Dove vanno gli aiuti diretti della PAC?


Una grande fetta per pochi
La Commissione europea ha pubblicato il consuntivo sulla distribuzione degli aiuti diretti dell’anno finanziario 2005, dal quale emerge una crescita della spesa UE per gli aiuti diretti dal 63% (precedente la riforma) al 69% della spesa PAC. Parte dell’aumento è dovuto all’ingresso dei 10 nuovi Stati membri, che però hanno ricevuto solo il 25% dei sussidi rispetto all’UE-15. La distribuzione degli aiuti dipende dalle varie OCM e dalla specializzazione dell’agricoltura all’interno degli Stati membri. Osservando la ripartizione della spesa PAC per gli aiuti diretti tra gli Stati, in prima posizione troviamo la Francia con 7,5 miliardi di euro, seguita da Germania (4,9 mld), Spagna (4,5 mld), Italia (3,7mld) e UK (3,4 mld), insieme, questi Paesi assorbono più del 70% del totale degli aiuti diretti dell’UE-25. Analizzando la distribuzione tra i vari beneficiari emerge che l’ 86,4% della spesa per pagamenti diretti viene assorbita da appena il 18,5% dei beneficiari.  L’Italia presenta in termini assoluti il più alto numero di beneficiari. Sempre in Italia il 94% di essi riceve il 32% dei pagamenti diretti per assegni inferiori a 10.000 euro; di costoro ben il 69,3% riceve meno di 1250 euro (circa il 10.2% della spesa). Se la forte sperequazione nella distribuzione degli aiuti si dovesse consolidare nel lungo periodo potrebbe risorgere il dibattito politico avutosi in occasione dell’accordo finanziario del 2005, riguardo alla coerenza della PAC con i più generali obiettivi dell’Unione (coesione, crescita e competitività). Infatti, in prospettiva del nuovo accordo finanziario del 2013, i meccanismi di protezione della PAC sono destinati a ridursi ulteriormente; la misura di tale riduzione è connessa al restyling che la PAC subirà in occasione dell’health check, e in particolare all’equilibrio che ne scaturirà tra I e II pilastro. Il testo integrale del consuntivo, in lingua inglese, può essere richiesto alla Redazione.
(Fonte: agriregionieuropa)