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Uno stallone e nove fattrici al galoppo tra i canneti, i prati e gli specchi d'acqua dell'azienda pilota dimostrativa di Veneto Agricoltura. Un progetto regionale per rafforzare il patrimonio genetico di una razza giunta negli anni '70 dalla Camargue francese.
Da oggi i visitatori di ValleVecchia di Caorle (Ve), oltre alle tante bellezze naturalistiche già presenti, potranno ammirare dall’alto di alcune altane appositamente costruite sul lato destro della strada “sbrega valle”, anche una mandria di splendidi cavalli bianchi appena acquisiti da Regione del Veneto e Veneto Agricoltura. Si tratta di Cavalli del Delta per i quali questa mattina presso l’azienda pilota dimostrativa ValleVecchia di Veneto Agricoltura è stato inaugurato, alla presenza del Presidente della Regione Luca Zaia, un nucleo di conservazione allo stato brado.
“Si tratta di un progetto – ha ricordato Zaia alla stampa e agli operatori presenti – importante sia sotto il profilo della biodiversità animale che della rinaturalizzazione ambientale”. Sotto i riflettori una prima mandria composta da uno stallone e nove fattrici di Cavalli del Delta, una delle quattro razze equine riconosciute nel Veneto (le altre sono il CAITPR-tiro pesante rapido, il Norico e il Maremmano) definite ‘risorsa genetica locale a limitata diffusione e a rischio di estinzione’. “Nel giro di un anno e mezzo – ha sottolineato Zaia – potrebbero arrivare i primi puledri che andranno ad incrementare il branco che in breve potrà espandersi ulteriormente nei mille ettari di ValleVecchia”. I Cavalli del Delta sono giunti negli anni ’70 dalla regione francese della Camargue, un territorio che in parte ricorda l’area di ValleVecchia. Attualmente nel Veneto sono presenti una decina di allevamenti di piccolissime dimensioni (in media due capi per allevamento) che garantiscono la conservazione di questa straordinaria razza. Le dimensioni della mandria di ValleVecchia fanno quindi capire l’importanza del progetto voluto dalla Regione del Veneto e attuato da Veneto Agricoltura, utile sotto il profilo della conservazione della biodiversità, ma anche sotto l’aspetto turistico, paesaggistico e culturale: si pensi per esempio alle tante scolaresche che da qui in avanti arriveranno a ValleVecchia per vedere i cavalli al galoppo tra i canneti, gli specchi d’acqua e i prati di questa splendida area naturalistica.
Da parte sua, il direttore di Veneto Agricoltura, Nicola Dell’Acqua, ha ricordato che con questo progetto a ValleVecchia si comincia a porre attenzione anche alla biodiversità agraria, dopo l’affermazione ottenuta a livello di Unione Europea per gli importanti progetti qui realizzati nell’ambito del programma per l’ambiente LIFE. “Lavorare sulla biodiversità – ha sottolineato Dell’Acqua – non è semplice, ma Veneto Agricoltura si sta impegnando anche su questo fronte cercando di dimostrare come sia possibile far convivere in un territorio fragile e delicato come quello di ValleVecchia agricoltura, turismo e appunto biodiversità: sarà l’intera collettività a beneficiare dei risultati che ne deriveranno”.
All’inaugurazione del nuovo nucleo di conservazione del Cavallo del Delta ha partecipato anche Luca Antelmo, vicesindaco di Caorle, che ha ricordato l’importanza dell’azienda pilota dimostrativa Vallevecchia, vera eccellenza nel campo della sperimentazione in campo agricolo. “Il grande lavoro svolto da Veneto Agricoltura sui temi della sostenibilità, della corretta gestione delle risorse e della preservazione di specie animali come il Cavallo del Delta rappresenta un vanto per l’area della Brussa e di conseguenza per il Comune di Caorle. Voglio pertanto ringraziare la Regione Veneto e Veneto Agricoltura per l’impegno profuso in favore della tutela della biodiversità. Ci troviamo alle porte di una delle aree naturalistiche più importanti del Veneto, l’oasi di ValleVecchia, che il Comune di Caorle continuerà a difendere e preservare in quanto patrimonio della nostra comunità”.