06.10.2015 Expo, settimana del Veneto. Filiera della pesca e dell’acquacoltura tra storia, problemi e speranze


Al Padiglione delle Regioni, sul Cardo, la Regione presenta (mercoledì 7 Ottobre ore 11,00) la filiera ittica, tra difficoltà e segnali di ripresa. Calo della flotta ma crescita delle imprese, che nell’acquacoltura han sorpassato quelle della pesca; province leader Rovigo e Venezia. Sei i mercati ittici veneti: Caorle, Chioggia, Pila-Porto Tolle, Porto Viro, Scardovari e Venezia. Produzione complessiva stabile (+0,6%) ma incasso totale in calo (92,8 mio/€, -13,6%). Forte sbilancio import/export, bene però la produzione marittima (+12,4%). La Cozza di Scardovari DOP. I dati dell’Osservatorio Socio Economico di Veneto Agricoltura per la Pesca e l’Acquacoltura di Chioggia.

Il Veneto è caratterizzato da molte eccellenze ittiche, che riempiono le tavole degli italiani e non solo. L’Osservatorio Socio Economico di Veneto Agricoltura per la Pesca e l’Acquacoltura di Chioggia tiene monitorato il settore per la Regione Veneto offrendo importanti strumenti di analisi. Ecco il quadro proposto dai tecnici dell’Azienda regionale per l’incontro di domani a Expo (ore 11, Padiglione delle Regioni) sulla filiera ittica.

Tra i prodotti regionali d’elite legati all’attività di pesca troviamo il pesce azzurro, seppie, cefali di valle, vongole, fasolari, latterini, pannocchie ed i mitili, con la Cozza di Scardovari che di recente ha ottenuto la denominazione DOP, oltre alle moleche ed i moscardini, che sono tra i prodotti più tipici del Veneto.

Le imprese: in Veneto nel 2015 operano complessivamente nella filiera 3.696 imprese, (+1,4% sul 2014).

Dove? A Rovigo prevalgono quelle della produzione, a Venezia sono preminenti le aziende poste a valle della filiera.

Le 2.994 aziende impegnate nella produzione primaria rappresentano l’81% del totale regionale (+ 1,6%). Nel 2012 è avvenuto il sorpasso delle imprese dell’acquacoltura su quelle della pesca marittima.

Sei i mercati ittici regionali: Caorle, Chioggia, Pila-Porto Tolle, Porto Viro, Scardovari e Venezia. Bene la produzione marittima veneta 2014: si sono registrate complessivamente 22.374 tonn. di prodotto ittico, +12,4%, per un incasso totale di 48,9 milioni di Euro, +9,3%.

Nei mercati ittici di Chioggia e Venezia non transita però solo prodotto locale, anche nazionale ed estero. I transiti regionali globali salgono così a 32.461 tonnellate, con una crescita annua del +8,7%. Più che doppio addirittura il fatturato globale rispetto al solo locale: 111,2 milioni di Euro e un rialzo annuo del +5,3%. Nel corso degli anni il numero di imbarcati della pesca marittima è calato sempre più per poi risalire negli ultimi anni. Nel 2013 si sono rilevati 1.685 imbarcati, con una crescita annua del +2,5%.

Nei due Compartimenti Marittimi di Chioggia e Venezia nel 2014 hanno operato nella pesca marittima 652 pescherecci. La flotta veneta negli ultimi 15 anni ha avuto un andamento in forte discesa, infatti il calo di imbarcazioni nel periodo 2001-2014 è stato pari a -38,7%.

Le specie più pescate in Veneto sono sardine, alici, mitili, vongole e cefali; sardine e alici, componenti essenziali del pesce azzurro, rappresentano il 55,3% dell’intero pescato regionale. Se sommiamo tutte le componenti produttive della filiera ittica veneta, scaturisce una produzione complessiva per il 2013 di 47.547 tonnellate, con un rialzo annuo dello +0,6%, per incasso totale di circa 92,8 milioni di Euro, con una relativa decrescita annua del -13,6%.

Una componente importante della filiera ittica del Veneto è quella dei molluschi bivalve. In Veneto sono attivi due Consorzi di Gestione dei Molluschi (Co.Ge.Vo.) che raccolgono il prodotto direttamente in mare aperto: Chioggia e Venezia. Nel primo, nel 2014, sono stati pescati complessivamente molluschi bivalve per 1.948 tonnellate, mentre a Venezia la produzione registrata è stata pari a 1.971 tonnellate per un totale regionale di 3.919 tonnellate. Le aree di elezione sono il Delta del Po veneto (circa l’80% delle vongole veraci, 11.033 tonnellate con un aumento annuo del +10,6%; e il 61% dei mitili), e la Laguna di Venezia (2.758 tonnellate, +4,6; -13,4% per i mitili). Ma se l’insieme della produzione regionale a mare perde il -9,6% sul 2012, quella di laguna invece sale del +25%.

Piscicoltura: il Veneto concorre per il 15% alla produzione nazionale, con 1.250 tonn/2014 (+ 2,5%), e ricavi di circa 40 milioni/Euro. La produzione avviene in 89 allevamenti disseminati sul territorio regionale, tra acque marine e dolci interne. Gli occupati sono circa 700, compreso l’indotto, in buon aumento +16,7%. Le trote rappresentano il 78% del totale (il 59% dei ricavi).

Commercio internazionale: il Veneto nel 2014 ha esportato per 57,4 milioni/Euro ed importato per 268,7 di pesce tal quale, dando origine ad un saldo della bilancia negativo per 211,3 milioni di Euro. Spagna, Danimarca e Francia ci forniscono da sole il 35,4% del prodotto ittico in entrata.

Criticità: eccessiva pressione su taluni stock ittici; morie cicliche di alcune risorse, dovute anche ad utilizzo di attrezzi di pesca impattanti e poco selettivi; mancanza di iniziative a tutela della fascia costiera e delle altre aree di riproduzione degli stock; costante aumento dei costi di produzione; imprescindibile necessità di effettuare lavori infrastrutturali di manutenzione di banchine e porti, di dragaggio dei canali, interventi per la rivivificazione delle acque lagunari; bisogno di riqualificare i mercati ittici e i servizi alle imprese; attuazione di politiche comunitarie non lungimiranti e non in linea con le caratteristiche dell’Alto Adriatico; eccessiva antropizzazione della fascia costiera.

Il C. Ufficio Stampa