Analisi dei mercati ortofrutticoli veneti 2013

 

Dopo il trend di continua crescita registrato fino al 2006, negli ultimi sei anni la dinamica delle quantità veicolate dai mercati ortofrutticoli della Regione Veneto è stata prevalentemente in calo. Se si esclude il 2008, è evidente un persistente andamento negativo, con una flessione che viene confermata nel triennio 2011/13, quando la quantità totale scambiata è scesa al di sotto del milione di tonnellate: circa 930 mila t nel 2013, il 6% in meno rispetto al 2012, al livello più basso registrato dal 2000 ad oggi (fig. 1).

Per quanto riguarda la merce oggetto di scambio, nel 2013, gli ortaggi si confermano al primo posto (475 mila tonnellate, -1%), con una quota pari al 51% degli scambi. Seguono la frutta fresca (311 mila t, -12,5%) con una quota di circa il 33,4% e gli agrumi (141 mila t, -10,3%) che costituiscono il 15,1% delle merci scambiate. Rimane ancora del tutto residuale (inferiore all’1%) la quota sugli scambi detenuta dalla frutta secca (5.581 t, -2,4%).

 

report mercati ortofrutticoli veneti 2013_fig 1 merci scambiate

 

A frenare la flessione nel 2013 ha contribuito un buon andamento dei prezzi registrati nei mercati, saliti in media di circa l’11%; di conseguenza il valore degli scambi, che nel 2012 era salito a circa 902 milioni di euro, in aumento di circa il 26% rispetto all’anno precedente, nel 2013 è ulteriormente aumentato, anche se in misura molto meno rilevante, attestandosi a circa 921 milioni di euro (+2% circa rispetto al 2012).

Risulta molto interessante l’analisi di lungo periodo (a partire dal 2000) dell’andamento degli scambi distinto per tipologia e per singolo mercato.

La legge regionale che disciplina i mercati all’ingrosso (L.R. n. 36 del 31 luglio 1984), distingue infatti tra:

mercati alla produzione, in cui le merci sono offerte esclusivamente da produttori singoli o associati;

mercati di re-distribuzione (o di transito), in cui gli acquisti sono effettuati prevalentemente da commercianti all’ingrosso e al dettaglio;

mercati al consumo (o terminali) in cui gli acquisti sono effettuati prevalentemente da commercianti al dettaglio.

Ponendo l’anno 2000 come anno base per l’analisi (base 100), è possibile descrivere le variazioni relative da un anno all’altro delle quantità di merce scambiate nelle tre diverse tipologie di mercati (fig. 2).

 

report mercati ortofrutticoli veneti 2013_fig 2 andamento scambi

 

È evidente come, dopo un continuo trend di crescita durato sostanzialmente fino al 2008, negli ultimi cinque anni anche i mercati di redistribuzione (Verona, Padova e Treviso, linea arancione) stiano registrando delle difficoltà, con un trend negativo delle quantità scambiate, scese nel 2013 a circa 263 mila tonnellate (-4,6% rispetto al 2012).  Per i mercati al consumo (o terminali, quali Venezia-Mestre, Bassano del Grappa e Vicenza, linea azzurra), il trend di flessione degli scambi è iniziato addirittura dal 2001, salvo registrare una piccola ripresa nell’ultimo triennio, che tuttavia sembra essersi già esaurita nel 2013, quando le quantità commercializzate si sono attestate a circa 25.700 tonnellate (-4,2% rispetto al 2012). La performance è stata influenzata dalla ripresa degli scambi registrata a partire dal 2010 soprattutto nei mercati vicentini, mentre il mercato di Venezia-Mestre ha evidenziato un calo delle quantità veicolate nell’ultimo biennio. Per quanto riguarda i mercati alla produzione, il volume delle merci scambiate è sceso ulteriormente nel 2013, per un trend negativo che continua sostanzialmente dal 2004. I cinque mercati principali (Lusia, Chioggia, Rosolina, Villafranca di Verona e Valeggio sul Mincio), che insieme veicolano oltre l’85% del totale della categoria, registrano un drastico calo degli scambi nel 2013 (58.100 tonnellate, -24,7%) soprattutto a causa delle minori quantità commercializzate nei mercati frutticoli veronesi, praticamente dimezzate, mentre i mercati orticoli rodigini e del litorale del basso veneziano hanno registrato delle flessioni meno rilevanti, ma comunque a due cifre.

Riguardo alla provenienza delle merci (fig. 3), nel 2013 la quantità di prodotto proveniente dal territorio regionale (compreso le provenienze comunali e provinciali) è stata di circa 213 mila tonnellate, in sensibile calo (-16,6%) rispetto all’anno precedente e rappresenta il 22,8% del totale delle merci scambiate nei mercati ortofrutticoli del Veneto. Gli arrivi dal territorio nazionale subiscono ancora un calo e scendono per la prima volta sotto le 500 mila tonnellate (495 mila tonnellate circa, -3,8% rispetto al 2012), ma aumentano il loro peso relativo sul totale degli scambi (53,1% rispetto al 51,5% dell’anno precedente). Anche le merci provenienti dall’estero registrano una flessione, seppure di modeste dimensioni (225 mila t, -1,4%), ma nel complesso la quota relativa aumenta, portandosi al 24,1% del totale (nel 2012 era del 22,9%).

report mercati ortofrutticoli veneti 2013_fig 3 provenienza merci

 

Per quanto riguarda il dettaglio per regione, la merce italiana proviene per l’80% da sei regioni: Sicilia, Puglia, Campania, Emilia-Romagna, Lazio e Calabria (fig. 4), con le prime due regioni che nel 2013 aumentano ulteriormente la loro quota relativa sul totale nazionale (da 40% a 44%).

Riguardo le importazioni dall’estero, la maggior parte proviene dall’Unione Europea (circa il 62,5%, una quota in leggera flessione rispetto al 2012) e in particolare da Spagna e Paesi Bassi. Sono rilevanti e in crescita le importazioni dall’America centrale (10% circa) e dal Sud America (13%, in particolare da Argentina e Cile), che soddisfano le esigenze di frutta e prodotti nei periodi di controstagionalità. Stabile la quota delle importazioni provenienti dall’Africa (8%), mentre sono residuali quelle provenienti dall’Asia e dall’Oceania (entrambe con una quota dell’1%).

 

report mercati ortofrutticoli veneti 2013_fig 4 dettaglio provenienza merci

 

Rispetto alla destinazione delle merci (fig. 5), sulla base delle stime fornite dai direttori dei mercati, si registra una ripresa delle merci destinate all’export (362 mila tonnellate, +2%), la cui quota sul totale delle merci in uscita dai mercati raggiunge il 39%. In leggera crescita anche la quota relativa di merci che vengono indirizzate in ambito nazionale (21,5%), anche se in valore assoluto, le quantità scendono al di sotto delle 200 mila tonnellate (-4%). In sensibile calo invece le merci destinate a rimanere in ambito regionale (370 mila tonnellate, -15%), la cui quota scende per la prima volta al di sotto del 40% del totale scambiato.

 

report mercati ortofrutticoli veneti 2013_fig 5 destinazione merci

 

Analizzando il dettaglio per regione si può notare che la merce commercializzata a livello nazionale viene indirizzata per circa il 95% del totale verso le regioni confinanti del nord Italia, in particolar modo verso Il Trentino Alto Adige (46% del totale), seguito da Lombardia (20%), Friuli Venezia Giulia (16%) ed Emilia Romagna (14%).

Le esportazioni sono orientate principalmente verso i paesi di prossima vicinanza all’Italia, e quindi Germania, Croazia e Slovenia, che insieme concentrano circa il 50% delle destinazioni estere. Tra le altre maggiori destinazioni spicca la Russia, verso la quale vengono indirizzate l’8% delle merci, seguita da altre destinazioni verso i paesi del nord-est Europa (Austria, Ungheria, Romania, Ucraina e Bosnia).

 

report mercati ortofrutticoli veneti 2013_fig 6 dettaglio destinazione merci

 

Commercianti e grossisti si confermano i principali “fornitori” che introducono merce in mercato, con una quota in ripresa rispetto al 2012 (rispettivamente 41% e 20,8% nel 2013). In leggero aumento anche la quota di merce introdotta da OP/Cooperative (23,4%), mentre presenta un deciso calo la merce introdotta dai produttori (12,3% nel 2013 rispetto al 14,2% dell’anno precedente), a conferma della perdita di attrattività da parte dei mercati alla produzione.

I commercianti/grossisti sono anche i principali acquirenti delle merci che escono dai mercati, con una quota invariata rispetto al 2011, sostanzialmente stabile a 57,7% (fig. 8). In leggera crescita la quota che viene acquisita dalla Distribuzione Moderna (20,5%), mentre diminuisce leggermente la merce veicolata al dettaglio fisso (10,5%) e ambulante (6,6%); residuali le quote delle altre tipologie di acquirenti (ho.re.ca., privati e industria).

 

report mercati ortofrutticoli veneti 2013_fig 7 fornitori merci

 

report mercati ortofrutticoli veneti 2013_fig 8 acquirenti merci

 

Per il trasporto della merce in entrata diminuisce dopo il continuo calo degli ultimi cinque anni, torna a cresce l’utilizzo del bilico (66%), a scapito dell’utilizzo di autocarri (26%) e soprattutto di altri mezzi di trasporto, quali ad esempio trattori agricoli o furgoni, la cui quota scende ulteriormente al 7,9% nel 2013. Per il trasporto della merce in uscita, il bilico e l’autocarro si confermano i due principali mezzi di trasporto, rispettivamente con una quota del 47,8% e del 39,3%, in leggera flessione nel 2013, mentre registra una lieve ripresa l’utilizzo di altri mezzi (furgoni e furgoncini…), la cui quota risale al 12,9%.

 

Conclusioni

I dati forniti dai mercati agroalimentari, raccolti e analizzati negli ultimi anni dagli esperti dell’Osservatorio Economico Agroalimentare di Veneto Agricoltura, evidenziano un trend in flessione delle merci scambiate nei mercati ortofrutticoli regionali, già notato negli ultimi due anni e confermato anche nel 2013. I volumi di scambio sono infatti ulteriormente diminuiti, mantenendosi anche nel 2013 al di sotto della “soglia psicologica” del milione di tonnellate. I valori commercializzati, considerato un generale miglioramento dei prezzi medi di mercato, sono risaliti a circa 921 milioni di euro (+2% rispetto al 2012). La tendenza di medio-lungo periodo conferma che i mercati di redistribuzione sorreggono gli scambi mercatali con circa l’80% del totale della merce veicolata; ma sono anch’essi in calo negli ultimi anni, flessione che incide percentualmente in maniera elevata essendo molto consistente in termini assoluti. Anche le altre tipologie di mercati ortofrutticoli (al consumo e alla produzione) registrano un trend negativo nel lungo periodo.

Tutto ciò è un’ulteriore conferma della sempre maggiore difficoltà dei mercati a svolgere il loro ruolo di incontro della domanda e offerta di prodotti e a fornire servizi, che vanno al di là della sola concentrazione del prodotto e formazione del prezzo, ma che riguardano anche altri aspetti quali la logistica, le autorizzazioni fitosanitarie e tutte le problematiche connesse alle pratiche amministrativo-burocratiche necessarie per le spedizioni all’estero, in grado di attrarre gli operatori commerciali e della distribuzione moderna.

L’aspetto più significativo del 2013, comunque, riguarda la rilevante flessione, in termini relativi, poiché in termini assoluti riguarda delle quantità non particolarmente rilevanti (rispetto al totale delle merci scambiate nei mercati ortofrutticoli regionali), registrata dai mercati alla produzione.

 

report mercati ortofrutticoli veneti 2013_fig 9 flussi in e out di merce

 

Il confronto tra flussi in e out di merce per territorio di provenienza e destinazione evidenzia bene questa dinamica: sono infatti proprio le provenienze comunali e provinciali quelle a diminuire maggiormente rispetto al 2012, passando rispettivamente da 5,1% a 3,9% e da 10,2% a 8,8%. Per contro sono in aumento sia la quota di provenienza delle merci nazionale (passata da 51,5% a 53,1%) che quella estera (salita da 22,9% a 24,1%). A conferma che sempre meno i mercati attraggono l’offerta dei produttori locali, mentre fungono da aggregazione e transito di merce introdotta da commercianti e grossisti proveniente da origine extra-regionali.

Il Veneto dunque continua ancora e sempre di più a svolgere in maniera efficiente un ruolo di piattaforma di rilancio dei prodotti ortofrutticoli, ricevendo le merci provenienti a livello nazionale, per la maggior parte dal Sud Italia ed effettuando una loro redistribuzione destinando le merci principalmente verso l’estero (la cui quota è salita da 35,5% a 38,9% nel 2013), mentre il mercato regionale trattiene una quota di circa il 40% delle merci in uscita, in flessione soprattutto per quanto riguarda proprio il livello regionale (da 29,6% a 25,7%).

 

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