06.04.2017 Nel 2016 continua la crescita di produzione ed export del vino veneto


Come consuetudine, l’arrivo del Vinitaly, la rassegna internazionale del vino che vedrà riunito a Verona dal 9 al 12 aprile il mondo vitivinicolo, ci dà lo spunto per una panoramica sui risultati ottenuti da questo comparto in Veneto nel 2016. A fine campagna, nonostante una prima parte dell’anno caratterizzata da abbondanti piogge e freddo intenso a fine primavera, si è ottenuta un’ottima uva, anche se con un ritardo della vendemmia di 8-10 giorni. Le intense escursioni termiche nel periodo estivo hanno permesso un discreto contenimento delle crittogame in quasi tutte le province e una buona maturazione dei grappoli, che uniti a un ottimale accumulo di sostanze aromatiche e polifenoliche fanno ritenere che il 2016 sia stata una buona annata vinicola.

Secondo le stime definitive di Assoenologi, il Veneto vede salire i suoi quantitativi di uva prodotta del 5% rispetto al 2015. Ne è scaturita un’ottima vendemmia anche per quanto concerne la qualità dei vini, in particolare per il Prosecco che evidenzia un equilibrato quadro acidico e un ottimale profilo aromatico.

Secondo i dati rilevati dallo schedario viticolo regionale, nell’ultimo anno la superficie vitata è aumentata fino a 87.183 ettari (+8,3% rispetto al 2015), grazie alla corsa agli acquisti degli ultimi diritti di impianto prima dell’entrata in vigore del nuovo sistema di autorizzazione. Il boom del Prosecco ha determinato una vera e propria esplosione delle superfici investite a Glera, che nel 2016 ha incrementato la superficie a quasi 27.300 ettari con un significativo +20,7% rispetto all’annata precedente. Il Prosecco Doc potenzialmente prodotto nel 2016 ha raggiunto circa 2,78 milioni di ettolitri, con un incremento annuo dell’1,2%. Come si può desumere dalle dichiarazioni di produzione relative alla vendemmia 2016, i circa 13 milioni di quintali di uve raccolte in Veneto hanno determinato un rialzo produttivo del 4% rispetto al 2015. Di queste uve il 76% proviene da vitigni a bacca bianca e il restante 24% da quelli a bacca nera. Salgono rispetto al 2015 le consistenze sul totale di uve Doc-Docg (69%), mentre calano le Igt (26%) e i vini varietali o generici (5%). In base alle rese alla vinificazione previste, per il Veneto si stima che dalla vendemmia 2016 si siano ottenuto circa 10,2 milioni di ettolitri di vino, che sarebbero quindi in aumento del 4% rispetto alla produzione enologica del 2015.

L’associazione tra la positiva vendemmia 2016 e la crescita delle esportazioni di vino veneto hanno favorito un quadro roseo per le quotazioni delle uve nelle varie tipologie tipiche delle province venete. Dall’esame dei dati statistici delle Borse Merci delle Camere di Commercio provinciali del Veneto risulta che il prezzo medio regionale delle uve nell’ultimo anno è stato pari a 0,68 €/kg, in aumento del 5,5% rispetto all’annata precedente. Tutti in crescita i prezzi medi provinciali: la leadership regionale di Treviso è ben salda con 0,83 €/kg e un +8,7%, ma anche Padova (0,53 €/kg) e Verona (0,69 €/kg) si dimostrano in rialzo rispettivamente dell’8,0% e dello 0,3%.

Anche per il 2016 si registra un incremento dell’export di vino veneto. La nostra regione rappresenta da sola quasi il 36% dell’export italiano del settore, che nel 2016 si è attestato su circa 5,6 miliardi di euro. Il Veneto nell’ultimo anno ha esportato vino per 2 miliardi di euro, con una variazione positiva del 9% rispetto all’anno precedente. Il 2016 sarà ricordato per i vini spumanti italiani come l’anno della definitiva consacrazione internazionale. Le esportazioni indicano una crescita in valore del 22% avendo raggiunto 1,2 miliardi di euro, con un relativo aumento del volume esportato salito a 3,4 milioni di ettolitri (+21%). Questa esplosione è dovuta in gran parte ai paesi anglosassoni, Regno Unito e USA su tutti, ma si osservano segnali positivi anche sui mercati minori. Meno performanti altri mercati consolidati come la Germania. Per quanto riguarda le ulteriori tipologie di vino italiano esportato, lo sfuso aumenta del 9,4%, mentre risultano in calo i vini fermi in bottiglia (-3,9%).

Sempre più sentita negli ultimi anni la questione della sostenibilità ambientale dei vigneti veneti. E’ stato recentemente varato su iniziativa del Consorzio di Tutela il progetto per la sostenibilità del Prosecco Doc, il cosiddetto Progetto DPS o Denominazione Per la Sostenibilità. Questa iniziativa non si limiterà alle buone pratiche agricole (lotta integrata o biologica) ma assumerà significato anche di buone pratiche socio-economiche, ossia di relazione con le comunità locali per rendere note le nuove pratiche agronomiche adottate in chiave di sostenibilità ambientale. Il Consorzio ha recentemente reso noto di aver approvato un nuovo Vademecum Viticolo per il 2017, grazie al quale verranno banditi dagli interventi fitosanitari dei vigneti iscritti i principi attivi Glifosate, Mancozeb e Folpet. Una strada sulla via della sostenibilità che sta per essere percorsa anche da altri comprensori viticoli del Veneto.

Vi è inoltre da sottolineare che da pochi giorni è stato ufficialmente varato il nuovo Consorzio Doc delle Venezie, che assocerà gran parte dei produttori di Pinot Grigio del Triveneto, allo scopo di valorizzarne la produzione, soprattutto sui mercati esteri, e stabilizzare il reddito dei produttori. Il progetto è partito da un’iniziativa di Fedagri e coinvolge in prima persona le Regioni Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige. Il nuovo Consorzio opererà su un totale di 24.000 ettari nel Triveneto che daranno origine a due milioni di ettolitri di vino, pari a circa 260 milioni di bottiglie di Pinot Grigio Doc. Sono circa 13.300 gli ettari di vigneto investiti a Pinot Grigio presenti in Veneto, che passando dalla Igt alla Doc innalzerebbero la quota regionale dei vigneti a Denominazione di Origine all’84% dell’intera superficie vitata regionale.