DOSSIER: “Il punto sull’attacco del batterio Escherichia Coli”


a cura di Europe Direct Veneto e Veneto Agricoltura

In Italia la situazione è sotto controllo e, al momento, non ci sono rischi di infezioni causate dal batterio. Il Ministero della Salute ricorda che il nostro Paese dispone di un efficiente sistema di sorveglianza in grado di segnalare e curare tempestivamente eventuali casi. Ad oggi, non si registrano segnalazioni di infezione da parte di questo ceppo di batterio, né nella popolazione italiana residente, né in turisti provenienti da altri Paesi. Tuttavia, a titolo precauzionale, il Ministero ha allertato le Regioni, le strutture sanitarie e gli uffici sanitari alle frontiere, responsabili dei controlli sulle importazioni alimentari. Vanno dunque evitati gli allarmismi e non devono essere modificate le abitudini alimentari, a cominciare dal consumo di verdura e frutta cruda (
lavata).

Il punto della situazione

Due giorni fa, a Lussemburgo, è stato convocato un Consiglio straordinario dei Ministri agricoli dell’Unione Europea per fare il punto della situazione. All’esame anche misure di aiuto agli agricoltori europei messi in difficoltà da questa improvvisa “crisi” sanitaria. I risultati della riunione saranno riportati sul n. 11/2011 del quindicinale Veneto Agricoltura Europa, in uscita la prossima settimana.

I numeri

Dodici i Paesi europei in cui si sono verificati casi di infezione da batterio Escherichia coli O104:H4 Germania, Svezia, Inghilterra, Olanda, Danimarca, Austria, Svizzera, Francia, Repubblica Ceca, Norvegia, Regno Unito, Paesi Bassi, Stati Uniti. Per un totale di 87 persone, oltre alle circa 2.000 infettate in Germania. Tutte le persone colpite dal batterio erano state in Germania nei giorni precedenti, fatta eccezione per due soggetti. Ma da Amburgo, focolaio dell’epidemia, arrivano le prime rassicurazioni: il numero dei nuovi casi non cresce più in maniera esponenziale, ma si va stabilizzando. Ad oggi si registrano oltre una ventina di decessi, sopravvenuti per sindrome emolitico-uremica (Seu), che provoca diarrea emorragica e blocco renale.

I responsabili del contagio

E’ in Germania che questa pericolosa variante dell’Escherichia coli ha iniziato a propagarsi. Esclusa l’ipotesi che la contaminazione sia stata originata da una partita di cetrioli importati dalla Spagna, gli occhi sono puntati sui germogli di soia prodotti da un’azienda agricola biologica, che si trova a circa 40 miglia a sud di Amburgo. Nelle ultime ore, però, anche questa causa è stata smentita.

Un ceppo pericoloso

Nel frattempo, gli studiosi del Genomics Institute di Pechino, che hanno effettuato esami da campioni provenienti dalla Germania, hanno scoperto che la variante di Escherichia coli responsabile della sindrome emolitico-uremica (Seu) è resistente ad alcune classi di antibiotici. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha confermato che il ceppo non è mai stato visto prima in un’epidemia e che potrebbe essere molto pericolosa, inoltre risulta resistente agli antibiotici.

Difficile il contagio tra umani

E’ possibile infettarsi da una persona ammalata? Si tratta di un’ipotesi abbastanza remota. Queste infezioni non hanno carattere epidemico. Il batterio è presente nelle feci e si trasmette per via orofecale: dalle feci deve arrivare alla bocca e si propaga se c’è scarsa igiene.

Una lunga incubazione

Attenzione all’incubazione, che dura più di dieci giorni. Durante questo periodo la persona raggiunta da Escherichia coli è già infetta, perché i batteri sono già nell’intestino e da lì si spostano nelle feci.

Lavare frutta e verdura

Diverso è il discorso per gli ortaggi, che vanno lavati bene, con tanta acqua corrente (se si lava accuratamente basta l’acqua). Se in uno stesso luogo è presente anche una sola verdura infetta, questa può facilmente contaminare le altre vicine. Lavare la verdura è la principale precauzione, così come ogni vegetale che cresce a terra. Diverso è il discorso per la frutta che cresce solitamente in alto ed è quindi meno a rischio, anche se resta valido il principio di precauzione. Va lavata accuratamente anche l’insalata in busta, come se fosse acquistata fresca.

Carne cotta e latte pastorizzato

Resta valido il principio di cuocere bene la carne (soprattutto gli hamburger) e di evitare il latte crudo.

Bambini e anziani più a rischio

Precauzioni più rigide vanno prese in presenza di anziani e bambini, che sono più esposti in quanto hanno un sistema immunitario più debole rispetto agli adulti.

La situazione italiana

Sedici quintali di cetrioli erano stati sequestrati, in via precauzionale, nei giorni scorsi quando le autorità sanitarie tedesche avevano comunicato che l’ortaggio poteva essere il responsabile della diffusione dell’infezione. Non appena le analisi effettuate hanno dato esisti negativi la merce è stata dissequestrata.

I casi in Germania

La quasi totalità dei casi registrati è concentrata nella zona di Amburgo. Il Ministero della Salute consiglia solo ai cittadini italiani che debbono recarsi nel Nord della Germania di non consumare in loco verdura e frutta crude e di non bere acqua di rubinetto, finché la causa dell’epidemia non sarà stata accertata. Queste particolari precauzioni non sono necessarie per la popolazione italiana, per la quale sono sufficienti le normali norme igieniche già ampiamente pubblicizzate.

Norme di prevenzione

Le consuete norme igieniche per la sicurezza alimentare sono sufficienti a evitare infezioni:

– lavarsi frequentemente le mani dopo aver maneggiato alimenti;

– lavare a fondo le verdure;

– evitare il consumo di carne cruda e di latte non pastorizzato

– lavare bene coltelli, taglieri e altri utensili usati per la preparazione dei cibi;

– evitare di utilizzare senza lavare lo stesso tagliere e/o utensile per più alimenti;

– lavare bene le mani prima di manipolare i cibi e dopo aver usato la toilette;

– evitare contaminazioni crociate tra prodotti cotti e prodotti crudi

– Le persone che hanno recentemente soggiornato in Germania devono prestare attenzione alla comparsa di sintomi gastroenterici e nel caso di diarrea emorragica rivolgersi al proprio medico.

Dal Veneto

“Il batterio dell’Escherichia coli non abita qui, non nel “Made in Italy”, non nel “Made in Veneto”. Si cerchino le vere cause, ma soprattutto non si faccia terrorismo contro la verdura di casa nostra, ottima, di assoluta qualità, controllatissima e certificata, salutare”. Lo ha ribadito nei giorni scorsi la Regione del Veneto, secondo produttore nazionale di ortofrutta e primo nell’orticoltura, che in occasione di una manifestazione svoltasi a Treviso ha sottolineato l’assoluta estraneità delle produzioni nostrane rispetto all’epidemia che ha come fulcro l’area tedesca di Amburgo. Per sottolineare con forza questi concetti, alla manifestazione trevigiana erano presenti, tra gli altri, numerosi rappresentanti del Governo veneto, di Coldiretti veneto, della sanità regionale e dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie.

Rispetto ai nefasti effetti dell’Escherichia coli, è stato dunque ribadito che è certamente innocente l’ortofrutta italiana, come pure la verdura spagnola che all’inizio della crisi era stata messa sul banco degli accusati, causando a valanga una psicosi che ha ridotto la commercializzazione ai minimi termini in piena stagione produttiva, con pensanti ricadute economiche sulla nostra agricoltura di qualità. In un settore nazionale che vale oltre 4 miliardi – è stato ricordato – la paura ingiustificata causa perdite per circa 3 milioni di euro al giorno per mancata vendita, dei quali 600 mila euro solo nel Veneto. Stiamo parlando di un settore dove la nostra Regione esporta prodotti per 120 milioni di euro l’anno e dove il “blocco” adottato nei giorni scorsi dalla Russia, in seguito alle notizie provenienti dall’UE, rischia effetti a cascata anche in altri Paesi. L’agricoltura non va lasciata sola – ricorda Coldiretti – e i consumatori non vanno bombardati con false informazioni. Le crisi che si sono succedute ci hanno sempre visto innocenti, ma hanno pagato i nostri agricoltori.

Il batterio Escherichia Coli

Molte infezioni alimentari si potrebbero facilmente prevenire con una maggiore igiene e soprattutto con la conoscenza dei cibi a rischio. Il fatto che tutto spesso si riduca a qualche giorno di forte diarrea, non deve far passare in secondo piano che l’esito della tossinfezione può essere mortale in una certa percentuale di casi (per fortuna bassa, ma non trascurabile). L’Escherichia coli è una specie di batterio gramnegativo (cioè negativo alla colorazione di Gram) a forma di bastoncello diritto. Poiché la sua temperatura ottimale di sopravvivenza è di 37 °C, vive facilmente nell’intestino dell’uomo e degli animali; è poco resistente a disinfettanti chimici e/o fisici e viene distrutto con la pastorizzazione. Escherichia coli di norma non causa malattie. Tuttavia alcuni ceppi di Escherichia coli risultano patogeni, fra questi i ceppi enterotossigeni (ETEC), enteropatogeni (EPEC), enteroinvasivi (EIEC), enteroaderenti (EAEC), enteroemorragici (EHEC, tra i quali i ceppi produttori di verocitotossina o VTEC).

I ceppi enteroemorragici in particolare i ceppi VTEC sono quelli che in anni recenti hanno assunto maggiore importanza come causa di colite emorragica e di sindrome emolitico-uremica (la prima rilevazione è del 1982 in circa 50 soggetti che avevano mangiato hamburger contaminati). L’infezione da E. coli VTEC è trasmessa dagli alimenti per via oro-fecale; particolare attenzione va posta nell’uso di carne di manzo cruda o poco cotta. Infatti il maggior serbatoio del batterio è il bestiame, la cui carne può essere contaminata dal contenuto intestinale durante la macellazione o la preparazione della carne. L’hamburger è particolarmente a rischio perché il batterio può penetrare in profondità a causa della carne macinata e nel caso la cottura non sia adeguata può persistere nel prodotto. Altri alimenti a rischio sono il latte non pastorizzato e gli ortaggi irrigati con acqua contaminata dagli escrementi del bestiame.

I sintomi

Il quadro può essere molto grave con diarrea emorragica, dolori addominali intensi, nausea e vomito; la febbre in genere è assente. I sintomi si presentano dopo 3-4 giorni dal consumo dell’alimento contaminato e durano per circa una settimana. Purtroppo in circa il 6% dei casi la patologia si complica evolvendo nella sindrome emolitico-uremica, dovuta al passaggio in circolo della tossina. Poiché la mortalità della sindrome emolitico-uremica è del 3-5%, si può concludere che la mortalità da infezione da Escherichia coli è di circa il 2-3 per mille.

Le cure

Poiché gli antibiotici sembrano addirittura peggiorare la situazione, le cure sono sintomatiche (reidratazione) e volte a curare o prevenire le complicanze.

Consigli sanitari per la prevenzione delle malattie diarroiche, in particolare in relazione al batterio Escherichia coli produttore della tossina Shiga (STEC) – detto anche E. coli produttore di verotossina (VTEC) o E. coli enteroemorragico (EHEC)

Dichiarazione comune del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) e dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), 3 giugno 2011

Il 22 maggio 2011, la Germania ha riferito in merito ad un notevole aumento del numero di pazienti affetti da sindrome emolitico-uremica (SEU) e diarrea emorragica causate dal batterio E.Coli produttore della tossina Shiga (STEC). Dal 22 maggio sono stati registrati in Germania oltre 400 casi di SEU e oltre 1000 casi di infezione da STEC. Altri casi di SEU e infezione da STEC connessi al manifestarsi delle malattie in Germania sono stati registrati in numerosi altri Paesi (Austria, Repubblica ceca, Danimarca, Francia, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Spagna, Svezia e Regno Unito).

La SEU colpisce solitamente bambini di età inferiore a 5 anni, ma nella situazione attuale l’80% dei pazienti affetti è costituito da adulti, con una chiara predominanza femminile (circa 68%). L’origine del contagio non è ancora stata confermata e le ricerche sono tuttora in corso. Le autorità sanitarie

tedesche sospettano che il veicolo di contagio sia costituito da alimenti contaminati e stanno attualmente esaminando il consumo di pomodori, cetrioli e insalata crudi.

Cosa significano le sigle STEC, VTEC e EHEC?

Il batterio denominato Escherichia coli (E. coli) si trova naturalmente nell’intestino di tutti gli esseri umani e di tutti gli animali, fa parte della normale flora intestinale ed è solitamente innocuo. Esistono tuttavia particolari ceppi dell’E. coli in grado di produrre tossine. Tali ceppi sono denominati STEC/VTEC (E.Coli produttore della tossina Shiga o verotossina) oppure EHEC (E.Coli enteroemorragico) e le tossine da essi prodotte possono provocare gravi diarree emorragiche, che in taluni casi possono risultare in una grave insufficienza renale che richiede cure intensive. Esistono vari ceppi diversi del batterio STEC e grazie alla loro identificazione si può individuare con maggiore precisione l’origine di un determinato focolaio d’infezione.

Come ci si ammala?

L’infezione da STEC si trasmette prevalentemente attraverso il consumo o la manipolazione di cibi contaminati e attraverso il contatto con animali infetti. L’ulteriore trasmissione da persona a persona è possibile in caso di stretto contatto (in ambito familiare, nei centri di assistenza all’infanzia, nelle case di cura, ecc.). Un numero molto ridotto di batteri STEC è sufficiente per provocare l’infezione nell’essere umano.

Come posso evitare il contagio?

Malgrado le numerose misure in vigore, i consumatori possono essere esposti agli agenti di contagio attraverso cibi contaminati, in particolare crudi o non interamente cotti. Si possono tuttavia adottare alcune semplici precauzioni che riducono il rischio di contagio attraverso alimenti o animali potenzialmente contaminati o persone ammalate. Spesso i consumatori possono ridurre il rischio di contagio a casa seguendo buone prassi di manipolazione dei cibi e di attenta pulizia delle mani.

Consigli per una scrupolosa pulizia delle mani

– Lavare le mani accuratamente con il sapone, risciacquarle attentamente e asciugarle usando carta da cucina o asciugamani tessili (da lavare regolarmente a 60°C) o prima di preparare, servire o mangiare i cibi o dopo essere stati in bagno o aver cambiato i pannolini o dopo aver manipolato ortaggi crudi, ortaggi a radice o carne o dopo essere stati a contatto con animali da fattoria o dopo aver visitato una fattoria o dopo qualsiasi contatto con le feci di animali domestici.

Manipolazione degli alimenti

– Tutte le persone affette da diarrea o vomito devono evitare di manipolare gli alimenti.

– La carne, anche quella tritata, deve essere completamente cotta.

– Tutta la frutta con la buccia deve essere sbucciata e sciacquata sotto l’acqua potabile corrente.

– Tutti gli ortaggi devono essere lavati accuratamente sotto l’acqua potabile corrente, soprattutto quelli che non saranno consumati cotti.

– Tutti gli ortaggi a radice devono essere sbucciati e sciacquati sotto l’acqua potabile corrente.

– Una completa cottura degli ortaggi e della carne distrugge i batteri e i virus all’origine della malattia.

– Evitare la contaminazione incrociata, ovvero la diffusione dei batteri da un alimento crudo ad un alimento pronto per il consumo o cotto, ad esempio usando taglieri separati per la carne cruda e cotta o le verdure fresche e lavandoli con sapone dopo aver manipolato cibi crudi e prima di manipolare cibi pronti per il consumo.

Per ulteriori informazioni sulla manipolazione dei cibi, si consulti il seguente documento dell’Organizzazione Mondiale della Sanità “Cinque punti chiave per alimenti più sicuri”:

http://www.who.int/foodsafety/publications/consumer/5keys/en

Fonti:

Europe Direct Veneto, Commissione europea, Parlamento europeo, Ministero della Salute, Regione Veneto, Il Salvagente, Albanesi.