Focus sulla Conferenza di Bruxelles (19 e 20 luglio 2010) dedicata al futuro della PAC


Nei giorni 19 e 20 luglio 2010, si è tenuta a Bruxelles la
Conferenza sul futuro della Politica Agricola Comune (PAC) dopo il 2013. Circa 600 delegati, provenienti dai 27 Paesi dell’Unione Europea, si sono riuniti per discutere i risultati della consultazione pubblica dedicata a questo tema lanciata dalla Commissione nello scorso mese di aprile e trarre alcune conclusioni. Si ricorda che le quattro domande della consultazione erano: “Perché abbiamo bisogno della PAC? Cosa si aspettano i cittadini dall’agricoltura? Perché riformare la PAC? Di quali strumenti abbiamo bisogno per la PAC di domani?”. Le opinioni emerse dalla Conferenza costituiscono ora un’utile piattaforma di discussione in vista della Comunicazione sul futuro della PAC che la Commissione intende pubblicare entro il prossimo mese di novembre. In una dichiarazione precedente alla Conferenza, il Commissario all’Agricoltura e allo Sviluppo rurale, Dacian Ciolo, aveva evidenziato il grande successo riscosso dalla consultazione, che si traduce in ben 6.000 risposte pervenute via internet in due mesi, oltre alle posizioni espresse da un’ottantina di think tanks e da 93 organizzazioni non governative. “Questo dimostra – ha affermato Ciolos –  il grande interesse della gente per la PAC. Le risposte pervenute indicano infatti che la nostra politica non riguarda “solo” la produzione agroalimentare, ma anche la fornitura di beni pubblici più vasti”.

Una Consultazione pubblica on web: tante idee a confronto
La consultazione sul futuro della PAC, in cui si invitava il pubblico a rispondere a quattro domande, si è svolta dal 12 aprile all’11 giugno. Dalla Germania e dalla Polonia sono arrivate circa 1.000 risposte e oltre un centinaio da Paesi come la Francia, la Lettonia, l’Austria, la Spagna, il Belgio, il Regno Unito e l’Irlanda. In occasione della Conferenza di Bruxelles è stata presentata una sintesi dei contributi. In sostanza, la tendenza principale delle risposte si può così riassumere:
 
Perché abbiamo bisogno della PAC?
Per garantire l’approvvigionamento alimentare, innanzitutto, ma non solo. Molti cittadini, numerose ONG e molti think tanks hanno sottolineato l’importanza di garantire pari condizioni di concorrenza tra agricoltori, industria agroalimentare e settore della distribuzione. Un’altra forte preoccupazione espressa è la tutela della diversità dei prodotti agricoli in tutto il territorio dell’Unione Europea.

Cosa si aspettano i cittadini dall’agricoltura?
Che offra cibi sicuri a prezzi abbordabili, che faccia un uso sostenibile dei suoli e che preservi la vitalità delle comunità rurali.

Perché riformare la PAC?
Per combattere la volatilità dei prezzi dei prodotti alimentari e garantire un tenore di vita decoroso agli agricoltori europei, per contribuire a raccogliere la sfida dell’alimentazione nel mondo, per dotarci degli strumenti necessari per affrontare meglio i problemi dell’ambiente, della qualità e della sicurezza alimentare, per migliorare la competitività dell’agricoltura e infine per conservare la ricchezza dei paesaggi naturali che costituiscono il nostro patrimonio comune.

Di quali strumenti abbiamo bisogno per la PAC di domani?
Esiste un consenso sulla necessità di sviluppare ulteriormente i meccanismi che già abbiamo. Da parte di alcuni si preme perché gli agricoltori siano ricompensati per la fornitura di “beni pubblici”, legati in particolare alla protezione e alla preservazione dell’ambiente.

L’intervento finale del Commissario europeo all’Agricoltura, Dacian Ciolos
La Conferenza di Bruxelles sul futuro della PAC si è chiusa con l’intervento del Commissario europeo all’Agricoltura che ha ricordato le sette sfide che attendono ora il settore primario dell’UE: produzione alimentare, globalizzazione, ambiente, questioni economiche, approccio territoriale, diversificazione, semplificazione. Per il Commissario, il Primo Pilastro dovrà divenire lo strumento che consentirà la riconciliazione tra le dimensioni economica, ambientale, sociale e territoriale dell’agricoltura europea. Inoltre, il Primo Pilastro, come del resto la politica di Sviluppo Rurale (Secondo Pilastro), dovrà consentire l’ammodernamento delle aziende agricole, attraverso l’erogazione di nuovi aiuti per l’innovazione e la promozione della diversificazione nelle aree rurali. Sarà assolutamente necessario aiutare il settore agricolo a rispondere alla volatilità del mercato e trattare in maniera orizzontale le complessità legate al cambiamento climatico. Infine, per risultare forte e credibile, la PAC dovrà essere semplice e comprensibile alla collettività. “Attraverso questa nuova impostazione della PAC – ha sottolineato Ciolos – le aree rurali europee potranno rafforzarsi e la loro forza sarà data proprio dai diversi tipi di agricoltura che le contraddistinguono. È lì che troveremo le risorse che permetteranno al settore di modernizzarsi ed è con questo spirito che presenterò le proposte per una PAC nuova, per un’Europa vicina ai suoi agricoltori sempre più attenti alle aspettative dei cittadini.” Il discorso completo del Commissario europeo è disponibile al seguente indirizzo internet:
http://europa.eu/rapid/pressReleasesAction.do?reference=SPEECH/10/394&format=HTML&aged=0&language=FR&guiLanguage=en

Per ulteriori informazioni sulla Conferenza di Bruxelles:
http://ec.europa.eu/agriculture/cap-post-2013/conference/index_en.htm

Una PAC forte per un’agricoltura certa
In occasione della Conferenza di Bruxelles, il Copa-Cogeca ha esortato la Commissione europea a sostenere una PAC forte che permetta al settore agricolo di rimanere in vita
Nel suo intervento, Padraig Walshe (Presidente Copa) ha fatto notare le contraddizioni in seno alle politiche UE che si concentrano sempre più sulla tutela ambientale imponendo norme molto severe agli agricoltori europei ma, al contempo, riaprono i negoziati con i Paesi del Mercosur che non hanno questo genere di obblighi. Tutto ciò causerebbe una deforestazione ulteriore nei Paesi dell’America Latina e un aumento della disoccupazione rurale in Europa. Walshe ha ricordato inoltre che la situazione per gli agricoltori europei risulta essere oggi molto critica: i redditi sono drasticamente diminuiti, la volatilità dei prezzi sta aumentando e l’UE ha proposto di ridurre i dazi agricoli del 60% nell’ambito dei negoziati del Doha Round relativi al commercio mondiale. Secondo il Copa, la Commissione sta preparando un accesso preferenziale sul mercato comunitario al Brasile, maggior concorrente dell’UE e Paese privo di normative ecologiche in agricoltura. Le proposte di normative più severe, diminuendo gli aiuti PAC, condurrebbero solamente ad un’agricoltura intensiva in Europa. Paolo Bruni, Presidente di Cogeca, ha aggiunto che non si possono mettere a repentaglio i 28 milioni di posti di lavoro forniti dal settore agricolo e che, se la produzione diventasse economicamente insostenibile, molte terre verrebbero abbandonate. I dirigenti agricoli europei esortano quindi alla creazione di una PAC forte che migliori la posizione concorrenziale degli agricoltori e rinforzi il loro ruolo economico.

Comitato delle Regioni sul futuro della PAC
Tutte le politiche settoriali europee, compresa la PAC, dovranno puntare su “coerenza” e “complementarietà”
Il Presidente del Comitato delle Regioni, Mercedes Bresso, nel suo discorso alla Conferenza sulla PAC tenutasi a Bruxelles, ha dichiarato che per garantire la coesione territoriale – uno degli obiettivi politici del Trattato di Lisbona – bisogna impegnarsi per assicurare che tutte le politiche settoriali dell’UE siano coerenti e complementari.  Tutte le maggiori riforme delle politiche europee dovrebbero essere sottoposte a studi sul loro impatto territoriale, inclusa la PAC. La Bresso ha in particolare sottolineato come questi studi non dovrebbero limitarsi al Secondo Pilastro della PAC (Sviluppo rurale), ma estendersi a tutta la produzione agricola. Le attività del settore primario risultano avere infatti un grandissimo impatto sulle comunità locali. La Bresso ha ribadito la posizione del Comitato sulla PAC che deve essere maggiormente in linea con la politica di coesione, al fine di massimizzare l’efficienza di entrambe. L’adozione di un approccio basato sul governo multi-livello (Europeo, nazionale, regionale) è una condizione fondamentale per una PAC futura efficace e che aumenti i suoi benefici nelle realtà locali.