17.11.2016 IL COMPARTO VENETO DELLA PESCA SOTTO LA LENTE


Pubblicato il nuovo report dell’Osservatorio Socio
Economico della Pesca e dell’Acquacoltura di Veneto Agricoltura sul comparto
veneto nel 2015. In ripresa la produzione, frena il calo della flotta. La
riduzione dello sforzo di pesca e il fermo pesca cominciano a dare i frutti
auspicati.

Buono
il rialzo di produzione fatto segnare dai mercati
ittici veneti, mentre la flotta
marittima frena l’annosa discesa del numero dei pescherecci. Sono questi i
due punti salienti del nuovo rapporto “La
Pesca in Veneto 2015”, curato dall’Osservatorio
Socio Economico della Pesca e dell’Acquacoltura di Veneto Agricoltura, che fa una panoramica sul comparto ittico regionale. Più in dettaglio, anche nel 2015 è
continuata l’inversione di tendenza in atto negli ultimi anni in cui, a parte
qualche comparto ancora in affanno, il settore ittico veneto mostra segni produttivipositivi e di ripresa.
Tutto ciò può ricondursi sia alla riduzione dello sforzo di pesca che alle politiche di fermo pesca adottate in Alto
Adriatico, che insieme hanno iniziato a dare i frutti auspicati.Il
Distretto di Pesca Nord Adriatico,
negli ultimi anni, ha infatti concertato con i produttori delle locali
marinerie misure di fermo specifiche
e in linea con le caratteristiche del Mare Adriatico, riuscendo a utilizzare la
propria quota di finanziamenti in capo al Fondo
Europeo per la Pesca per la demolizione di barche dello strascico che
operavano sotto costa.

Nel 2015 la flotta
marittima, dopo un quindicennio di forte calo, con le 659 imbarcazioni rilevate risulta in salita dello 0,2% rispetto all’anno precedente.Anche
la produzione locale delle marinerie venete sbarcata nei sei mercati ittici
regionali ha registrato un buon aumento
produttivo del 6,6% (23.847 t di
produzione) e del fatturato del 6,5% (52,1 milioni di Euro). A determinare
questi rialzi produttivi hanno contribuito in maniera decisiva i mercati di Chioggia e, ancor più, di Pila-Porto Tolle (+16,3% per i
quantitativi). Il grosso dell’aumento produttivo è dovuto al pesce azzurro (+22,2%), comparto
importante e distintivo del panorama Adriatico, dato che circa un quarto delle
volanti presenti risulta essere veneto.

Nell’ambito
dell’allevamento, la produzione
regionale della venericoltura nel
2015 è stata pari a 15.699 t, con una lieve perdita annua del -1,8%. Molto più
brusca la diminuzione di produzione registrata dalla mitilicoltura regionale, il cui deciso calo è dovuto ad una
fortissima mareggiata registrata ad inizio febbraio 2015. Infatti, alla produzione
complessiva di 7.064 t di mitili si associa una perdita annua del -59,8%. In
leggero incremento le imprese del
primario ittico che, con 2.999 unità, segnano un +1% netto. Rimbalzo in
territorio positivo nell’ultimo anno per il settore della vongola di mare, dove alle 3.285 tonnellate totali si
associa un rialzo del 12,2%. L’evidente aumento produttivo è dipeso
dall’oculato prelievo della risorsa da parte dei due Co.Ge.Vo. veneti, che annualmente si impongono ben quattro mesi di
fermo biologico. Con le 886 tonnellate registrate nell’ultimo anno, è in calo
del -9,5% la produzione di fasolari,
anche per via di una politica di stabilizzazione del prezzo operata dalla
Organizzazione dei Produttori del settore.

Il
report completo può essere scaricato dal seguente indirizzo internet: https://www.venetoagricoltura.org/basic.php?ID=6466