L’ortofrutta veneta di fronte alla sfida logistica

 

È un dato di fatto che la funzione logistica ha assunto negli ultimi anni un ruolo strategico per l’intero sistema agroalimentare: ciò è particolarmente valido per l’ortofrutta fresca. La logistica è qualcosa di più del semplice trasferimento di una merce da un luogo ad un altro del territorio, ma rappresenta l’insieme di tutte quelle tecniche e funzioni organizzative – concentrazione dell’offerta in piattaforma, stoccaggio, rottura e manipolazione del carico, tecniche di magazzinaggio, preparazione degli ordini, gestione della catena del freddo, ecc.- che sono lo strumento essenziale per garantire la consegna del prodotto al cliente nei modi, nei tempi e con i servizi da esso desiderati. Se l’Italia si presenta come il “nodo” logistico naturale capace di collegare il Mediterraneo con l’Europa del Nord, il Veneto assume una importanza fondamentale, posizionandosi in modo equidistante fra le aree produttive del Mezzogiorno ed i grandi bacini di consumo del nord Europa e dei paesi dell’Est. 

In questo contesto, il sistema ortofrutticolo veneto si inserisce caratterizzandosi per due “vocazioni” importanti e di assoluto valore: la prima, e più nota, è quella produttiva, la seconda è quella commerciale e logistica, che è ben sviluppata soprattutto nell’area veronese, grazie ad una fitta rete di commercianti privati interlocutori primari dei mercati di consumo dell’Europa del Nord.

La situazione dell’organizzazione logistica nazionale non è completamente positiva: le imprese ortofrutticole sono in difficoltà nel controllare e gestire la struttura dei costi logistici e si evidenzia un ritardo nell’adeguamento delle dotazioni infrastrutturali sia di tipo stradale che per quanto riguarda il trasporto intermodale (gomma-treno, gomma-aereo in particolare).

Le stesse criticità valgono anche per quanto riguarda la capacità frigorifera: fino a qualche anno fa l’Italia poteva contare su circa 4 milioni di metri cubi di freddo negativo e positivo (da -25°C a +14°C), meno della metà di quanto poteva contare la Germania, un terzo rispetto all’Olanda. A questi si possono ragionevolmente aggiungere circa altri 2 milioni di metri cubi disponibili sul mercato da parte di operatori “terzi” che operano in outsourcing. Negli ultimi anni tuttavia il dato è sempre più difficilmente quantificabile, in quanto questi stessi operatori hanno integrato la funzione logistica e offrono tale capacità come servizio logistico e non più in tanto quanto disponibilità di spazi frigoriferi. Dall’altro lato, gli operatori logistici si sono dotati di capacità frigorifera per poter mantenere la capacità concorrenziale sul mercato.

Al di là degli aspetti conoscitivi, in merito ai quali si può dire che si “brancoli” nel buio, vi è ancora molto da fare anche nel concreto, sia per quanto riguarda la gestione logistica e informatizzata degli ordini e degli approvvigionamenti da parte degli operatori, sia rispetto alla carenza di poli e aree logistiche per la gestione intermodale dei trasporti come per la carenza di “freddo” lungo la catena distributiva.

Veneto Agricoltura ha dato un primo contributo all’analisi e alla conoscenza della realtà nazionale e veneta in particolare, con il progetto “Analisi del sistema della logistica nel settore ortofrutticolo regionale” realizzato nel 2005. Sono stati indagati la situazione produttiva regionale, i canali commerciali abitualmente utilizzatinell’ortofrutta, i mercati ortofrutticoli regionali e gli operatori in essi operanti oltre che la situazione della distribuzione organizzata e il suo approccio gestionale in merito alla logistica dei prodotti. I risultati sono contenuti nella pubblicazione “Ortofrutta veneta: sfide logistiche e commerciali” e sono stati diffusi anche attraverso un seminario/tavola rotonda.

Scarica le presentazioni del seminario “L’ortofrutta veneta di fronte alle sfide logistiche e commerciali” (9 giugno 2006):

– La produzione ortofrutticola regionale (scarica pdf

– Presentazione risultati dell’indagine logistica (scarica pdf)

– Tavola rotonda del seminario (scarica pdf)

Un secondo contibuto conoscitivo della situazione regionale del comparto ortofrutticolo di fronte agli aspetti logistici è stato forniti con il progetto “Analisi della logistica alimentare in Veneto: comparto ortofrutticolo”, realizzato da Veneto Agricoltura nel corso del 2007, in cui è stato fatto un approfondimento delle analisi precedenti, indagando in particolare la realtà delle Organizzazioni dei produttori (OP) venete: essa presenta una situazione con luci e ombre.

Se da un lato la situazione dell’aggregazione della produzione ortofrutticola in Veneto è evoluta in maniera positiva negli ultimi anni (si veda a tal proposito il tema monografico “Le Organizzazioni dei Produttori in Veneto” con i report annuali delle OP ortofrutticole), l’indagine ha evidenziato in particolare le criticità relative alla funzione logistica, in parte valide ancora oggi. Le difficoltà relative alla movimentazione dei prodotti discendono da un dato che suscita perplessità, e cioè sul fatto che la capacità di aggregazione delle OP sia effettivamente di tipo operativo piuttosto che prevalentemente di tipo amministrativo. Suddividendo infatti le OP in classi di fatturato e di dipendenti, ne risulta che oltre il 60% di esse ha un fatturato superiore a 10 milioni, ma circa il 70% ha meno di cinque dipendenti: di fatto molte delle attività logistiche (magazzinaggio, preparazione del prodotto per la consegna, organizzazione e gestione dei trasporti) sono lasciate in capo alle singole cooperative associate.

Di conseguenza, sebbene nel complesso nel 2007 venissero movimentati più di 23,7 milioni di colli/cassette, circa 551.000 unità logistiche in entrata, costituite per il 67% da bins (circa 369.000), per il 27% da pallet di cassette (circa 149.000 pedane) e per il 6% da fusti (33.000) e 514.300 unità logistiche in uscita, di cui il 57% pallet di cassette (circa 291.600 pedane), il 37% da bins (circa 189.700) e il rimanente 6% da fusti (circa 33.000), l’efficienza logistica era, ed è, un obiettivo ancora lontano.
Infatti, oltre il 20% delle unità logistiche in uscita partono “non complete”.

Per raggiungere i circa 510 punti di consegna e gli oltre 2.200 clienti serviti nel 2006, l’85% delle OP si serve di mezzi di vettori terzi, che per il 20% delle consegne non sono refrigerati. Solo il 28% delle OP utilizza cassette a sponde abbattibili e i camion, se all’andata viaggiano quasi completamente carichi, per il 64% delle volte tornano vuoti. In questo modo, in media i costi del trasporto rappresentano il 10% dei costi totali delle OP (il valore dichiarato dalle OP è mediamente di circa 0,13 euro/kg) e il costo logistico è da due a quattro volte tanto!

Anche gli aspetti legati all’Information Technology costituiscono un punto critico per le OP venete: solo il 28% di esse utilizza “anche” l’email per il ricevimento degli ordini e lo scambio di informazioni con i fornitori e i clienti, prevalendo di gran lunga l’utilizzo del fax e del telefono. Tutte le OP hanno un sistema di rintracciabilità, ma solo il 43% ne utilizza uno completamente informatizzato e il 21% ne ha uno di tipo “misto”, dove di alcune informazioni viene tenuta traccia in modo manuale. Circa la metà delle OP utilizza il codice a barre per identificare i lotti (l’86% sia quelli in entrata che in uscita), ma ancora nessuna utilizza sistemi RF-ID a radiofrequenza come supporto AIDC, cioè per l’identificazione e il reperimento automatico dei dati di riconoscimento univoco del prodotto.

Tutto ciò si ripercuote sulla capacità di evasione degli ordini, che presentano lead time ridottissimi, in media di 2 giorni, ma con situazioni che vanno da poche ore (5-6 ore) a 4-5 giorni lavorativi, con il rischio di generare rotture di stock nelle forniture (per il 71% delle OP questo avviene in media 10 volte all’anno).

Se le OP ritengono di avere come punti di forza la gestione dei conferimenti e le consegne all’estero (le esportazioni costituiscono circa il 24% dei prodotti commercializzati), i punti considerati più critici sono la gestione del magazzino, la logistica interna e le consegne in ambito nazionale.

Ed è proprio su questi che probabilmente impattano maggiormente le difficoltà di tipo strutturale, logistico e di Information Technology evidenziate dalle stesse OP e sulle quali intendono anche investire.

Scarica i risultati del progetto “Analisi della logistica alimentare in Veneto: comparto ortofrutticolo” (2007)

  • Indagine diretta presso le OP ortofrutticole venete (scarica pdf
  • Progetto di filiera per l’attivazione di una piattaforma logistica virtuale a servizio delle OP ortofrutticole regionali (scarica pdf)