03.03.2016 Economia, l’Italia tra difficoltà strutturali e segnali di ripresa


Bruxelles
riconosce i progressi dell’Italia, ma continua a rilevare la persistenza d’importanti
squilibri macroeconomici e il bisogno di nuove riforme strutturali. Così risulta
dai cosiddetti Country Reports, i
rapporti sulla situazione economica e sociale degli Stati membri pubblicati
dalla Commissione europea. Questi rapporti, che mirano a valutare la presenza
di squilibri macroeconomici, sono presentati nell’ambito del semestre
europeo. Il semestre è il meccanismo di coordinamento a livello Ue delle
politiche economiche, fiscali e di riforma strutturale sviluppato per garantire
stabilità e la crescita economica in Europa.

Il
Country Report italiano attesta che “nel complesso l’Italia ha compiuto
qualche progresso nel dar seguito alle raccomandazioni specifiche per paese del
2015”. Tra le aree in cui ci sono stati miglioramenti, sono segnalate tra
le altre la crescita del PIL e le riforme del lavoro, della scuola e del
settore bancario. Dopo tre anni di
recessione, la timida ripresa economica nel 2015 è vista positivamente. Secondo
il rapporto la crescita è destinata “sempre di più ad autosostenersi”
e a migliorare nel 2016 e nel 2017. Inoltre, i primi dati sembrano indicare che
la riforma del lavoro ha portato a parziali benefici in termini occupazionali.
Anche la riforma della scuola, che mira a completare quella del lavoro
potenziando l’apprendimento pratico e ad avvicinando gli studenti alle future
professioni, dovrebbe offrire maggiori possibilità ai giovani che hanno
studiato. Inoltre, la Commissione vede di buon occhio le riforme del settore
bancario che affrontano problemi di lunga data, come la presenza di crediti
deteriorati, e mirano a garantire una più efficiente allocazione delle risorse.
Infatti, secondo un indagine della BCE c’è stato un miglioramento dell’accesso
ai finanziamenti per le piccole e medie imprese in Italia.

Tuttavia
nel sistema economico Italiano la ripresa rimane fragile e permangono numerosi
problemi. In primo luogo la ripresa economica è molto vulnerabile poiché
fortemente influenzata da fattori esterni quali il prezzo del petrolio, la
domanda di paesi terzi, e il livello d’inflazione. Inoltre rimangono problemi
strutturali quali il rapporto debito/PIL e la perdita di competitività e di
produttività dell’economia italiana. L’elevato rapporto debito pubblico/PIL,
che è passato dal 100% al 130% in dieci anni, comporta costi ingenti che
frenano la ripresa. Inoltre, le prospettive di crescita sono frenate da un
livello di produttività che ristagna da metà degli anni novanta. Un altro
problema è la perdita di competitività del paese che si riflette nel calo della
quota italiana del mercato delle esportazioni. In parte, questa perdita è
dovuta ad “annose inefficienze del settore pubblico” quali gli
elevati costi del settore regolamentare e alla lentezza del sistema giudiziario
che richiedono urgenti riforme.

Alla
luce di questi problemi l’Italia è stata classificata tra i paesi con squilibri
macroeconomici “importanti” e rimane sotto osservazione speciale
insieme a Francia, Portogallo e Bulgaria. Secondo la Commissione per uscire
definitivamente da questa crisi e rafforzare la nostra economia sarà necessario
rilanciare gli investimenti, proseguire le riforme strutturali per modernizzare
l’economia attuando politiche di bilancio responsabili.

a cura di Alessandro Guasti e Francesco Laera

Rappresentanza in Italia della Commissione europea – Ufficio di Milano