Bollettino Colture Erbacee n°9/2022 del 9.2.22 – LA DIFESA INTEGRATA DEL MAIS NELLE PRIME FASI DI SVILUPPO (2)

GEODISINFESTANTI/VIRUS/MAIS

Le virosi del mais hanno una bassa incidenza (limitate zone, principalmente con presenza di prati stabili) e sono efficacemente controllate dall’utilizzo di ibridi resistenti/tolleranti senza utilizzare insetticidi alla semina o concianti del seme. La Difesa Integrata (DI) nel dettaglio:

Dal punto di vista pratico allo stato attuale il virus che può causare danni al mais è quello del nanismo ruvido, che si manifesta con accorciamento degli internodi e foglie con portamento a palmetta (vedi foto sotto), presenza di escrescenze tumorali (enazioni) sulle venature, rilevabili sulla pagina inferiore delle foglie, che determinano ruvidità al tatto, da cui il nome. In genere è trasmesso alle piante di mais in epoca molto precoce (se avviene più tardi i sintomi riguardano foglie/parti di culmo non presenti al momento dell’infezione), perché l’insetto vettore arriva al mais già infetto ed infettivo dalle graminacee dei bordi, particolarmente dei prati (maggior rischio se di lunga durata) su cui ha svernato. Il piccolo insetto vettore ha mobilità e capacità di volo ridotte, per cui, in genere, le infezioni ove si manifestano tendono ad avere un gradiente di intensità che va diminuendo dai bordi verso il centro. Qualunque pratica colturale o trattamento che ‘sposti’ la popolazione di cicaline dalle sue aree di svernamento (ad esempio: sfalcio prato, irrigazione per scorrimento dei prati, etc. ) aumenta il rischio di infezione per le giovani plantule di mais che dovessero trovarsi sulla strada del vettore qualora presente e infettivo.

A) RISCHIO, DIFFUSIONE, MONITORAGGIO  

L’incidenza della malattia è bassa in generale; maggiore probabilità, ma sempre contenuta, di avere infezioni significative è ristretta a zone specifiche in cui usualmente vi è elevata presenza di aree incolte, prati con forte presenza di graminacee e vi è storicamente indicazione della presenza di sintomi e del vettore. Nel Veneto in molti anni di osservazioni su migliaia di appezzamenti l’individuazione di piante con sintomi di nanismo ruvido del mais è stata rara. Abbinando la presenza dei fattori di rischio (zone con permanente presenza di graminacee) e l’individuazione di sintomi nel passato nonché monitoraggi (trappole cromotropiche o sfalci con retino) con analisi dei vettori per accertare specie e infettività, è possibile individuare le zone a maggior rischio che sono principalmente limitate alle aree più a nord.

B) VALUTAZIONE DELLA DISPONIBILITA’ DI SOLUZIONI AGRONOMICHE, BIOLOGICHE, FISICHE O COMUNQUE NON CHIMICHE PER SOSTITUIRE IL TRATTAMENTO CHIMICO OVE NECESSARIO INTERVENIRE

La strategia di difesa principale (ALTA efficacia) è la scelta di ibridi resistenti; uno studio biennale nell’Italia settentrionale, oltre a confermare l’incidenza molto bassa della malattia utilizzando in diverse aree piante suscettibili, ha evidenziato come come gli ibridi resistenti/tolleranti diano la stessa protezione che può essere fornita da efficaci insetticidi sistemici  (vedi: Furlan et al. – Possibilità di applicazione della difesa integrata per il controllo delle virosi nella coltura del mais – APOidea, IX, 1-2, 2012).

Pertanto la Difesa Integrata dalle virosi consiste, per le limitate aree con un rischio relativamente più elevato, nello scegliere ibridi resistenti chiedendo specificamente il livello di resistenza alle virosi al fornitore dell’ibrido, in attesa che un servizio indipendente fornisca in modo chiaro e facilmente fruibile anche queste informazioni ai maiscoltori. Per la restante, di gran lunga prevalente, superficie maidicola veneta il rischio di danno economicamente apprezzabile è molto bassa; in entrambi i casi la copertura del fondo mutualistico è adatta a garantire il reddito proteggendo la salute e l’ambiente.  

AGGIORNAMENTO SUL  2021
Nei rilievi eseguiti nel Veneto centro-meridionale (a basso rischio per scarsa presenza di prati stabili), su centinaia di migliaia di piante non sono state individuate piante con sintomi di virosi. Non sono pervenute segnalazioni di appezzamenti con danni significativi. 

L’obiettivo della Difesa Integrata dalle virosi del mais è: 0 (zero) per cento di appezzamenti trattati con  insetticidi.


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