ZAIA: MIURA, UN ORGOGLIO VENETO. INTERMIZOO, AL VERTICE MONDIALE PER LA GENETICA ZOOTECNICA.

A ValleVecchia di Caorle il Governatore veneto visita il Centro Tori che ospita i 4 migliori al mondo. L’Istituto controllato da Veneto Agricoltura, l’Agenzia regionale, esporta seme in 55 paesi e col progetto Pro Caseus avvia una rivoluzione casearia.

Intermizoo, è l’Istituto interregionale per il miglioramento del patrimonio zootecnico. Il Presidente della Regione Veneto, dr. Luca Zaia, laurea in produzioni animali, fatto non secondario visto l’alto livello tecnico raggiunto dalle innovazioni presentate oggi, ha voluto visitarne la sede anche per toccare con mano, anzi accarezzare, proprio gli splendidi tori che fanno del Centro di ValleVecchia il polo della qualità genetica per la zootecnia da latte, a livello mondiale. In classifica, Miura, Kubrik, Pepsol e Nebuala, tori dal valore milionario, occupano i primi 4 posti. E si tenga conto che se ogni dose di seme vale circa 17 euro e “un salto” può produrre mediamente 700 dosi, il conto è presto fatto.

Intermizoo, è una società controllata dalla Regione del Veneto attraverso Veneto Agricoltura, e da ARAV, l’Associazione degli allevatori veneti; detiene circa il 60% della qualità del patrimonio nazionale ed esporta in tutti i continenti; fattura 6 milioni/€, ha 35 dipendenti e detiene una quota significativa della genetica di tutt’Italia.

L’Istituto nasce nel 1974 con l’obiettivo di aumentare le produzioni di latte per vacca, la longevità e la fertilità dei bovini, la qualità del latte per la trasformazione e l’attitudine casearia, le varianti proteiche.

Da quel lontano 1974, Intermizoo ha iniziato un percorso di crescita costante; anche grazie alle ricerche effettuate in partnership con l’Università di Padova, con la quale collabora da quasi 50 anni, ha cercato di anticipare i tempi prevedendo le richieste e l’evoluzione del mercato. Tra la fine anni 70 e l’inizio degli anni 80 è tra i primi in Italia ad organizzare un corso di inseminazione strumentale bovina per tecnici, operatori ed allevatori del Veneto e partecipa attivamente all’unificazione di tutti i piccoli centri provinciali in un unico ed efficiente centro per la produzione di seme ottenuto da animali selezionati.

Intermizoo, grazie alle “prove di progenie” gestite con metodi scientifici, ottiene riproduttori di grande pregio genetico che faranno la storia della moderna popolazione di Frisona in Italia.

L’espansione internazionale inizia nel 1992. Il primo importante mercato è l’Olanda, allora riconosciuta come una delle “culle” della zootecnia moderna, alla quale presto si unisce la gran parte dei mercati europei (Regno Unito, Germania, Spagna, Portogallo, Svezia etc.).

L’affidabilità del servizio offerto alla propria clientela, la qualità naturale del seme dei tori, allevati senza antibiotici e senza alterazioni, hanno consentito all’Istituto di conquistare sul campo credibilità e fiducia nei rapporti commerciali internazionali.

La società dal 2011 ha la sua sede operativa al Centro Tori «ValleVecchia» a Brussa di Caorle (Venezia), all’interno dell’Azienda sperimentale di Veneto Agricoltura. Ed è proprio qui, dove sorgono le nuove stalle dei tori in produzione ed un laboratorio di analisi tra i più all’avanguardia d’Europa, che viene svolta tutta l’attività di prelievo, lavorazione e stoccaggio del seme.

I tori Intermizoo vivono in un ambiente ventilato, a temperatura controllata dove tutto è studiato per garantire il benessere dell’animale: va evidenziato che nell’azienda sperimentale ValleVecchia di Veneto Agricoltura viene anche prodotto il foraggio in maniera sostenibile e senza chimica, con il quale sono alimentati tutti gli animali che quotidianamente vengono lavati, tosati e “portati a saltare”.

Intermizoo è sempre stato convinto che non ci sia vera sostenibilità senza una corretta e consapevole relazione tra missione economica e missione sociale dell’impresa.

Dopo un grande lavoro di preparazione e di messa a punto delle procedure tecnico-scientifiche, nel 2020 l’Istituto inizia ad esportare il seme dei propri tori provati anche in Cina, il Paese al Mondo con la più forte crescita economica, dove anche il consumo di latte e derivati è in grande espansione.

E alla struttura, e alla sua attività, guardano oggi tutti gli allevatori che vogliono migliorare le performance delle proprie stalle, non soltanto quelli italiani: infatti la metà delle oltre 1 milione e 200 mila dosi di seme prodotte ogni anno dai tori selezionati a ValleVecchia vengono esportate in 55 Paesi: non solo in Europa, ma anche in Giappone, Cina, Pakistan, Turchia, America e Nord Africa.

Intermizoo è oggi proprietaria di oltre 230 selezionati tori di razza Frisona, e di oltre 15 bufali di cui si prende cura ogni giorno.

E nell’ambito della sua attività Intermizoo ha lanciato agli inizi del 2021 sul mercato una innovazione assoluta, la carta d’identità dei bovini, ovvero un chip che consente una  maggiore resa e un aiuto agli allevatori: l’indice Pro Caseus, cioè un nuovo indice per misurare la qualità del latte partendo dai tori riproduttori ovvero come produrre un formaggio migliore.

Questo nuovo metodo consente di predire l’attitudine casearia del latte di un bovino grazie all’ausilio di un chip genico. Avere nelle stalle latte più buono e nei caseifici più formaggio ora si può grazie a Pro Caseus, con oil quale si stima un aumento di produzione di formaggio fino al 10%. E il segno più non è solo in quantità, ma soprattutto in qualità organolettica e sensoriale.

E’ importante ricordare che nel mondo il 70 per cento del latte viene trasformato in formaggio e l’Italia è tra i primi 10 Paesi produttori.  Con questo metodo innovativo il produttore, cioè l’allevatore, può finalmente pensare alla destinazione del latte: il formaggio.

L’indice Pro Caseus è frutto della collaborazione tra Università di Padova e Intermizoo, a favore degli allevatori italiani e misura la capacità del toro di generare figlie in grado di produrre un latte che può essere trasformato in maniera più efficiente in formaggio. Una scoperta a vantaggio dei consumatori finali, dei trasformatori e degli allevatori. Gli allevatori che scelgono animali con indice Pro Caseus sanno che stanno scegliendo capi selezionati per la loro spiccata attitudine casearia e che producono più latte, e anche più buono.

Infatti un latte destinato ad essere trasformato in formaggio di alta qualità dovrebbe coagulare entro un determinato range di minuti, correlati alla tipologia di formaggi che si stanno producendo, e formare rapidamente una cagliata con una consistenza idonea alle successive lavorazioni, mentre un latte con un’attitudine casearia non ottimale, oltre ad avere una resa in formaggio inferiore, può influire sulla qualità finale del formaggio, sulla sua composizione, sull’incidenza di difetti e scarti, sul tempo e costo di trasformazione.

Il formaggio con latte Pro Caseus rende anche di più. Il latte buono offre una bella fetta di guadagno in più facilitando il lavoro dell’allevatore e del trasformatore. Le ricerche svolte hanno dimostrato che ogni aumento unitario del tempo di coagulazione porta ad una perdita di circa 0,25 kg di formaggio ottenibile da 100 kg di latte. Grazie alle sue migliori caratteristiche coagulative, un litro di latte Pro Caseus consente di produrre fino al 10% di formaggio in più.

Il formaggio con latte Pro Caseus fa bene all’ambiente. Con il 10% in meno di latte necessario per produrre una forma di formaggio, si avranno ricadute positive sia per la salute del consumatore che per la sostenibilità dell’intera filiera, basti pensare al minor consumo di risorse come acqua e suolo e alla minore quantità di latte trasportato. Un aspetto su cui riflettere se si considera che, negli ultimi 40 anni, la produzione mondiale di latte ha avuto un incremento del 64%.