31.01.2017 SPRECO ALIMENTARE, L’UE DEVE FARE DI PIU’


Secondo la Corte dei Conti Europea l’UE può e deve intervenire meglio per combattere efficacemente lo spreco alimentare.

Sulla scorta di una relazione della Corte dei Conti Europea, sebbene alcune politiche UE abbiano il potenziale per contrastare lo spreco di cibo, su questo fronte si sta facendo ancora troppo poco. Le azioni intraprese sinora rimangono infatti frammentate e intermittenti e manca il coordinamento a livello di Commissione. A giudizio della Corte, la recente proposta dell’UE contro lo spreco alimentare, ovvero la creazione di una piattaforma ad hoc, non affronta fino in fondo gli effettivi problemi.

Lo spreco di cibo è ormai un problema mondiale che richiede un intervento a tutti i livelli. Le stime attuali indicano che, globalmente, circa un terzo del cibo prodotto per il consumo umano va sprecato o perso, con un enorme costo economico e ambientale. L’assenza di una definizione comune di “spreco alimentare” e di un valore di partenza condiviso rispetto al quale calibrare gli interventi di riduzione dello spreco ha ostacolato la realizzazione di ulteriori progressi, e ciò nonostante i ripetuti inviti del Parlamento europeo, del Consiglio, del Comitato delle Regioni, del G20 e di altre istanze affinché l’UE contribuisca a ridurre lo spreco.

La Corte, dopo aver analizzato le possibilità di un utilizzo più efficace delle attuali politiche, raccomanda alla Commissione di:
– potenziare la strategia dell’UE per combattere lo spreco alimentare e migliorarne il coordinamento, sviluppando un piano d’azione per gli anni a venire e fornendo una chiara definizione di spreco alimentare;
– tener conto dello spreco di alimenti nelle future valutazioni d’impatto e allineare maggiormente le diverse politiche dell’UE che lo possono combattere;
– individuare e rimuovere gli ostacoli alle donazioni alimentari legati a disposizioni giuridiche, incoraggiare ulteriormente le possibilità di donazione esistenti e valutare come facilitare la donazione in altri settori d’intervento.

Come accennato, secondo la Corte la nuova piattaforma UE non contribuisce in maniera significativa alla strategia di contrasto allo spreco di cibo e manca ancora una definizione chiara e univoca di spreco alimentare, problema, questo, presente lungo l’intera filiera alimentare; pertanto, gli interventi dovrebbero riguardare la stessa intera filiera. Nella sua relazione, la Corte sostiene, infine, che si dovrebbe porre l’enfasi sulla prevenzione, dato che i benefici derivanti dall’evitare gli sprechi sono maggiori rispetto a quelli derivanti dall’occuparsene a posteriori.

La relazione della Corte n. 34/2016, intitolata “Lotta allo spreco di alimenti: un’opportunità per l’UE di migliorare, sotto il profilo delle risorse, l’efficienza della filiera alimentare”, è disponibile su: http://bit.ly/2jSGuHS