in polvere scremato. Nello specifico, si tratta di un emendamento che chiede il ristabilimento dell’aiuto allo stoccaggio privato del formaggio.
Richiesta di misure più ambiziose
Il Parlamento ritiene che a causa della situazione critica che perdura nel mercato europeo dei prodotti lattiero-caseari siano necessarie misure ambiziose a breve scadenza. Le misure adottate finora dalla Commissione – sostengono gli europarlamentari – non sono sufficienti per risolvere le attuali difficoltà. Inoltre, viene rimproverato alla Commissione di non aver saputo prevedere la gravità della crisi attuale e di non aver proposto per tempo misure adeguate. Il Parlamento chiede alla Commissione di analizzare innanzitutto i fattori che influiscono sul prezzo ottenuto dai produttori di latte, nonché di adottare misure affinché i prodotti per l’alimentazione degli animali importati rispettino le stesse norme di quelle che sono imposte ai produttori europei di latte.
Il dettaglio
Il Parlamento ha chiesto l’adozione di una serie di misure che di seguito riepiloghiamo:
– creazione di un fondo caseario dell’Unione Europea il cui importo sarebbe pari a 600 milioni di euro per aiutare i produttori e le cooperative; sostegni per permettere ai produttori di aumentare il valore aggiunto dei loro prodotti; utilizzo immediato del latte in polvere per gli alimenti dei vitelli (un mezzo per aumentare la domanda, già rifiutato dalla Commissione);
– aumento temporaneo del prezzo d’intervento (respinto con decisione dalla Commissione); estensione della portata e  della gamma di prodotti e del finanziamento del programma di distribuzione di latte nelle scuole; regime di prepensionamento per i produttori, ad esempio creando un sistema di riacquisto di quote, sul modello del regime di estirpazione in vigore nel settore vitivinicolo (la Commissione ha proposto un sistema simile per agevolare la ristrutturazione);
– etichettatura chiara dei sostituti di prodotti caseari (come il formaggio e altri prodotti a base di grassi non animali); aumento da 7.500 a 15.000 del limite massimo nazionale fissato per gli aiuti di Stato (accettato dalla Commissione);
– estensione dello stoccaggio privato dei formaggi e l’instaurazione di un sostegno sufficiente affinché questa misura sia efficace, nonché l’aumento del numero di paesi terzi – come gli Stati Uniti – verso i quali i formaggi dell’Unione possono essere esportati beneficiando di restituzioni all’esportazione. Alla luce di tali richieste, il Parlamento invita la Commissione a: esaminare in una prospettiva a lungo termine, e quando le restituzioni all’esportazione saranno state eliminate, il modo in cui i crediti corrispondenti potranno essere mantenuti a profitto del settore; autorizzare i meccanismi d’assicurazione-credito all’esportazione, così come si praticano negli Stati Uniti; migliorare la trasparenza dei prezzi nella catena d’approvvigionamento alimentare (i prezzi al consumo restano estremamente elevati in alcuni paesi, nonostante la considerevole diminuzione dei prezzi pagati ai produttori).
Infine, il Parlamento chiede alla Commissione di istituire in tutta l’Unione un codice di condotta che disciplini le relazioni tra i distributori e i produttori, e prende atto “con rammarico” del fatto che il Consiglio agricoltura non sia riuscito (il 7 settembre 2009) a trovare “una soluzione concreta” per permettere di uscire rapidamente dalla crisi e chiede alla Commissione di “opporsi fermamente ai tentativi di alcuni Stati membri che mirano a rinazionalizzare la PAC”.

Il punto di Mariann Fischer Boel

Quali iniziative sono state intraprese dalla Commissione europea per risolvere l’attuale crisi del settore lattiero-caseario? Lo dico subito: la ricerca delle soluzioni è complicata, e la Commissione è impegnata da tempo con il Parlamento europeo su questo settore. Al riguardo, la Commissione per l’agricoltura del Parlamento ci ha chiesto quale sia la situazione corrente. Ecco come abbiamo risposto.

Le cose già fatte
Anzitutto, una buona notizia: i prezzi stanno migliorando. Vediamo qualche esempio: in un mese i prezzi del burro sono saliti del 4% in Francia, dell’8% in Germania e anche di più nel Regno Unito. I prezzi del latte scremato in polvere sono aumentati del 4% sia in Francia che in Germania e del 2-3% medio nell’Unione Europea. I prezzi del formaggio sono cresciuti fino al 7% da quando abbiamo rimosso la clausola del “valore minimo” per le esportazioni in agosto. In quello stesso mese, la media dei prezzi del latte nell’Unione Europea si è alzata di quasi il 2%. Di conseguenza, l’intervento sull’acquisto si è praticamente interrotto perché il prezzo di mercato è più alto del prezzo di intervento. Non siamo ancora al livello che desideriamo, ma siamo sulla buona strada. Questo mi convince che la politica che abbiamo intrapreso fino ad ora sia quella giusta.
Ci attendiamo di spendere un extra di circa 600 milioni di euro sulle misure di mercato in un periodo di dodici mesi e i pagamenti diretti potranno essere effettuati prima: il 70% dal 16 ottobre anziché dal 1 dicembre. Si tratta di una notevole mole di denaro. Nella riforma del 2003 abbiamo messo a disposizione un extra di 5 miliardi di euro nello schema di pagamento singolo per compensare le riduzioni ai prezzi di intervento. Nell’ambito dell’analisi sullo stato di salute della Politica Agricola Comune (l'”Health Check”), realizzata nei mesi scorsi, e della serie di misure prese dalla Commissione per far fronte alla crisi finanziaria, sono stati stanziati 4,2 miliardi di euro supplementari destinati alle cosiddette “nuove sfide”, inclusa la ristrutturazione del settore lattiero-caseario. Tutto ciò, chiaramente, si aggiunge a quanto è già fruibile nella nostra politica di sviluppo rurale, nonché sottoforma di aiuti di Stato.

Un approccio che funziona
Come ho detto, il nostro attuale approccio sembra funzionare. E perciò sono più determinata che mai a non tornare indietro con misure che nuocerebbero al nostro settore lattiero-caseario nel lungo periodo e lascerebbero gli agricoltori senza punti di riferimento. In altre parole, fare un’inversione a “U” sulle decisioni dell’Health Check non è un’opzione che prendiamo in considerazione e il Consiglio Europeo ci ha chiesto di non farlo. Perciò, mantenere il sistema delle quote latte oltre il 2015 non è in discussione. Neppure congelare le quote è sul tavolo della discussione, così come qualsiasi ritorno all’uso di certi strumenti di mercato costosi, ma inefficaci, adoperati in passato. Ma ciò non significa che abbiamo finito il nostro lavoro. È il tempo per un’ulteriore azione, intesa soprattutto alla sostenibilità del settore nel lungo periodo.

Cosa si intende fare nell’immediato
Anzitutto, gli aiuti di Stato. Nello scorso mese di luglio, la Commissione europea ha riportato a galla l’idea che gli Stati dell’UE potessero temporaneamente offrire aiuti fino a 15.000 euro agli agricoltori nel contesto a termine della crisi. La Commissione ha preso l’iniziativa su questo tema e si aspetta un cambiamento delle regole già nelle prossime settimane.
Secondo: la razionalizzazione delle procedure per rispondere alle crisi. Un articolo della legislazione sul mercato interno europeo consente alla Commissione di intraprendere velocemente azioni temporanee durante i periodi di perturbazione del mercato, ma il settore lattiero-caseario è escluso dall’applicazione di questa norma. Ho intenzione di proporre di coprire il comparto con questa misura, anche per altri problemi nel futuro. Per esempio, una nostra recente estensione dell’intervento è stata approvata dal Consiglio, e se il settore lattiero-caseario fosse coperto dall’articolo di cui ho detto, potremmo attivare queste azioni con maggiore rapidità nel futuro. Parlando più in generale, potremmo con effetto quasi immediato, prendere misure per stimolare la domanda, anche se temporanee e con le risorse finanziarie disponibili.
Terzo: un altro punto riguarda la possibilità per i Governi nazionali di acquistare quote dagli agricoltori del loro Paese e metterle nella riserva nazionale. In altre parole, se i singoli produttori superano la loro quota, ma lo Stato nel suo insieme non va oltre, non è pagato nessun prelievo supplementare. Proporrò che le quote in eccesso acquistate che vanno a far parte della riserva nazionale non contino più come quote nazionali, quando si tratta di decidere se il prelievo di eccedenza sia o meno dovuto. Se il prelievo supplementare viene poi raccolto, la parte corrispondente alla quota in eccesso acquistata può essere utilizzato per la ristrutturazione.

L’impatto sui mercati
Stiamo intraprendendo queste ed altre azioni con un impatto quasi immediato sui mercati. Ma abbiamo anche bisogno di fare qualcosa pensando al medio e lungo termine. La prima questione è come utilizzare i rapporti tra i produttori di latte e l’industria lattiero-casearia per meglio bilanciare la domanda e l’offerta sui mercati. Credo che questo sia un approccio migliore rispetto al sistema delle quote, ed è già in atto in alcune parti dell’Unione Europea. I produttori di latte e i caseifici hanno preso accordi chiari, che eliminano lo stato di incertezza. D’altro canto, alcuni Stati non utilizzano i contratti, ma questo può essere cambiato da un chiaro quadro giuridico, salvaguardando al tempo stesso la concorrenza leale.
Il secondo problema di lungo termine è quello della “bilancia del potere” – o forse sarebbe meglio dire lo “squilibrio di potere” all’interno della catena alimentare nel settore lattiero-caseario. La Commissione presenterà una prima relazione sul funzionamento della catena del comparto entro la fine dell’anno. Ma penso che non basterà.
In terzo luogo, abbiamo bisogno di discutere se un mercato lattiero-caseario in Europa possa contribuire a rendere più trasparenti i prezzi nel lungo termine. E’ molto importante discutere di costi di produzione e innovazione. Nel settore lattiero-caseario europeo, vediamo produttori che utilizzano la tecnologia per contenere i costi, e altri che ottengono rendimenti migliori sui prodotti di alta qualità. Ma non tutti i produttori si trovano in questa situazione. Dovremmo fare il possibile per diffondere queste buone pratiche.

(Notizia del 1/10/2009)