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Le Istituzioni europee e i rappresentanti degli agricoltori cominciano a discutere di politica agricola post 2020. I primi commenti dell’europarlamentare Paolo De Castro.
La Commissione europea dovrebbe avviare una consultazione pubblica sulla PAC post 2020 già all’inizio del prossimo mese di febbraio, a cui seguirà una comunicazione in autunno 2017. Le relative proposte legislative sono invece previste per l’inizio del 2018. Commissione e Parlamento, come del resto anche l’Organizzazione agricola europea Copa-Cogeca, annunciano di aver iniziato proprio in questi giorni le discussioni in merito. Obiettivo: creare i presupposti per disegnare un settore agricolo europeo meglio organizzato e più capace di rispondere alle crisi che colpiscono i diversi comparti.
Istituzioni UE al lavoro Il Presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, e il Commissario all’Agricoltura, Phil Hogan, hanno annunciato che a livello istituzionale europeo si sta iniziando a “pensare alla riforma della PAC post 2020”. Gli addetti ai lavori sottolineano che la prossima politica agricola europea dovrà innanzitutto garantire alcune regole base per assicurare una maggiore resilienza dei mercati, una produzione agricola più sostenibile e un migliore ricambio generazionale. “Modernità, sostenibilità, semplicità e rinnovo generazionale – ha detto al riguardo l’europarlamentare Paolo De Castro – sembrano essere le parole chiave della nuova PAC e un primo passo in tal senso potrà essere compiuto attraverso la “Riforma di medio termine” contenuta nella proposta della Commissione e inclusa nel regolamento “Omnibus”.
Il disegno di riforma della Commissione europea Nel disegno presentato dalla Commissione, che il Parlamento dovrà emendare, sono previste modifiche ai quattro Regolamenti di base della PAC: Sviluppo rurale, Pagamenti diretti, Regolamento orizzontale e OCM. – Per quanto riguarda lo Sviluppo rurale, la proposta contempla una maggiore flessibilità per le norme in materia di giovani agricoltori, così come la semplificazione delle norme per l’accesso ai prestiti e l’introduzione di uno strumento di stabilizzazione del reddito specifico per ogni settore. – Novità anche per i Pagamenti diretti per i quali dal 2018 gli Stati Membri avranno la facoltà di decidere se avere una definizione di “agricoltore attivo” o meno. Inoltre, potranno rimuovere il limite al numero massimo di ettari per beneficiare del premio per i giovani agricoltori e, infine, in caso di gravi crisi di mercato, potranno decidere di disaccoppiare i contribuiti volontari a sostegno di alcuni settori, come è già stato fatto per la crisi del settore lattiero-caseario. – Per quanto riguarda il Regolamento orizzontale, le modifiche contenute nella proposta della Commissione sono sostanzialmente due: semplificazione della procedura finanziaria e creazione di regole nuove e più ponderate per il recupero dei pagamenti non dovuti nei casi di violazione delle norme sugli appalti. – In materia di OCM, invece, la riforma prevede alcuni cambiamenti per i programmi operativi nel settore dell’ortofrutta e la semplificazione nella gestione delle quote di importazione mediante la pubblicazione delle informazioni.
Risposta alle crisi e oneri burocratici La PAC riformata nel 2013, secondo l’on. De Castro, mostra dei limiti su due altri ambiti: gli strumenti per rispondere alle crisi e gli oneri burocratici a carico sia degli agricoltori che delle Autorità nazionali. – La volatilità dei prezzi e i cambiamenti climatici espongono gli agricoltori a nuovi scenari di rischio, non necessariamente legati ai normali cicli della domanda e dell’offerta, nei confronti dei quali la nuova PAC dovrà essere in grado di trovare risposte adeguate e immediate. – Per quanto concerne invece gli oneri burocratici, un esempio chiaro è rappresentato dal Greening dei Pagamenti diretti, pratica pensata per migliorare le prestazioni ambientali che continua però a mostrare diversi punti di criticità. Pur restando una buona idea, per come è al momento applicato, il Greening non assicura benefici ambientali tali da giustificare l’incubo burocratico che si è rivelato essere, sia per gli agricoltori che per gli Stati Membri.
Primo passo, l’Omnibus “La mini-riforma proposta dal Regolamento Omnibus – sostiene De Castro – potrebbe rappresentare l’inizio di una riflessione più ampia, sia su come rendere la PAC più flessibile e capace di aiutare gli agricoltori in caso di eventi imprevisti, sia su come renderla più europea evitando il ripetersi di misure costose e inutili. Partiamo da una proposta che è già molto ben impostata su cui dovremo lavorare per ottenere un’agricoltura che guardi alla qualità e alla distintività mediterranea. (Fonte: ue-cc-pdc)
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