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Si tiene oggi a Bruxelles il Consiglio Ambiente dell’UE con all’OdG importanti argomenti quali: il Piano europeo per un’economia circolare e le azioni post Conferenza sul Clima di Parigi dello scorso dicembre. Al seguente indirizzo internet è possibile scaricare il programma dei lavori: http://www.consilium.europa.eu/en/meetings/env/2016/03/04/
Con l’occasione, vediamo in estrema sintesi, quali sono stati i risultati raggiunti di Parigi.
1) Contenimento della temperatura terrestre: il rialzo va contenuto “ben al di sotto dei 2°” stabiliti in occasione della Conferenza di Copenaghen (2009). L’Accordo di Parigi stabilisce la necessità di fermarsi a +1,5°. Per centrare l’obiettivo, le emissioni devono cominciare a calare dal 2020.
2) Consenso globale: a differenza di Copenaghen, l’Accordo di Parigi è stato sottoscritto da tutti i Paesi, compresi i quattro più grandi “inquinatori” (Europa, Cina, India e Stati Uniti). Tutti si sono impegnati a tagliare le emissioni.
3) Controlli ogni cinque anni: l’Accordo di Parigi prevede un processo di revisione degli obiettivi che dovrà svolgersi ogni cinque anni, ma già nel 2018 si chiederà agli Stati di aumentare i tagli delle emissioni, così da arrivare pronti al 2020. Il primo controllo quinquennale sarà quindi nel 2023 e poi a seguire.
4) Fondi per l’energia pulita: i Paesi di vecchia industrializzazione erogheranno cento miliardi all’anno (dal 2020) per diffondere in tutto il mondo le tecnologie verdi e decarbonizzare l’economia. Un nuovo obiettivo finanziario sarà fissato al più tardi nel 2025. Potranno contribuire anche fondi e investitori privati.
5) Rimborsi ai Paesi più esposti: l’Accordo dà il via a un meccanismo di rimborsi per compensare le perdite finanziarie causate dai cambiamenti climatici nei Paesi più vulnerabili geograficamente, che spesso sono anche i più poveri.
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