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Il Consiglio dei Ministri dell’Unione Europea non ha accolto la proposta del Parlamento di Strasburgo che intendeva bloccare i cibi provenienti da animali clonati
I negoziati sulle modifiche alla legislazione sui nuovi alimenti (detti “novel foods”) si sono conclusi senza un accordo a causa del rifiuto del Consiglio europeo di accettare l’offerta finale presentata dal Parlamento. Forte la delusione dei parlamentari, in particolare del Presidente della delegazione del Parlamento europeo, l’italiano Gianni Pittella, che ha manifestato la frustrazione per il rifiuto del Consiglio di ascoltare le preoccupazioni dei cittadini e sostenere misure urgenti e necessarie volte a proteggere i consumatori.
La posizione del Parlamento europeo….
Il Parlamento europeo, a grandissima maggioranza, ha chiesto una messa al bando degli alimenti derivanti da animali clonati e dalla loro discendenza. Si è seriamente cercato di raggiungere un compromesso, ma non c ‘è stato nulla da fare: secondo l’Assemblea, non si deve sacrificare il diritto dei consumatori di sapere se il proprio cibo deriva da animali clonati. Poiché l’opinione pubblica europea è a stragrande maggioranza contraria alla clonazione per fini di alimentazione, l’etichettatura di tutti i cibi derivati da animali clonati è necessaria.
….e quella del Consiglio
Il Consiglio invece si è detto pronto a sostenere solo una proposta di etichettatura per un unico tipo di prodotto: la carne fresca. Le misure che riguardano la prole degli animali clonati sono assolutamente indispensabili, poiché i cloni hanno un valore commerciale solo per l’allevamento, non per la produzione alimentare. Nessun agricoltore spenderebbe, infatti, 100.000 euro per un toro clonato, solo per farne hamburger. Il Consiglio europeo si è inoltre opposto alla possibilità che il Parlamento eserciti il suo diritto di veto nel caso di nuovi cibi aggiunti alla lista dei nuovi alimenti. L’incapacità di accettare il compromesso si traduce anche nella bocciatura di altre importanti modifiche previste dal pacchetto: fra queste, continuerà a non esserci nessuna regola specifica sull’uso dei nano-materiali nei prodotti alimentari. Di conseguenza, la legislazione adottata nel 1997 resta in vigore.
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