CANSIGLIO, UN LABORATORIO A CIELO “APERTO”

Nella storica foresta demaniale Veneto Agricoltura sta realizzando: la sistemazione di Pian Rosada, piantine nel Vivaio di Pian dei Spini, recinzioni a prova di cervo, la “migrazione” sperimentale assistita delle piante. Nel frattempo già riaperte l’area camper e Casa Vallorch. Da sabato 6 giugno visitabili anche il Giardino Botanico e il Museo dell’Uomo in Cansiglio.

Il peggio della pandemia è stato messo alle spalle e finalmente, sempre in sicurezza, ci si prepara all’avvio della stagione estiva, anche in Cansiglio (BL-TV) dove, da alcuni giorni, sono già state riaperte l’area camper e Casa Vallorch.

Da sabato 6 giugno riapriranno anche il Giardino Botanico Alpino “G. Lorenzoni”, con le sue splendide fioriture primaverili, e il Museo dell’Uomo in Cansiglio. Queste riaperture rappresentano però solo una parte delle tante iniziative, compresi importanti progetti europei, che Veneto Agricoltura sta realizzando in Cansiglio, storica faggeta della Serenissima, foresta demaniale regionale di cui ha la gestione, autentico laboratorio a cielo aperto. Vediamo perché.

Nel Veneto, nell’elenco delle numerose aree pesantemente colpite dalla tempesta Vaia di fine 2018 figurava anche Pian Rosada, una delle aree della Bosco dei Dogi maggiormente frequentate dai turisti. Le piante abbattute o compromesse dalle fortissime raffiche di vento che per ore avevano sferzato la zona erano state molte migliaia. Prontamente, nelle prime settimane dopo la tempesta, il legname abbattuto era stato assegnato con procedura urgente alle ditte boschive del posto, con l’obiettivo di “salvare” dai marciumi e di mettere sul mercato la maggior quantità possibile di legname prezioso. I lavori di esbosco sono pressoché terminati e le operazioni di recupero nella zona di Pian Rosada, che saranno completate entro la fine del 2021, comprendono la rimozione delle ceppaie, il livellamento del terreno e la sistemazione della strada – anch’essa fortemente danneggiata – che attraverso l’area.

Si tratta di operazioni importanti sia sotto il profilo della gestione forestale che paesaggistico e turistico, considerato che Pian Rosada, come accennato, rappresenta l’area più importante del Cansiglio dal punto di vista turistico, con migliaia di frequentatori nella stagione estiva. Proprio per ovviare alla momentanea indisponibilità di Pian Rosada, in queste settimane, vale a dire alla vigilia dell’apertura della stagione turistica, le maestranze di Veneto Agricoltura stanno procedendo con la sistemazione di nuove panche e tavoli pic-nic in altre aree di Pian Cansiglio.

Va ricordato, comunque, che Pian Rosada tornerà presto sotto i riflettori, ovvero in occasione del Festval delle Foreste in programma a LongaroneFiere il prossimo settembre. Per l’occasione, proprio nell’area investita da Vaia, sarà allestito un “cantiere dimostrativo” dove gli operatori potranno assistere alle diverse operazioni di esbosco e risistemazione del terreno.

Nel frattempo, in Cansiglio si stanno programmando le operazioni di rimboschimento, previa sistemazione delle recinzioni sperimentali “a prova di cervo”. Nell’area di Pian Rosada ne verrà allestita una delle tre previste nella grande foresta grazie al progetto europeo Interreg Italia-Austria “BioDeltaFor”, che Veneto Agricoltura sta conducendo d’intesa con l’Università di Padova e la Camera dell’Agricoltura del Sud Tirolo (Austria). Le tre aree recintate, ciascuna avente un’estensione di un ettaro, avranno la funzione di proteggere le piantine messe a dimora dalla brucatura dei cervi. Al riguardo, va ricordato che in Cansiglio, ormai da diversi anni, sono presenti una decina di piccole recinzioni sperimentali di pochi metri quadrati utili a valutare lo sviluppo delle giovani piante in “modalità protetta”.

Le piantine che saranno messe a dimora in Cansiglio (e non solo) arriveranno per lo più dal Vivaio locale di Pian dei Spini, struttura di Veneto Agricoltura potenziata di recente proprio per far fronte alle necessità delle foreste venete devastate da Vaia. Si tratta principalmente di abete e faggio autoctoni prodotti con sementi locali, ma – nell’ambito della cosiddetta “migrazione sperimentale assistita” – si prevede di collocare anche delle piantine provenienti da aree climatiche più calde, come per esempio il faggio del Pollino. L’obiettivo è quello di “farsi trovare pronti” – in un futuro non lontanissimo – ad un probabile innalzamento delle temperature medie e alle conseguenze che ne deriveranno ai danni dei boschi e delle foreste.

Come si può dunque facilmente capire, la Foresta del Cansiglio racchiude in sé non solo secoli di storia della Serenissima Repubblica, vicende umane che hanno contraddistinto le comunità locali (si pensi, per esempio, ai Cimbri), non solo paesaggi incantevoli e importanti strutture (il Giardino Botanico, il Museo dell’Uomo, la nuova sala polifunzionale già Hangar della Guerra Fredda), che attirano migliaia di turisti ogni anno, ma anche interessanti  “laboratori a cielo aperto” pensati per contribuire ad un futuro migliore dell’area.