Florovivaismo a Saonara: un’analisi sul territorio per il rilancio

 

Per consultare e scaricare il report completo dell’indagine effettuata sul territorio di Saonara, clicca qui.

Saonara può essere considerata un’area tradizionalmente vocata al florovivaismo da almeno duecento anni, da quando la famiglia Sgaravatti si mise al servizio delle ricche famiglie veneziane, per prendersi cura dei giardini e dei parchi delle loro belle ville.

Da allora il comparto si è sviluppato nel territorio e il nome di Saonara ha brillato per anni nelle più importanti fiere nazionali e internazionali del florovivaismo come sinonimo di eccellenza, qualità, professionalità.

Ma questo ormai non basta più per affrontare un mercato sempre più difficile, globale, dove tutto si muove più velocemente; non bastano più imprenditori che mettono anima e corpo nel lavoro in una impresa che si confonde con la famiglia, non bastano più tante aziende, ma piccole e con un basso livello di tecnologia e innovazione.

I problemi che abbiamo rilevato in un focus group realizzato con un gruppo di produttori florovivaistici veneti sono più o meno gli stessi che emergono dall’indagine realizzata a Saonara: alti costi di produzione e bassi prezzi, carenza di assistenza tecnica e personale specializzato, assenza di capitolati per il verde pubblico, scarsa conoscenza del mercato, offerta non coordinata, basso livello di innovazione e poco marketing.

Le difficoltà sono cresciute negli ultimi anni a causa della stagnazione economica mondiale, la concorrenza è diventata sempre più agguerrita, la tensione nell’arena competitiva è aumentata, il clima è sempre più pesante, a causa anche della facilità con cui prodotti di altri paesi, a basso prezzo, ma anche di bassa qualità, vengono introdotti sul territorio nazionale. Viceversa, le nostre produzioni faticano ad uscire anche solo dai confini regionali, non solo per vincoli amministrativi e burocratici, ma anche per carenze nel sistema organizzativo e imprenditoriale. La mancanza di uno sbocco commerciale interno a causa di una domanda in calo, sta soffocando molte imprese, soprattutto le più piccole, meno organizzate e deboli dal punto di vista strutturale.L’analisi dell’andamento del numero di aziende attive dal 2002 al 2010, evidenzia in maniera chiara la situazione.

 

Numero aziende in Veneto e a Saonara

 

Nonostante dal 2004 vi sia sostanzialmente un trend di leggera crescita del numero di aziende, nel 2010 queste hanno registrato una consistente diminuzione. Se rispetto al 2002, l’unica provincia ad evidenziare una flessione delle aziende è proprio la provincia di Padova (-10,2%), mentre, tra le altre, Verona, Rovigo e Venezia presentano i più rilevanti incrementi, nel confronto con il 2005, ad esclusione di Rovigo, l’unica che riesce ad incrementare, seppur di poco, il numero di aziende, tutte le altre province presentano un calo, con la provincia di Padova che registra quello più significativo in termini relativi (-6,2%).

Alla luce di queste dinamiche, è interessante analizzare la realtà saonarese: come si evidenzia nella figura 1, il trend del numero di aziende localizzate nel territorio del comune di Saonara presenta una continua flessione, molto accentuata fino al 2004, cui ha fatto seguito una leggera ripresa nel 2005, e più lenta negli ultimi cinque anni. Rispetto all’andamento regionale, dunque, la ripresa iniziata a partire dal 2004, nell’area saonarese non si è fatta sentire, anzi, è proseguita la perdita di imprese anche negli anni in cui a livello veneto queste aumentavano di numero (periodo 2006-2010). Per contro, la flessione dell’ultimo anno, sembra essere meno accentuata rispetto al dato regionale.

Diamo ancora uno sguardo a cosa ci dicono i numeri: dal 2002 Saonara ha perso per strada oltre un terzo delle sue imprese del settore florovivaistico, che sono passate da oltre 120 a meno di 80 unità. Un danno certo per l’economia locale, e il trend di lenta, ma continua, diminuzione non accenna ad interrompersi.

Saonara è il comune veneto con la maggiore concentrazione di imprese florovivaistiche (il 4,6% del totale regionale), altamente specializzate nel vivaismo frutticolo (53 aziende, il 20% del comparto veneto). La percentuale di aziende di Saonara che hanno acquisito l’autorizzazione all’emissione del passaporto delle piante (necessario per l’esportazione) è del 75%, a fronte di una media regionale del 24%.

Se da un lato questi dati rappresentano un punto di forza, su cui gettare le basi per costruire un futuro ancora più di successo, dall’altro pongono le imprese saonaresi di fronte ad una grande sfida, perché quello internazionale è il mercato più difficile, che richiede maggiori risorse, maggiore organizzazione, maggiore forza…

In questo contesto, va interpretata la volontà dell’Amministrazione comunale di Saonara, in particolare nella persona del Sindaco, Andrea Buso e dell’Assessore Riccardo Meneghel, competente per il florovivaismo, di mettere al centro delle proprie attenzioni e iniziative il comparto, per supportarlo in questi anni di difficoltà.

Nel maggio 2010, la collaborazione tra Veneto Agricoltura e il comune di Saonara è stata formalizzata con la firma di un protocollo di intesa di durata triennale: prototipo di quello che come Azienda Regionale siamo chiamati a fare a servizio degli enti locali e delle imprese agricole. È nata così una sinergia, che ha permesso di mettere in rete le competenze, il know-how, le professionalità maturate negli anni dai tecnici di Veneto Agricoltura e la conoscenza del territorio degli amministratori di Saonara.

In maniera prioritaria per orientare le scelte future, non solo dell’amministrazione pubblica, ma anche degli operatori privati, è stata condotta una analisi sul territorio che si è conclusa nello scorso maggio: i risultati sono stati riassunti in un report che è stato presentato pubblicamente con un convegno.

I quasi 50 questionari a risposta multipla raccolti hanno permesso di analizzare opinioni, considerazioni, commenti, oltre a dati e informazioni, utili per capire la realtà attuale del comparto nel territorio saonarese e necessarie per sondare la disponibilità a mettere insieme le forze per fare qualcosa a favore delle imprese.

Vediamo alcuni dati più significativi: il 60,4% delle aziende florovivaistiche che hanno partecipato all’indagine indica esperienza, professionalità e competenza come punti di forza del settore; oltre il 79% individua la scarsa collaborazione fra le imprese come punto di debolezza, seguito, per il 58,3%, dai bassi margini di guadagno. I prezzi bassi (56,3%) e l’elevata concorrenza (54,2%) sono giudicati come gravi problematiche aziendali, seguiti a breve distanza dagli eccessivi oneri burocratici (52,1%). Il 54,2% degli imprenditori vede nella collaborazione l’opportunità di rilancio del settore, mentre la chiave del successo sta nell’innovazione solo per un 20,8%. Solo il 27,1% degli intervistati considera il marchio collettivo una buona strategia per l’affermazione di un prodotto, ma circa il 35% manifesta interesse verso una sua possibile per l’area saonarese. Su questo punto, esistono una pluralità di opinioni e posizioni molto varia: si va da chi nutre in un possibile marchio collettivo fiducia (29%) o pieno favore (25%) e chi invece dimostra diffidenza (21%) e sfiducia (15%). Per il 45,8% dei florovivaisti, il marchio collettivo porterebbe maggiori elementi di riconoscibilità e identità, e per una percentuale esattamente uguale offrirebbe anche migliori garanzie di qualità del prodotto, oltre ad aumentare il potere contrattuale sul mercato (37%) e favorire la comunicazione verso i consumatori (31%).

Nel Nord-est che molti vogliono dare già per finito, le produzioni dei comparti caratteristici della regione (arredamento, meccanico, orafo, moda, lo stesso alimentare) hanno reagito, puntando non solo al continuo miglioramento qualitativo del prodotto e/o processi ma anche intervenendo alla base, sul sistema organizzativo stesso. La parola d’ordine è “fare rete”: si sono attivate e dato nuovo impulso a partnership tra fornitori/produttori, si è investito per migliorare e rendere più efficiente la produzione, le risorse umane, la distribuzione, agendo sulla ricerca, sulla logistica, sulla commercializzazione aggregata (vedi le OP del settore ortofrutticolo)… quindi perseguendo l’innovazione che produce competitività.

È probabilmente questa la via da seguire anche da parte delle aziende florovivaistiche e di quelle di Saonara in particolare: è necessario mettere da parte campanilismo e personalismi, gelosie e incomprensioni, per puntare sulla concretezza, sugli elementi comuni che uniscono.

Quindi diventa fondamentale fissare obiettivi comuni, progettare le soluzioni adeguate per raggiungerli, programmare le varie fasi di attuazioni…mettere in pratica quanto scritto sulla carta e prepararsi ad affrontare con forza il mercato.