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Il punto di Veneto Agricoltura sull’imminente vendemmia nelle diverse aree viticole della regione. Nonostante il caldo torrido la maturazione delle uve procede regolare. Tutti in attesa della pioggia rinfrescante. Il 4 settembre a Legnaro-Pd il tradizionale convegno sulle previsioni vendemmiali nel nord est d’Italia.
I viticoltori veneti stanno aspettando la pioggia come la manna per non vedere i loro vigneti entrare in un preoccupante stato di stress idrico, com’è accaduto la scorsa estate a causa di un lungo periodo di siccità. Non è comunque solo questione di carenza d’acqua. Preoccupa anche l’eccessivo caldo umido che da giorni sta stagnando sulla nostra regione e che sta mettendo in crisi i vigneti, che a poche settimane dalla vendemmia avrebbero bisogno sì di giornate di sole ma anche di notti fresche e ventilate con adeguate escursioni termiche. Occhi all’insù, dunque, o meglio attenzione ai bollettini meteo nella speranza che vengano annunciati presto (già in settimana?) refrigerio e qualche precipitazione. Va detto però che la vite è una pianta che in questi anni ha dimostrato di sapersi adattare alle difficili condizioni climatiche, sopportando bene le ondate di calore e reagendo di conseguenza.
Nel pieno della fase di maturazione delle uve, cosa sta succedendo nei vigneti delle principali aree vocate del Veneto? L’Osservatorio di Veneto Agricoltura, in vista del tradizionale incontro sulle previsioni vendemmiali nel nord est d’Italia, in programma il prossimo 4 settembre a Legnaro (Pd), ha fatto il punto raccogliendo i primi dati.
Nel comprensorio del Conegliano-Valdobbiadene DOCG, dopo le piogge di maggio e giugno, che comunque non hanno causato danni da malattie ai preziosi vigneti, il caldo intenso di questi giorni comincia a destare qualche preoccupazione. La pioggia (20-40 mm) della scorsa settimana ha stoppato momentaneamente una situazione di carenza idrica che però ora si sta già ripresentando sui vigneti posizionati ad altitudini superiori i 200 m. Chi può sta intervenendo con piccoli soccorsi di aiuto alle piante, ma il direttore del Consorzio, Giancarlo Vettorello, ci tiene a sottolineare che la situazione è pienamente sotto controllo, soprattutto se in settimana arriverà la pioggia come annunciato. L’invaiatura (cioè l’avvio della fase di maturazione-colorazione dell’uva) non è ancora iniziata, per cui eventuali danni dovuti alla mancanza d’acqua sarebbero limitati (acini più piccoli). A differenza delle previsioni dello scorso mese di maggio, quando all’epoca del germogliamento tutto faceva presupporre una produzione medio-alta, vale a dire superiore del 10% rispetto allo scorso anno, allo stato attuale sembra invece che si sia tornati con i piedi per terra prevedendo dunque una produzione nella norma.
Nell’area Lison-Pramaggiore-Piave l’invaiatura delle varietà precoci (Chardonnay, Pinot Grigio e Bianco) è giunta al 50%, mentre è appena all’inizio per il Prosecco (Glera) e il Merlot. Riccardo Barro, tecnico del Consorzio, non segnala particolari problemi di carattere sanitario ai vigneti, che per ora non danno segnali di sofferenza da stress idrico. Le giornate calde di questo periodo risultano essere anche piuttosto ventilate, per cui la maturazione delle uve procede bene. Rispetto allo scorso anno la vendemmia delle varietà precoci è annunciata in ritardo di una decina di giorni, tanto che le operazioni di raccolta dovrebbero iniziare nei primi giorni di settembre.
Nell’area dei Colli Euganei, diversamente dallo scorso anno, lo stress idrico non sta creando per ora eccessive preoccupazioni. Evidentemente, come sostiene Alberto Bizzaro, tecnico del Consorzio, le abbondanti piogge primaverili hanno fornito alle piante una buona scorta d’acqua. Ciò che in questo momento preoccupa maggiormente i viticoltori sono le alte temperature sulle 24 ore. Nelle varietà precoci (Chardonnay, Pinot e Moscato) l’invaiatura è avvenuta circa dieci giorni fa, mentre è già a buon punto per il Merlot. Tra qualche giorno sarà il turno del Raboso e del Cabernet. Lo stato sanitario dei vigneti, dopo le preoccupazioni dei mesi scorsi per gli attacchi fungini causati dalle abbondanti precipitazioni, appare buono. Sotto il profilo quantitativo, la vendemmia nell’area dei Colli si annuncia senz’altro superiore rispetto allo scorso anno.
Anche nel vicentino, dalla pianura ai colli, la maturazione delle uve sta procedendo con regolarità e Manuel Xausa, del Consorzio di Breganze, incrocia le dita visto com’era andata negli scorsi anni con le grandinate. Nei vigneti c’è sempre più professionalità per cui i viticoltori dimostrano di saper fare i giusti interventi nei momenti opportuni. Problemi sanitari non ce ne sono e la pioggia (25-30 mm) della scorsa settimana ha dato respiro alle piante. Le varietà precoci, in primis il Pinot, sono in piena invaiatura mentre la vendemmia dovrebbe iniziare con 15 giorni di ritardo rispetto allo scorso anno.
Infine, dal prezioso comprensorio vitivinicolo del veronese i tecnici dei diversi Consorzi ricordano che temperature così elevate, come quelle che si registrano in questi giorni, non facilitano l’attività vegetativa della vite, anzi favoriscono fenomeni di scottatura su grappoli e foglie. Ciononostante, le fasi fenologiche stanno procedendo senza evidenti variazioni rispetto alle medie storiche, anche se una certa disomogeneità nella maturazione dei grappoli si evidenzia nei vigneti non irrigati. La situazione sanitaria non desta particolari preoccupazioni, con sporadiche segnalazioni di peronospora e oidio nelle zone collinari. La Garganega sta completando l’accrescimento dell’acino e si attendono delle gradazioni sensibilmente al di sopra della media, soprattutto nei vigneti irrigati. (17-22 ° Babo). Per le uve bianche ci si attende una produzione inferiore del 10% rispetto alla media storica.
Si ricorda che il vigneto veneto rappresenta una vera e propria miniera d’oro a cielo aperto. Basti pensare che nel 2012 sono stati oltre 76.000 gli ettari coltivati i quali hanno prodotto 10,8 milioni di quintali di uva pari a 8 milioni di ettolitri di vino di qualità, di cui il 52,7% DOP e il 40,7% a IGP. L’export del comparto, sempre nel 2012, ha sfiorato il miliardo e mezzo di euro, posizionando la nostra Regione al primo posto in Italia con il 31% del valore complessivo delle esportazioni.
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